Carabiniere Lodi: "una morte che si poteva evitare"
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Carabiniere Lodi: "una morte che si poteva evitare"

L'accusa dei sindacati di polizia: "I carabinieri di quartiere non possono lavorare soli"

“Per garantire la massima tutela e sicurezza, il servizio di carabiniere di quartiere deve essere svolto almeno da due persone”. E’ scritto nero su bianco su una delibera del Comando Legione Carabinieri Veneto del 30 giugno 2009. Già 3 anni fa, il Consiglio di Base di Rappresentanza dei carabinieri lanciava l’allarme sulla pericolosità del servizio del carabiniere di quartiere svolto tra le strade cittadine da un singolo militare.

Eppure, nonostante la delibera sia stata approvata all’unanimità con un solo voto contrario e nessun astenuto, il documento inviato dal Cocer al Comandante Generale dell’Arma, è caduto nel dimenticatoio.

Adesso, con la morte di Giovanni Sali, carabiniere di quartiere in servizio tra i vicoli Lodi ucciso con due colpi di pistola al torace venerdì scorso, tra i rappresentati delle Forze dell’Ordine sale la rabbia. Ed esplodono anche le polemiche.

Perché la Polizia di Stato ha ritenuto doveroso garantire la sicurezza dei propri agenti disponendo che questo servizio venisse svolto da almeno due persone? Per quale motivo, invece, l’Arma dei Carabinieri non ha agito nello stesso modo? Quali sono, se esistono, le differenze tra un carabiniere di quartiere e un poliziotto di quartiere?

“E’ necessario dare la massima tutela al militare dell’Arma che, da solo, è costretto a rimanere esposto durante lo svolgimento di questo servizio- spiega la delibera del Comando Legione nel 2009 – la società in questo periodo registra problematiche riconducibili al fenomeno dell’immigrazione clandestina che ha evidenti riflessi sull’ordine pubblico; l’aumento dei cosiddetti “reati predatori”; l’aumento della violenza e aggressività anche contro le Forze dell’Ordine”

Non solo. La delibera del Comando Legione è ancora più precisa: ”..analogamente per quanto avviene per la Polizia di Stato, il servizio sia effettuato da almeno due militari di cui uno con anzianità ed esperienza tali da poter rispondere con competenza alle segnalazioni da parte dei cittadini e al fine di garantire maggiore sicurezza ai militari operanti

1 - Franco Maccari, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, lei non nasconde il suo profondo sconcerto per quanto è avvenuto e dichiara che la colpa è dei vertici dell’Arma…

Certo, dei rappresentanti istituzionali incompetenti e arroganti, che giocano con la vita degli altri ed oggi sappiamo fino a che punto. Io li accuserei di favoreggiamento nell’omicidio Sali perché la loro arroganza ha favorito la morte di questo loro militare.

Perché i carabinieri prestano servizio da soli?
lo fanno in nome della visibilità. E’ la voglia di visibilità, ovvero il mostrare che i carabinieri sono dappertutto, che nella realtà si traduce in poca sicurezza. Un militare da solo non deve svolgere servizio per strada, a piedi.

Con la morte di Giovanni Sali cambierà qualcosa?
Probabilmente adesso gli scienziati di turno cominceranno a dibattere di quanto sia assurdo che i militari, come la vittima trucidata a Lodi, svolgano servizio singolarmente, e non quantomeno in due, o forse no, considerato quanto in Italia si dà per scontato che gli uomini e le donne che indossano la divisa siano "schiavi" invece che "Servitori" dello Stato, siano "sacrificabili" invece che "pronti al sacrificio” per lo Stato”.

2 - Pietro Taccogna, segretario generale sindacato della Polizia di Stato, Lo Scudo, i poliziotti di quartiere sono almeno in due. Può un carabiniere svolgere lo stesso servizio da solo?

Assolutamente no. È un grave atto mandare un militare in servizio operativo isolato, ovvero da solo. Il poliziotto di quartiere da sempre svolge questo servizio in coppia. Non è proprio pensabile che un servizio in strada, a piedi, possa essere svolto in solitaria. Chi manda i militari da soli, si deve assumere la responsabilità di questa scelta che è scellerata e quindi si deve anche assumersi le conseguenze. Che purtroppo sono quelle che la cronaca di Lodi ci ha mostrato”
   
Qual è il livello di criminalità rilevato dalla polizia nei quartieri delle città italiane?
La pericolosità dei quartieri aumenta ogni giorno di più. C’è la sensazione da parte della delinquenza di una sorta di impunità. Il territorio è sempre meno presidiato e la presenza di organizzazioni criminali anche e soprattutto straniere richiede una presenza costante delle forze dell’ordine che invece, con i tagli alla sicurezza, è costretta e limitata. Le forze dell’ordine rischiano, con la spending review, di non presenziare i quartieri come dovrebbero fare. Il nostro paese non è attrezzato per fronteggiare la recrudescenza e l’aumento  della violenza di strada.

3 - Maurizio Cudicio, vice segretario nazionale del sindacato di polizia ADP Nuova federazione autonoma e fondatore Movimento Poliziotti, lei ha scritto al Comandante dell’Arma dei Carabinieri, il generale Gallitelli…
Certo perché ognuno di noi deve prendersi delle responsabilità. Due ragazzi hanno perso il proprio padre, una donna ha perso il proprio marito. Giovanni è morto per colpa di un vero e proprio sistema che non funziona. Io sono un operatore delle Forze dell’Ordine e dopo l’ennesimo omicidio di un uomo, un collega, non devo e non posso stare in silenzio.

Questo omicidio si poteva evitare?
Sì, senza dubbio. Un fatto del genere si poteva evitare, ma evidentemente i vertici delle nostre Forze dell’Ordine preferiscono pensare che siamo immortali. Un carabiniere con la “C” maiuscola,  non è un robot,  non ha il cuore di ghiaccio e non ha una vita di ricambio. Ma forse questo interessa poco ai vertici che invece preferiscono limitarsi alle solite frasi preconfezionate da propinare ai giornali “Era un bravo ragazzo, un ottimo elemento”, con conseguente messaggio di cordoglio del Presidente della Repubblica, e il giorno dopo tutto dimenticato.  Anzi, non il giorno dopo. Subito dopo il funerale di Stato con tutte queste personalità che, di cosa significhi essere Carabiniere, non ne hanno idea”.

Lei chiede al generale Gallitelli di riflettere sulla morte di Giovanni Sali…
Si perché queste morti si possono evitare. E’ assurdo ed inconcepibile che un carabiniere giri per le strade da solo, a piedi, puntando sul fatto che potrà chiedere ausilio, quando in taluni interventi bastano pochi secondi per perdere la vita. Basta con l’assurdità e la vergogna di lasciare solo un uomo con pistola, giacca, cravatta e bandoliera. Ci sarà un motivo se nella Polizia di Stato non è mai esistito che un operatore sia stato comandato di servizio da solo.Alla scuola di Polizia, la prima cosa che ci insegnano e ci chiedono di non scordare mai, è “Dove non è mai successo nulla, può sempre succedere qualcosa”.

Difatti a Lodi è accaduto.

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Nadia Francalacci