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Calcio

Stop ai prestiti: così la Fifa cambia il mercato

Limiti ai club da subito e dal 2024 una stretta definitiva per evitare che le società più ricche controllino il calciomercato: la rivoluzione di Infantino

La FIFA prova a cambiare le regole del mercato calcistico e, in attesa dei provvedimenti per limitare il potere e l'arricchimento dei procuratori e intermediari, ecco le nuove norme sui prestiti. Scattano subito, anche se la vera stretta arriverà dal luglio 2024 con l'obiettivo di evitare che le società più ricche creino una sorta di monopolio del mercato accaparrandosi i migliori giovani, guidandone a lungo la carriera e togliendo linfa vitale - sia sportiva che economica - al resto del sistema.

La rivoluzione era annunciata, ma ora è realtà. Nulla sarà come prima già dalla prossima estate per poi arrivare a regime nel 2024 che si conferma l'anno delle grandi riforme del pallone essendo anche la data al centro del duello sul Mondiale biennale e sui nuovi calendari internazionali.

Restando al tema dei prestiti e, di conseguenza, della quantità di calciatori che un singolo club può controllare, dal luglio 2024 ogni squadra potrà concedere e ricevere un massimo di sei giocatori in affitto con regole definite in partenza: periodo massimo di un anno, condizioni finanziarie esplicitate nel momento dell'accordo, divieto di sub prestito ad un altra società e, nel rapporto tra singoli club, non più di tre calciatori scambiati con questa formula.

Ci si arriverà per tappe, ma già dalla prossima estate la stretta influenzerà le traiettorie del calciomercato perché, a fronte dell'immediata operatività delle norme finanziarie e di reciprocità da società, scatterà un limite massimo otto prestiti che scenderanno a sette nel 2023 per poi arrivare a regime l'anno successivo.

Gli obiettivi dichiarati dalla FIFA, che stava lavorando alla riforma dal 2017, sono garantire lo sviluppo armonico della carriera dei giovani calciatori anche al di fuori delle logiche di mercato dei club controllanti, promuovere un maggiore equilibrio competitivo tra i vari livelli del calcio professionistico e prevenire l'accaparramento da parte di pochi ai danni della maggioranza. Le nuove regole non varranno fino ai 21 anni di età o per i calciatori che si sono formati all'interno del settore giovanile della società, così da incentivare in ogni caso gli investimenti sulla formazione dei talenti del futuro.

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Giovanni Capuano