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Ansa
Calcio

L'Inter in vendita e la meteora Interspac

Tifosi in rivolta per l'ipotesi di cessione di Bastoni o di altri gioielli, ma Suning ha imposto l'autofinanziamento. Che fine ha fatto la cordata di vip guidata da Cottarelli? - INTER, ECCO COME CHIUDERA' IL BILANCIO 2022

E' bastata la sola ipotesi di cessione di Alessandro Bastoni, difensore mancino (dunque merce rara) classe 1999, pilastro della futura nazionale di Mancini e interista dichiarato, a portare metaforicamente in piazza il popolo nerazzurro. Non perché i tifosi dell'Inter non siano abituati ai sacrifici eccellenti, viste le partenze di Hakimi e Lukaku la scorsa estate per consentire al club di raggranellare liquidità sufficiente a garantirsi una stagione serena, ma l'idea inaccettabile ai loro occhi di sacrificare sull'altare dei conti un pezzo importante dell'identità presente e futura della squadra.

"Bastoni non si tocca" e "Suning venda se non è in grado di provvedere all'Inter" sono stati i messaggi. I social sono stati la cassa di risonanza e a muoversi sono stati anche tifosi vip come Enrico Mentana e Alessandro Cattelan. Una sorta di rivolta nemmeno troppo silenziosa, anche se in ambiente virtuale come quello dei social, che ha partorito l'hashtag #SuningOut. Già noto alle cronache un anno fa di questi tempi e rispolverato per l'occasione.

Che la famiglia Zhang abbia problemi, non solo di natura politica, e che il flusso di denaro dalla Cina a Milano si sia interrotto da tempo non è una novità. Il Covid ha messo in crisi le attività della casa madre, i diktat del governo cinese hanno fatto il resto facendo venire meno anche una parte dei soldi promessi da contratti di sponsorizzazione pluriennali, così da appesantire una situazione di bilancio che dopo il -245 milioni del 2021 (record negativo di sempre per il calcio italiano) vedrà nel 2022 un passivo migliorato ma pur sempre a tre cifre.

Non sorprende, insomma, che la strada da percorrere per gli uomini mercato sia stretta e in salita e passi per il sacrificio di un big. Chi oggi rifiuta l'idea che il nome sia quello di Bastoni, difficilmente accetterebbe un addio di Lautaro Martinez, Barella o Skriniar, gli altri big in grado di attrarre offerte cash che consentano di finanziare gli acquisti e lasciare un surplus di 60-70 milioni di euro necessario per dare serenità fino al prossimo giugno. Quando - questo è il timore nemmeno troppo nascosto dei tifosi - la giostra si rimetterà in movimento esigendo un altro sacrificio. A meno che nel frattempo la situazione non sia cambiata.

Ipotizzare che Suning ceda l'Inter, oggi, significa fare una scommessa a perdere. La famiglia Zhang non ha intenzione di farlo e fino al 2024 è anche legata al fondo Oaktree che ha in pegno le azioni del club come garanzia del prestito da 292 milioni di euro (tasso d'interesse 12%) in capo alla controllante, in larga parte non ancora utilizzato perché la strada scelta è quella dell'autofinanziamento. A meno di colpi di scena lo scenario non è destinato a mutare a breve.

E poi c'è la suggestione dell'azionariato popolare che per oltre un anno ha tenuto banco tra i tifosi vip della Beneamata. Nome Interspac, presidente Carlo Cottarelli, capitale sociale da 54mila euro allo scorso mese di settembre con, secondo gli organizzatori, interesse a versare una quota manifestata attraverso sondaggio da almeno centomila persone. Non se n'è fatto nulla e quasi certamente non se ne farà nulla per tanti motivi. Zhang non ha intenzione di aprire ai nuovi soci-tifosi e non è nemmeno scontato che questi siano in grado davvero di raccogliere le centinaia di milioni di euro che servono per incidere davvero sulla storia recente dell'Inter.

Una boutade che non ha retto alla prova dei fatti. Per liberare l'Inter dal laccio dei debiti e delle perdite la ricetta è un'altra: gestione equilibrata e una proprietà forte. Suning ha tempo fino al 2024 per dimostrare di poter tornare ad esserlo. Nella terra di mezzo, invece, non ci sono certezze e così anche Bastoni può finire sul mercato. Dopo Hakimi e Lukaku e prima di chissà chi altro. Con buona pace dei tifosi.

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Giovanni Capuano