Tecnologia

MagnetoSperm, il futuro delle medicina è negli spermatozoi robot

Due team di ricerca hanno sviluppato dei microscopici spermatozoi robot che possono essere manovrati sfruttando un campo magnetico. L'obiettivo è sviluppare nuovi sistemi per la somministrazione dei farmaci, la fecondazione artificiale e la cura di alcuni tumori

Lo scorso gennaio, un gruppo di ricerca tedesco aveva scagliato un sasso nel già turbolento mondo della tecnologia medica annunciando di aver sviluppato un metodo che consentiva di controllare il movimento di veri spermatozoi umani sfruttando un campo magnetico.

A cinque mesi di distanza, prima che le onde generate da quell'annuncio tornino piatte, due team di ricerca sono pronti ad annunciare qualcosa di molto più ambizioso (oltre che sensato). In queste ore, l’Università di Twente, in Olanda, e la German Univeristy del Cairo hanno svelato al mondo la nascita di MagnotoSperm , il primo micro-robot a forma di spermatozoo.

Per quanto ridicolo, il nome è appropriato. I robot MagnetoSperm infatti combinano una conformazione tipica delle cellule spermatiche con una tecnologia di movimento basata sulla modulazione di un campo magnetico. Questo micro-robot sono costituiti da un wafer di silicio ricoperto di SU-8 , un polimero scelto appositamente per la sua stabilità meccanica. La testa di questi robot è ricoperta da uno strato di nichel-cobalto grazie al quale, in presenza di un campo magnetico oscillante (non troppo diverso da quello delle calamite che appiccichi al frigo), la testa si sposta avanti e indietro, ottenendo una propulsione in avanti. L’obiettivo dei ricercatori è quello di perfezionare MagnetoSperm fino a poterlo manovrare in maniera efficace dentro il corpo di un paziente.

L’idea di riempire il corpo umano di robot talmente minuscoli e efficaci da riuscire a potenziarlo, curarlo e, nella peggiore delle ipotesi, prenderne il controllo, non è affatto nuova. Risale come minimo al 1985, quando Greg Bear pubblicò un romanzo intitolato Blood Music , nel quale venivano presentati delle versioni tecnologicamente modificate di globuli bianchi capaci di manipolare la materia biologica. Ma senza scomodare la fantascienza, lo stesso Ray Kurzweil promuove da anni l’idea di utilizzare nano robot per “aumentare” il corpo e il cervello umano.

I creatori di MagnetoSperm sembrano aver compiuto un primo promettente passo verso questa direzione. Nel caso si rivelasse efficace (ed economicamente sostenibile) questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per la somministrazione ultra-specifica di farmaci, per la liberazione di arterie istruite, ma anche per la stessa fecondazione in vitro. Volendo guardare in avanti, qualcuno ipotizza che in futuro questa tecnlogia potrebbe essere sfruttata per sviluppare terapie oncologiche mirate che consentano di ridurre l’impatto devastante della chemioterapia tradizionale.

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Fabio Deotto