Volete creare mappe uniche e davvero su misura? Avete bisogno di personalizzare i dati cartografici, integrarli con l’immagine aziendale o sfruttarli in software per smartphone e dispositivi? La risposta a queste ed altre esigenze si chiama MapBox , ed è un’agguerrita startup nordamericana che negli ultimi mesi sta dando del filo da torcere a Google Maps.
MapBox, il cui slogan è “mappe veloci e bellissime per siti ed app”, si sta ritagliando uno spazio crescente nel mercato ed è ormai utilizzato da aziende, organizzazioni non governative e testate d’informazione , grazie a una combinazione di facilità e versatilità d’uso, affidabilità e – cosa che non guasta mai – prezzi più bassi di quelli di Google. Qualche mese è stato adottato da Foursquare , ma viene usato anche da servizi come Evernote e Hipmunk, da media internazionali come Le Monde, The Guardian, USA Today (che ci si è affidato durante le elezioni presidenziali statunitensi) e anche da Greenpeace.
La potenza di MapBox è a disposizione di chiunque: grafici, studiosi, ricercatori e semplici appassionati anche grazie a un piano “basic” di utilizzo gratuito che include 3000 visualizzazioni al mese e 50 MB di archiviazione per i dati. Per chi è incuriosito e vuole provare a usare MapBox eccovi allora cinque consigli per cominciare con il piede giusto e tirare fuori il meglio dal servizio.
Presets e Customize
Uno dei punti di forza di MapBox è di poter dire addio all’aspetto uniforme e un po’ grigio delle mappe di Google Maps. In MapBox è possibile modificare una cartina geografica sotto ogni aspetto e il primo passo nella creazione di una cartina sono i “Presets”, impostazioni già pronte che cambiano profondamente la visualizzazione dei dati geografici. E nel passo seguente, “Customize” si può alterare ulteriormente valori come i colori del terreno, delle strade, del mare, degli edifici e delle indicazioni testuali.
Risoluzione “Retina”
Tutte le mappe e i livelli di MapBox sono pensati per gli schermi ad alta risoluzione, come i Retina Display di iPhone, iPad e Macintosh di Apple. Basta selezionare una casella per specificare di voler usare la risoluzione più alta, sia per lo schermo che per la stampa.
Marker personalizzati
A differenza di Google Maps, in MapBox è facilissimo aggiungere segnaposto diversi con pochi click. Si può scegliere tra tre dimensioni del marker, pescare colori già pronti da una palette o specificarli in codice esadecimale (come nelle pagine web) e differenziare i punti di interesse con una delle numerose icone Maki , progettate appositamente.
I controlli
Visto che ogni dettaglio è personalizzabile perché non approfottare della sezione “Settings” e decidere quali elementi dell’interfaccia lasciare sulla mappa quando verrà consultata dagli utenti? Tra le varie opzioni c’è il mostrare o nascondere i pulsanti per lo zoom, i tooltip sui segnaposto e il pulsante per la condivisione della mappa su Twitter e Facebook.
Template e Tile Mill
MapBox non si riduce al solo editor di mappe online. Chi vuole spingersi oltre ha a disposizione due risorse che però richiedono più tempo a dispozione e soprattutto capacità tecniche (o tanta voglia di imparare).
Una risorsa è quella dei template , modelli pronti che tramite HTML, Javascript e CSS consentono di esplorare, filtrare e controllare i dati sulle mappe, ad esempio mostrando solo alcuni segnaposto o aggiornando la cartina in tempo reale sulla base di dati esterni.
TileMill è invece un software open source per Windows, Ubuntu Linux e Macintosh tramite cui è possibile consultare, caricare ed utilizzare dati e mappe già pronte , fare rendering, posizionare oggetti bitmap e vettoriali, aggiungere elementi grafici e interattivi e altro ancora.