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Ansa
Calcio

Juve-Napoli e le polemiche (inutili) sulla data del recupero

I club si accordano e rinviano la sfida, insorgono tutti. Dimenticando che quella della decisione condivisa tra società è una prassi comune - L'ANTICIPAZIONE DI PANORAMA SULL'ACCORDO TRA JUVENTUS E NAPOLI

Juventus e Napoli si accordano per spostare la data del recupero della partita fantasma, quella saltata per Covid e finita sino al Collegio di Garanzia del Coni: non più il 17 marzo, prima data utile fissata dalla Lega Serie A, ma il 7 aprile. Un accordo sancito da una telefonata tra i due presidenti, De Laurentiis e Agnelli, poi ratificato dalla stessa Lega. Il motivo? Il Napoli voleva evitare le trasferte da incubo contro Milan, Juventus e Roma nell'arco di sette giorni e alla Juventus faceva comodo giocarsela un po' più avanti e non in un momento di difficoltà per la squadra di Pirlo, appena eliminata dalla Champions League e con la rosa alle prese con diversi problemi di infortuni.

Apriti cielo! La scoperta del retroscena (!?!) della chiamata di De Laurentiis ad Agnelli ha fatto alzare il sopracciglio a mezzo campionato. Ma come? La Lega è al servizio dei due club? E chi tutela i diritti delle altre, ad esempio della Roma che perde il vantaggio di giocare contro un Napoli stanco al terzo super impegno in una settimana e a sua volta in campo il giovedì prima nella trasferta ucraina di Europa League?

Un'indignazione montante e con la memoria corta. Incapace di ricordare che i precedenti di due club che si accordano sulla data di un recupero sono numerosi e che non si tratta semplicemente di voler fare un favore alla Juventus o al Napoli o di accettare un calendario à la carte, ma di utilizzare un sistema condiviso da tutti. Di norma si recupera appena possibile e così accade se manca l'accordo: la Lega fissa una data e quella va rispettata. Se, però, le società la pensano diversamente non c'è ragione per non adeguarsi.

Agli indignati in servizio permanente basterebbe ricordare quando accaduto nella passata stagione per Lazio-Verona, in calendario il 22 dicembre 2019, spostata all'8 gennaio 2020 per concomitanza con la Supercoppa e poi scivolata al 5 febbraio su indicazione delle due squadre. O, ancora, Lazio-Udinese del 25 febbraio 2019 per una congestione di impegni: fissata prima il 10 aprile e poi una settimana più tardi anche se nulla impediva la disputa nella data precedente.

E di "attesa per l'accordo tra i club" scrissero apertamente i giornali in occasione del rinvio per allerta meteo di Sampdoria-Roma l'8 settembre 2017 (si giocò addirittura il 24 gennaio dell'anno successivo, quattro giorni prima della... gara di ritorno a campi invertiti) e della solita Lazio-Udinese cancellata dalla pioggia il 5 novembre e recuperata sempre il 24 gennaio. Anche se, raccontano le cronache dell'epoca, si sarebbe potuti scendere in campo prima, ad esempio il 13 dicembre.

La morale? Juventus-Napoli è una storia lunga e a tratti surreale, ma il capitolo del rinvio del rinvio su accordo tra De Laurentiis e Agnelli è quello su cui è più difficile trovare materia di discussione. A patto di voler fare un piccolo sforzo di memoria per evitare di alimentare ulteriori polemiche.

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Giovanni Capuano