Peccatori di provincia: la classifica del sesso sul web
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Peccatori di provincia: la classifica del sesso sul web

Un fiume di annunci sul web. E' il nuovo sesso on line che si moltiplica. Cuneo la capitale del peccato - Sesso online, è boom

di Carmelo Caruso, Claudia Daconto, Gianluca Ferraris, Zornitza Kratchmarova, Giorgio Sturlese Tosi, Elena Testi

Madri e figlie disposte a un rapporto a tre. Preti a caccia di altri preti. Donne «in cerca di marito» che nell’attesa si offrono a pagamento. Ragazzine pronte a vendere il loro corpoper un iPhone. Gigolò di professione a tariffe
altissime. Eterosessuali che in cambio di pochi euro dicono sì agli incontri gay. Transessuali ammiccanti che sfoderano l’«armasegreta» in favore di obiettivo. E poi pervertiti,ninfomani, feticisti, amanti del sadomaso
e chi più ne ha più ne metta. Risultato: un esercito di almeno 10 mila professioniste (e professionisti) del sesso a pagamento. E una platea di clienti sterminata seppure impossibile da censire.

È la radiografia della provincia italiana: quello che molti immaginavano ma che nessuno, finora, aveva provato a quantificare. Così, dietro i casi shock delle grandi città raccontati dai quotidiani, come le baby prostitute
dei Parioli a Roma o i centri massaggi di Milano, si svela una periferia con tanti vizi e poche virtù. Basta scorrere alcuni dei principali siti di incontri per imbattersi in un’infinità di annunci che non lasciano spazio all’immaginazione.

Panorama lo ha fatto, passando al setaccio 20 capoluoghi medio-piccoli, da Aosta ad Agrigento. Quelli dove risiede oltre la metà della popolazione italiana. E dove il mercato del sesso pare vada a gonfie vele. Tanto più che la nostra indagine non prende in considerazione la prostituzione da marciapiede, i centri benessere più o meno promiscui, i club privé, i siti per sole escort di alto bordo e gli annunci pubblicati dalla carta stampata. I dati, insomma, sono certamente approssimati per difetto. Ma già così offrono uno spaccato piuttosto sconcertante. Qualche esempio?

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(Guarda qui la tabella completa )

Cuneo, stando ai numeri, è la capitale del sesso di provincia con un rapporto fra annunci online e popolazionepari al 3,2 per cento e una prostituta virtuale ogni 16 uomini maggiorenni. Segue, staccatissima, Treviso (1,48 per cento e una donna ogni 39 uomini), mentre la terza piazza del podio la occupa Lecce (1,22 per cento e una donna ogni 41 uomini). Le tre cittadine più puritane, almeno secondo il web, sono invece Aosta, Livorno e Caserta. Piacenza vince la medaglia d’oro per numero di transessuali, 78, mentre la nicchia dei gigolò conferma iltesta a testa fra Cuneo e Treviso, con la prima che vince 93 a 87. Numeri a parte, il tenore degli annunci sembra essere lo stesso un po’ ovunque.

Foto estremamente esplicite e specialità descritte nei minimi dettagli, anche se spesso l’italiano zoppica. Il prezzo, invece, non compare quasi mai, a volte sostituito da metafore come mancia, apprezzamento, regalino: la
trattativa è privata, s’immagina. Tra le donne vanno forte massaggiatrici e studentesse pronte a tutto, comprese quelle disposte a preliminari non protetti, come Luna, 25 anni, di Imperia: «Su richiesta suono il flauto
senza custodia» scrive. Tra i gay c’è chi si spaccia per vergine, come un anonimo 22enne di Ferrara «in cerca di uno scopamico». Abbondano anche le richieste particolari e quelle scabrose. C’è il contadino che vuole
accoppiarsi esclusivamente con «altri colleghi agricoli» e il professionista che pretende incontri sui camion, o quello che «riceve» solo nei bagni dei fast food. Chi ama farsi legare e picchiare e chi si eccita osservando le necessità fisiologiche del partner occasionale.

Sempre gettonatissime le lesbiche, meglio se in coppia. Se poi sono sorelle, come Beatrice e Lisa di Desenzano, i clic aumentano parecchio. E a proposito di clic, la conferma che il mercato del sesso online non teme crisi arriva
dai numerosi annunci civetta, dai prestiti personali alla vendita di auto usate, che sbucano tra le offerte a luci rosse per guadagnare un po’ di visibilità. E chissà che in provincia, tra un incontro clandestino e l’altro, qualcuno
non sia riuscito a combinare anche qualche buon affare.

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