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Una goccia d’acqua invade Verona per omaggiare le Olimpiadi

Una goccia d’acqua invade Verona per omaggiare le Olimpiadi

Intervista ad Alfredo Accatino, direttore artistico della Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026

“Cos’è successo nella prima Olimpiade?” questa domanda, se posta nell’Antica Grecia, significava chiedere cosa fosse successo nel lasso di tempo tra un’Olimpiade e l’altra; nel caso specifico, tra la prima e la seconda.

 “Nell’Antichità, il tempo veniva scandito dalle Olimpiadi, che continuano ancora oggi a essere una cerimonia laica che celebra l’umanità.  Un momento che rimane nella storia, educando.”

Con queste parole, Alfredo Accatino, Presidente di Filmmaster, agenzia creativa tra le più premiate al mondo, inizia a raccontarci l’avventura che lo vedrà protagonista nelle vesti di direttore artistico della Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026 (e la Cerimonia d’apertura dei rispettivi Giochi Paraolimpici).

Alfredo, dopo vent’anni, una marea di eventi olimpici e non, organizzati in tutto il mondo, conquistando premi e sperimentando nuovi linguaggi creativi, torni in Italia per due cerimonie di Milano-Cortina 2026.

“È una gioia dopo Torino 2006 ritrovarsi in Italia, con una sfida estremamente stimolante. Per la prima volta nella storia dei Giochi, una Cerimonia Olimpica si svolgerà all’interno di un monumento storico patrimonio dell’Umanità, e questo significa operare in una modalità totalmente diversa, se vogliamo, più impegnativa.”

Di chi è stata la scelta?

“È stata una scelta di Milano-Cortina; scelta fortemente apprezzata dal broadcast internazionale. L’Arena di Verona ha esercitato, e continua a farlo, un fascino particolare sul pubblico di tutto il mondo, tanto che negli Stati Uniti, la Cerimonia verrà mandata in onda in maniera duplice per rispettare i due grandi fusi orari.

In cosa consiste questa modalità totalmente diversa?

“Quando entri in un monumento e vuoi raccontare l’Italia, non puoi riferirti solo a ciò che è vecchio, non devi mettere in scena esclusivamente cose nuove: l’obiettivo è coniugare entrambi gli aspetti, creando un racconto contemporaneo.

Abbiamo voluto realizzare una narrazione  che rendesse in primis omaggio a Verona, per poi toccare  temi più alti e trasversali, per concludersi in una meravigliosa festa. Posso assicurare che l’apertura sarà sorprendente.”

Il titolo della Cerimonia di Chiusura è “Beauty in Action”

“La bellezza è da sempre una caratteristica e una qualità italiana, capace di rinnovarsi nel tempo. “Beauty in action” perché la bellezza è in continuo movimento, in continuo trasformarsi, un po’ come i simboli dei giochi visti come flussi di energia. Un’energia che invade l’Arena, oltrepassandone i confini.

Quest’anno ci ha accolto un’ulteriore sfida: i bracieri sono a Milano e a Cortina, e per gestire questa dualità, abbiamo dato vita a una narrazione molto particolare…”

La goccia d’acqua…

“Abbiamo toccato il tema della sostenibilità:  gli sport invernali sono a rischio eventi climatici e la connessione è fortissima. L’acqua che condensa e cade su Cortina. La stessa acqua che poi arriva alla Laguna di Venezia. Noi abbiamo voluto valorizzare questo ciclo che diventa un circolo naturale in continuo movimento, che unisce montagna, pianura, città, laguna, mare e cielo.

Un tributo alla bellezza in movimento, “Beauty in Action”, appunto.”

Abbiamo trasformato l’Arena in una grande piazza italiana, dove una piccola goccia caduta al centro si apre, dando vita a cerchi concentrici che riprendono le vie dell’Arena.

Una macchina scenica al cui interno abbiamo celato degli elementi tecnologici, giocando tra realtà e fantasia. Una scenografia e uno spettacolo  che non si era mai riusciti prima a realizzare all’Arena di Verona.”

Mondiali di Calcio Italia ’90, Salt Lake City 2002, Torino 2006,  Rio 2016, Coppa America con l’esibizione di Shakira, solo per citarne alcune. Tu, insieme a Filmmaster, hai curato moltissime cerimonie:  cosa ti ispira nella realizzazione degli spettacoli?

“Innanzitutto devi vedere tutte le cerimonie (non solo le nostre):  devi studiare, devi imparare, vedere quello che succede nel mondo. Io poi avendo scritto diversi libri, ho un approccio autorale: imposto molto sul racconto. Sono il direttore artistico, ma ho condiviso questo percorso con Adriano Martella, direttore creativo Filmmaster, e direttore creativo della cerimonia, che mi è stato a fianco nello sviluppo del racconto, secondo me, uno degli elementi portanti di questa cerimonia. La regista, invece, sarà una donna, Stefania Opipari, una delle uniche tre donne nella storia delle Olimpiadi ad aver diretto una cerimonia olimpica. Abbiamo fatto una squadra di talenti italiani.

Ci tengo a dare visibilità a questi talenti, perché credo che da solo non fai nulla, è sempre un lavoro di squadra. Tra l’altro, Adriano Martella, venticinque anni fa è stato mio allievo alla Luiss, (insegno “Eventi e Comunicazione”): ne ho riconosciuto subito il valore e l’ho voluto con me in tutti questi percorsi. Ne sono molto fiero. Con Adriano e Stefania abbiamo scelto figure che rappresentano la massima contemporaneità del cinema, dalla musica rock, dalla musica pop, come lo stage design di Giò Forma, un’altra eccellenza.”

Ci sarà la presenza di Roberto Bolle, puoi svelarci altri nomi?

“Insieme all’étoile abbiamo coinvolto due realtà diverse. La prima è la Aterballetto, quanto c’è di più contemporaneo in Italia oggi, con il coreografo Diego Tortelli elemento di spicco della danza italiana.

Si unirà al gruppo anche Eleonora Abbagnato con la scuola di ballo dell’Opera di Roma. Un bel quadro, un bell’insieme di stili e capacità differenti. Lavoreremo su un binomio. Questa è la prima volta nella storia che le Olimpiadi si svolgono in due città diverse, e il tema della dualità lo ritroveremo spesso, dualità come quella tra dei maestri e dei giovani allievi talentuosi. Il 22 febbraio andrà in scena uno straordinario intreccio di tradizione e innovazione, musica, danza, cinema, design e tecnologia, classicismo e contemporaneità.”

Siete pronti a qualsiasi condizione atmosferica?

“Certo, abbiamo pensato a tutto: noi andiamo in scena sempre! Come si dice: “con la pioggia o con il vento, noi faremo un gran portento”, abbiamo sempre un piano A, B e C. A Parigi, per esempio, eravamo tutti completamente zuppi, ma è stato comunque un successo!”

Le cerimonie olimpiche sono sempre un’iniezione di energia per il paese, regalando una visibilità che spesso nemmeno si immagina. E questa cerimonia in particolare, ha già il sapore di un’eredità straordinaria non solo per la città Verona, ma per tutta la bellezza italiana. Una bellezza che sarà vissuta, condivisa, respirata. A ritmo di talento, espressione, tecnologia e tanta, tantissima emozione.

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