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Belfast ieri e oggi: viaggio nel cuore dei troubles

Le mete nel cuore della capitale dell'Irlanda del Nord per capire cosa resta della guerra civile

Con eufemismo britannico sono passati alla storia come i Troubles, i disordini. In realtà quella che oppose in Irlanda del Nord cattolici e protestanti per trent’anni (1960-90) fu un terribile conflitto armato, con i primi determinati a ricongiungersi con il resto dell’Isola repubblicana, i secondi a mantenere i legami politici e confessionali con Londra.

Gli strascichi sono arrivati a noi, se non fosse che anche l’espressione strascichi rischia di suonare eufemistica. Belfast è stata la capitale di quella guerra sanguinosa e bastarda, capace di sconvolgere la vita di famiglie e individui, convertendo la vita civile alla perversa logica dell’escalation paramilitare.

Esemplare la vicenda, narrata oggi nel documentario intitolato “I, Dolours”, di Jean McConville, vedova e madre di dieci bambini rapita nel 1972 da casa sua, uccisa e sepolta in un luogo segreto dall’IRA. Lo racconta nel film proprio Dolours Price, membro di quel commando, ancora convinta della fondatezza del movente: McConville era sì cattolica, ma anche un’informatrice degli Unionisti filo inglesi.

Bombay Street - Nazionalista

In questa strada nel 1969 la violenza settaria degli Unionisti bruciò 1500 case dei nazionalisti cattolici, in quello che è ricordato come un vero e proprio pogrom. Oggi Bombay Street vive la sua doppia anima: museo a cielo aperto di quei terribili giorni, e zona protetta da grate e inferriate, perché i sassi e le bombe incendiare possono arrivare da un momento all’altro dalla parte di Cupar Way.

Tiger Bay - Unionista

È un quartiere unionista, Tiger Bay, uno dei più radicali ai tempi dei Troubles. Ma i veterani paramilitari hanno deciso di iniziare a convertire i murales, da messaggi di guerra a messaggi di convivenza. Qui c’è la palestra di Carl Frampton, il celebre campione del mondo di boxe nato nel quartiere, ma che ha sposato una ragazza di Poleglass, roccaforte cattolica, dando a tutto l’Ulster un esempio di possibile riconciliazione.

Le Peace lines

Sono chiamate Peace lines tutte le barriere che separano i quartieri nazionalisti da quelli unionisti. La più lunga e famosa è quella che divide la cattolica Falls Road contro la protestante Shankill Road. Oggi, solo nelle ore diurne, in alcuni muri sono stati aperti cancelli, per permettere il passaggio da una parte all’altra.

Interface area

È questo il nome dato a tutti i luoghi dove le due comunità vivono a stretto contato, insomma faccia a faccia. Stiamo parlando di Interface area. Qui, muri e telecamere ricordano che le ragioni della violenza di ieri, nonostante gli accordi politici del Venerdì Santo del 1998 (che Brexit, ricordiamo, mette in discussione alterando in confini amministrativi con l’Europa) rimane sempre latente.

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Alessandro Turci

Alessandro Turci (Sanremo 1970) è documentarista freelance e senior analyst presso Aspenia dove si occupa di politica estera

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