Corda (M5S): "Ho la coscienza a posto. Non mi dimetto"
Dopo aver definito l'attentatore "una vittima", la grillina chiede scusa ai familiari dei soldati italiani - La dichiarazione alla Camera (Video) - Nassiriya, le foto inedite - Il sondaggio - L'opinione di M. Ventura - La rabbia del superstite -
“Se ho urtato la sensibilità dei familiari delle vittime, mi scuso con loro. Non volevo in alcun modo mettere sullo stesso piano i nostri soldati e l'attentatore. Ma ho la coscienza a posto e non mi dimetto”.
La deputata grillina Emanuela Corda cerca di ridimensionare in qualche modo la gravità delle parole pronunciate ieri in Aula durante la commemorazione per i 10 anni della strage di Nassiriya in cui il 12 novembre del 2003 morirono 28 persone (tra cui 17 soldati italiani, 2 civili e 9 iracheni).
“Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage – aveva detto la Corda - quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch'egli fu vittima oltre che carnefice".
Quindi, secondo lei, i morti nell'attentato e il loro carnefice sono vittime allo stesso livello?
No, assolutamente. Non intendo metterle sullo stesso piano, ci mancherebbe altro...
Però l'ha fatto. Oppure è stata fraintesa?
No, non posso dire di essere stata fraintesa perché il mio è stato un intervento pubblico. Però le mie parole sono state strumentalizzate.
Lei ha giustificato l'azione di quel marocchino...
Io ripudio ogni tipo di violenza e il fondamentalismo religioso e non mi passerebbe mai dall'anticamera del cervello di giustificarne le azioni in qualche modo.
Ma ripeterebbe di nuovo quanto ha sostenuto ieri?
Ribadirei che la violenza è sempre deprecabile. Ho parlato di carnefice, quindi di un assassino, che è vittima della sua stessa ideologia criminale.
Ed era proprio il caso di ricordarlo durante la commemorazione per le vittime italiane?
Forse il momento era troppo delicato e per questo mi sono già scusata con le famiglie ma ribadisco che quella è stata una guerra ingiusta e insensata che ha portato a morte anche i nostri militari e di cui responsabile è la politica.
Secondo lei “Antica Babilonia” fu una missione di pace o di guerra?
Si trattò dell'intervento in una guerra che io ritengo ingiusta. Tuttavia ho rispetto dei soldati italiani che sono andati a morire là per un ideale.
Quale?
Quello della difesa della libertà del nostro Stato. Proprio per questo ho chiesto scusa ai loro familiari.