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Ansa
Calcio

Juventus, bilancio (negativo) da record

Il club bianconero chiude il 2022 perdendo 254,3 milioni di euro: mai nessuno in Italia aveva registrato un passivo simile. Tutti dettagli dei conti che non tornano...

Un bilancio da record negativo, perché mai nessuno nella storia del calcio italiano aveva chiuso un esercizio con un passivo di 254,3 milioni di euro. Una montagna di denaro che porta il rosso degli ultimi cinque anni a 612 milioni di euro, certamente per colpa della pandemia che ha investito il pallone in tutto il mondo come uno tsunami, ma anche per squilibri strutturali su cui la Juventus sta cercando di intervenire. L'aumento della perdita rispetto al -209 milioni del giugno 2021 è principalmente dovuto a minori ricavi per 37,3 milioni originati da una fisiologica flessione del contributo dei diritti televisivi, gonfiati nella scorsa stagione dallo slittamento nei conti delle partite disputate in estate dopo il lockdown. Esaurito quell'effetto, il fatturato è sceso a 443,4 milioni di euro mentre i costi operativi sono rimasti pressoché invariati.

Insieme agli ammortamenti e accantonamenti netti, la voce è rimasta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente. I costi operativi risultano in aumento principalmente per il personale tesserato (+27,7 milioni) e per i servizi esterni (+10,4 milioni), in parte compensato da minori oneri da gestione diritti calciatori (-5,5 milioni). A fronte di tali maggiori costi, sono stati registrati minori ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per complessivi 31,9 milioni.

UNA CAMPAGNA ACQUISTI IN EQUILIBRIO

Il cambio di direzione, obbligatorio vista la situazione dei conti, c'è già stato. La sessione di calciomercato che si è chiusa a inizio settembre è stata alla ricerca dell'equilibrio; sono arrivati giocatori importanti ma ci sono anche state cessioni o prestiti per alleggerire il monte stipendi così da abbassare la pressione sul bilancio. Le operazioni perfezionate hanno comportato complessivamente un aumento del capitale investito di 28,3 milioni, derivante da acquisizioni per 74,7 milioni e cessioni per 46,5 milioni. L’effetto finanziario netto complessivo, inclusi gli oneri è positivo ed è pari a 4,6 milioni,

Le plusvalenze nette generate dalle cessioni ammontano a 33,8 milioni confermando così una netta inversione rispetto al recente passato, finito sotto inchiesta da parte della Procura di Torino e di quella della FIGC (dove la Juventus è uscita prosciolta). Già nel 2021 le plusvalenze si erano fermate a 30,8 milioni di euro, dato lontanissimo dal -166 del 2020 che seguiva il -127 del 2019 e il -140 dell'estate della partenza di Pogba.

EVOLUZIONE DELLA STAGIONE IN CORSO

Il periodo difficile non è finito, anche se il peggio dovrebbe essere alle spalle. I conti sono attesi "in sensibile miglioramento rispetto a quelli dell’esercizio 2021/2022, ancora penalizzato in misura significativa dagli effetti diretti e indiretti della pandemia da Covid-19" si legge nella relazione che accompagna il bilancio: "Il miglioramento atteso - non tale, al momento, da far prevedere il raggiungimento del break-even già dall’esercizio in corso - deriva anche dalle incisive azioni di sviluppo dei ricavi e di razionalizzazione dei costi impostate a partire dall’esercizio 2020/2021 e aventi efficacia nel medio periodo. Attenzione, però, al comportamento della squadra in Italia ed Europa perché tra qualificazione ed eliminazione agli ottavi di finale della Champions League, ad esempio, ballano una ventina di milioni che possono mutare almeno parzialmente il quadro.

Il consiglio d'amministrazione ricorda come nel mese di giugno sia stato approvato il piano triennale (2022-2025) che delinea le linee strategiche e operative della società. Un piano che conferma gli obiettivi già contenuti nell'ultima revisione del 2021, quando la pandemia era ancora in pieno svolgimento.

LA SITUAZIONE FINANZIARIA

L'intervento della proprietà nei mesi scorsi evita ogni fibrillazione eccessiva dal punto di vista finanziario. Il patrimonio netto è pari a 169,4 milioni, in aumento grazie proprio all'aumento di capitale a dicembre 2021 anche se la perdita dell’esercizio ha già bruciato una parte del denaro immesso. Al 30 giugno 2022 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 153 milioni, in riduzione di 236,2 milioni rispetto al dato al 30 giugno 2021.

La liquidità non è un problema e non solo per gli interventi di Exor. Il Gruppo dispone infatti di linee di credito bancarie per 538,3 milioni, non utilizzate per complessivi 426,9 milioni (pari a circa l’80%) e ci sono 70,3 milioni depositati su vari conti correnti.

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Giovanni Capuano