Paris Fashion Week: lo spettacolo del minimalismo
(Photo by Emily Malan/WWD via Getty Images)
Collezioni

Paris Fashion Week: lo spettacolo del minimalismo

Rick Owens, Paul Smith, Dries Van Noten, Givenchy e AMI esplorano il concetto di eleganza con cenni di sartorialità, per un cliente sempre più giovane e attento

Il Moulin Rouge, Les Folies Bergère, il Crazy Horse. Parigi è da sempre culla dell’intrattenimento, quello nato tra le stradine di Montmartre dove nel 1881 si aprirono per la prima volta le porte di un cabaret.

Non dovrebbe allora sorprenderci come le maison di moda, in perfetto stile parigino, abbiano deciso di inscenare veri e propri spettacoli di intrattenimento per raccontare le loro collezioni per la primavera/estate 2024. Dopo la sfilata-show di Pharrell, al suo debutto come direttore creativo di Louis Vuitton Homme, le presentazioni si sono servite di giochi di specchi (Dries Van Noten), denso fumo bianco (Courreges) e lunghe passerelle di pelliccia sintetica (Paco Rabanne).

Il mantra è sempre lo stesso - sorprendere - e per raggiungere l’obiettivo le prime file di ogni sfilata si riempiono di celebrità arrivate da ogni parte del mondo. E i vestiti?

Le collezioni, in modo quasi antitetico al contesto della presentazione, si compongono di capi dalle linee semplici e dal sapore sartoriale. Nel caso di Rick Owens e della sua «Lido» i pantaloni a vita sempre più alta vengono accompagnati da capispalla con le maniche lunghissime e le spalle sagomate che puntano verso l’altro. Non mancano gli shorts - onnipresenti sulle passerelle delle quattro capitali, eccetto quella di Giorgio Armani - dotati di tasche laterali.

La palette di colori non si discosta dal nero e dai classici grigi, punto di partenza della collezione primavera/estate 2024 di Paul Smith, intitolata «The Suit». È lo stesso stilista ha spiegare la sua visione per la nuova stagione, a margine della sfilata. «La sartoria è troppo spesso considerata un ambiente molto serio, ma ho sempre desiderato mostrare alle persone quanto, invece, al suo interno ci si possa divertire, soprattutto oggi, nei nostri tempi. Quindi, mentre questo sfilata è un omaggio agli abiti e alla sartoria come arte e forma di artigianato - che richiede un'enorme quantità di abilità e competenza - tento anche di riportare lo humour e la gioia nell'abbigliamento cosiddetto elegante».

Il nuovo workwear firmato Paul Smith non disdegna accenni al colore - soft e suggestivi che richiamano scene del film Laurence d’Arabia - e introduce bermuda e gilet.

Completi sartoriali con spalle alte e forme fluide che accarezzano il corpo, pantaloni a vita alta a definire la vita, capi in maglieria leggeri, camicie, shorts leggeri e trench sartoriali che sembrano trasportati dall’aria ci accompagnano alla scoperta della proposta firmata Dries Van Noten.

Una sensualità discreta, dove l’eleganza è messa al centro, omaggiata e ammirata in un susseguirsi di delicati drappeggi e stampe essenziali. I colori scorrono davanti ai nostri occhi, dal ruggine al citrino, dal menta al lilla, dal color inchiostro all’oliva, in un gioco tattico di materiali e sensazioni.

«La sartoria mi affascina ancora» ha dichiarato Van Noten. «Molti ragazzini apprezzano la sartoria. Mi piace che nell'abbigliamento maschile i modelli possano davvero apprezzare una sfumatura che potrebbe non essere così apprezzata dalle ragazze».

L’eleganza diventa invece espressione di individualità per Givenchy. Per la primavera/estate 2024 Matthew M. Williams esamina il rapporto tra la nuova tendenza dell’abbigliamento maschile e i codici del gentleman classico.

Questa premessa spinge a riflettere sulla riscoperta dell'eleganza legata all’uniforme scolastica. Duplice simbolo di democrazia e rigore, rappresenta la base per la personalizzazione degli adolescenti: un archetipo di cui ci si è istintivamente riappropriati in base alle proprie funzioni e personalità.

Si ispira invece al minimalismo anni Novanta, AMI di Alexander Mattiussi che, non a caso, sceglie di presentare la sua ultima collezione al Tennis Club de Paris, un grande impianto sportivo parte di un eccezionale complesso degli anni Trenta, situato al confine sud-ovest di Parigi, famoso per la sua architettura in cemento e uno dei luoghi preferiti per le sfilate di moda negli anni Novanta.

Per la prossima stagione AMI prosegue nel percorso, inaugurato lo scorso inverno, di ridefinizione del guardaroba con l’obiettivo di rafforzarlo. Con spalle ben definite e forme fluide, la silhouette disegnata da Mattiussi delinea il corpo, seguendone le curve e i movimenti. La proposta maschile si mantiene al passo con i tempi, la proposta unisex occupa maggiore spazio mentre quella femminile presenta accenni di sensualità. Le maniche sono fluide, meno strutturate e i pezzi casual prendono in prestito i tessuti dalla sartoria.

Ad aprire la sfilata è Vincent Cassel, quasi a scuotere l’attenzione del pubblico. È lo showbiz, bellezza!

AMI

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Mariella Baroli