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Coniugi uccisi a Palagonia, la ricostruzione attraverso le telecamere

Gli impianti di sorveglianza mostrano il giovane ivoriano accanto alla villa del delitto, ma non è ancora escluso che possa aver avuto dei complici - FOTO

La squadra mobile della Questura di Catania, per il duplice omicidio in villa di Palagonia, ha ricostruito i tempi in cui Mamadou Kamara ha agito la notte tra sabato e domenica scorsi attraverso le immagini del circuito di video sorveglianza. Dai fotogrammi si nota Kamara che esce dal Cara alle 23:58 alla guida di una bici, con uno zaino monospalla arancione. Alle 2:13, passa lungo via Palermo, davanti casa dei coniugi, alle 2:16, percorre una stradina adiacente che porta solo alla villa della famiglia Solano, alle 5:14 e alle 5:15 è di nuovo in strada, alle 5:22 ha un sacco appeso alla bici, mentre un altro sarà trovato in casa delle vittime e alle 6:20 fa rientro al Cara.

"Aspettiamo ulteriori esami della scientifica per affermare o escludere che Kamara abbia agito da solo o con dei complici", ha detto il capo della Mobile di Catania, Antonio Salvago che ha aggiunto che "l'arma per assassinare Vincenzo Solano potrebbe essere un "estrattore" utilizzato dai meccanici, una tronchesina e uno sgabello usati per colpire entrambi".

Altri indizi collocano Kamara sul luogo del delitto, nella villetta dei coniugi Solano: un suo anello trovato nella casa, che si vede in alcune foto sul suo cellulare e due biglietti aerei delle vittime. Accertamenti sono in corso anche su tracce trovate sulle unghie dei due coniugi. Gli inquirenti hanno confermato la violenza sessuale sulla donna.

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2 settembre

Accompagnate dal suono della banda musicale di Palagonia, in provincia di Catania, le bare di Vincenzo Solano e della moglie Mercedes Ibanez hanno lasciato la camera ardente allestita nel Municipio del paese. Le bare, accompagnate da una folla di centinaia di persone, sono state trasportate a spalla verso la chiesa di San Giuseppe dove il vescovo di Caltagirone monsignor Calogero Peri ha celebrato i funerali.

"Nessuno può sentirsi del tutto innocente: quando il male arriva è perche gli onesti dormono" ha detto monsignor Peri nell'omelia.

 Intanto l'ivoriano di 18 anni, Mamadou Kamara, accusato del duplice omicidio, ha ribadito la sua "totale innocenza" al gip Maria Ivana Cardillo. L'indagato ha confermato la sua tesi sostenendo di avere trovato dentro il cassonetto dei rifiuti il borsone con i cellulari, il pc portatile delle vittime e i suoi pantaloni sporchi di sangue. "Che ci faccio qui, voglio tornare a casa" dice in carcere il diciottenne. La decisione del gip sulla convalida del fermo sarà adottata entro domani.

La rabbia della figlia

"Renzi venga qui e mi spieghi, mi dia delle risposte, delle sue scuse non so che farmene, i miei genitori sono morti, è anche colpa dello Stato": queste le parole pronunciate dopo il delitto da Rosita Solano, figlia dei coniugi assassinati.

A coordinare le indagini sull'uccisione di Vincenzo Solano (68 anni) e della consorte Mercedes Ibanez (70), è il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che ha a sua volta dichiarato ai media: "Il Cara di Mineo crea problemi che noi dobbiamo gestire con poco personale, facendo fronte all'emergenza. È stato un delitto efferato, macabro, con una scena del delitto incredibile". A scoprire i corpi sono stati tra l'altro gli stessi poliziotti, recatisi alla villa dopo il ritrovamento di un cellulare appartenente alla coppia in un borsone che il presunto assassino aveva con sé mentre stava rientrando nel Centro.

A insospettire gli agenti anche il fatto che Kamara Mamadou avesse tracce di sangue sugli abiti: sospetti confermati da quanto si è poi presentato davanti ai loro occhi, con Vincenzo Solano morto in casa per dissanguamento in seguito ai colpi subiti e la moglie trovata invece nel cortile, sotto un balcone dal quale è stata con tutta probabilità fatta intenzionalmente cadere.

Dopo essere stato fermato, il giovane ivoriano ha detto di aver trovato il borsone con gli oggetti sotto un albero, ma la sua versione non ha assolutamente convinto gli inquirenti, con la polizia scientifica che sta cercando i riscontri della presenza di Kamara Mamadou sul luogo del delitto, il cui movente sarebbe appunto un tentativo di rapina sfociato poi nel sangue.

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ANSA/POLIZIA DI STATO
Mamadou Kamara, l'ivoriano fermato per il duplice omicidio di Palagonia (Catania), 30 agosto 2015.

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Redazione