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Il mio collega è depresso!

"Oggi mi sento depresso!" ... Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase? Ma siamo sicuri di sapere cos'è realmente la depressione?

Depressione … il problema psicologico più nominato della storia … per fortuna molte diagnosi “domestiche” di depressione sono poco affidabili! Siamo abituati infatti a etichettare come depresso un soggetto che semplicemente è riservato o timido … o semplicemente quel giorno ha le palle girate e vuol stare per conto proprio!

I tipi di depressione unipolare sono diversi (ci sono anche i disturbi bipolari … ma questo è un altro paio di maniche) ma per in questo caso distinguerò due macrocategorie per il disturbo al fine di semplificare la diagnosi:

-          Depressione maggiore

-          Disturbo depressivo persistente (distimia)

Nel primo caso la depressione ti lascia letteralmente a letto, se quindi il soggetto è un collega lo vedremo sparire letteralmente. Un depresso di questo calibro non riesce ad avere una vita sociale o lavorativa. Il livello di infelicità è tale che raramente la persona trova una buona ragione per alzarsi dal letto.

La depressione maggiore compromette la lucidità, il soggetto non riesce a pensare in modo logico o chiaro, la capacità di concentrazione è sotto i piedi ed ogni decisione, anche la più elementare, diviene un ostacolo insormontabile. Sul piano comportamentale il depresso soffre di insonnia o ipersonnia e mangia troppo … o troppo poco; non ama uscire da casa e non trova motivazione nel curarsi “tanto a che serve?”.

Inutile da dirsi che la depressione non sussiste se si risolve tutto in pochi giorni o la tristezza è determinata da un problema oggettivo. Se sono triste perché mia madre è all'ospedale non sono patologico … lo sarei se fossi tranquillo!

Relativamente al disturbo depressivo persistente la situazione è fortunatamente meno invalidante. Si manifesterà come una sorta di pessimismo cosmico in puro stile leopardiano!

I sintomi della depressione ci sono tutti (scarsa autostima, infelicità, ritiro sociale, senso di colpa e di impotenza ecc. ) ma il soggetto conduce comunque una vita più o meno normale. Probabilmente non sarà “l’anima della festa” nelle serate post ufficio (alle quali verrà raramente adducendo scuse) ma comunque potrà essere una persona inserita ed integrata.

A volte non è facile distinguere fra distimia e semplice carattere chiuso.

Cosa fare in caso di depressione? I soggetti in questione in genere non sono troppo inclini a parlare di sé. Tendono ad essere chiusi e a volte vengono giudicati come soggetti che non vogliono mettersi in gioco. La realtà è che i depressi non amano le situazioni troppo sociali e quindi tendono a stare un po’ di più sulle loro. Se tuttavia acquistano fiducia sono capaci di buone relazioni e quindi sono disposti anche a farsi aiutare.

Quindi: nel caso di depressione maggiore risulta a mio parere (e non mio soltanto) essere utile una terapia farmacologica unita a psicoterapia. Nel caso di distimia è opportuno un percorso psicoterapeutico, sarà lo psicologo a ritenere utile l’utilizzo di antidepressivi e quindi incoraggerà o meno il paziente a rivolgersi anche ad uno psichiatra.


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Matteo Marini