Così nacque Casa Vianello
Era il 17 gennaio del 1988 quando, per la prima volta, veniva trasmessa sulle reti Mediaset la sit-com Casa Vianello. Il resto è una storia che porta il nome degli indimenticabili Sandra e Raimondo
"Che barba, che noia, che noia, che barba!". Alzi la mano chi non ricorda quella celebre gag che concludeva ogni episodio di Casa Vianello, tra il fruscio delle coperte e il borbottio sommesso di Raimondo mentre Sandra, imperterrita, ripeteva il tormentone che è entrato di diritto nella memoria collettiva. Erano altri tempi, quelli in cui lo schermo del televisore dominava le nostre serate, ben prima che gli smartphone monopolizzassero il nostro tempo libero. Quella “scatola magica”, dapprima in bianco e nero e poi a colori, a partire dagli anni '30 ha dato il via a una rivoluzione, quella dell’intrattenimento. È attraverso quello schermo che, personaggi sconosciuti, poi diventati iconici, sarebbero entrati nelle nostre case.
È così che, anno dopo anno, generazione dopo generazione, lo schermo televisivo ha trasformato vite ordinarie in straordinarie. E proprio il 17 gennaio 1988, alle 19:05 su Canale 5, la coppia più amata dello spettacolo italiano inaugurava una delle sitcom più celebri e longeve della nostra televisione: Casa Vianello. Quella non era solo la dimora di Sandra e Raimondo, ma il salotto di tutti gli italiani, un invito aperto a far parte della loro famiglia straordinariamente normale.

Il debutto
Il sipario su Casa Vianello si alza con Sandra che, costretta a letto da un incidente, annuncia di aver invitato un’amica a cena, Iolanda. Toccherà quindi a Raimondo occuparsi della preparazione della serata. Ma Iolanda, a sua volta, ha allargato l’invito alla giovane e avvenente Anna, sua figlia, sperando che Sandra possa convincerla a lasciare il fidanzato Lucio, un attore considerato poco affidabile.
Raimondo, conquistato dalla bellezza di Anna, tenta goffamente di sedurla, ma i suoi piani vengono immancabilmente sventati: prima da Sandra, travestita da cameriera, poi dall’arrivo improvviso di Iolanda e Lucio, che interrompono Anna sul punto di concedere un bacio. Le incomprensioni culminano in un’esplosione di urla, per poi stemperarsi nella scena finale in camera da letto, con Sandra che si lamenta del tran tran quotidiano e Raimondo che, in silenzio, legge la sua amata Gazzetta dello Sport.
Questa, in sintesi, la trama della prima puntata, intitolata Invito a cena, andata in onda nel 1988.
Un episodio che ha gettato le basi per quella che sarebbe diventata la sitcom “all’italiana” per eccellenza: un prodotto capace di raccontare, con ironia e affetto, i piccoli drammi e le grandi risate della vita coniugale.
La coppia simbolo di un Paese
Sandro e Raimondo, Raimondo e Sandra, due persone indivisibili che hanno condiviso tutto. È impossibile immaginare l’uno senza la presenza dell’altra e viceversa. Inseparabili compagni di vita e di lavoro, i due hanno hanno calcato i palcoscenici di tutta Italia, dal teatro, al cinema, fino alla televisione conquistando generazioni di spettatori.
Negli anni ’80 erano già all’apice del successo e già coppia amatissima e seguitissima dagli italiani, ma fu con Casa Vianello che i due aprirono le porte della loro casa al pubblico, trasformandolo in un membro della loro irriverente famiglia.
Lei, moglie vivace e sognatrice, piena di idee e sempre in cerca di cambiamenti, svampita, impegnata a giocare a carte, chiacchierare con le amiche e partire per varie avventure. Lui, marito scontroso e burbero, preferiva il calcio e fantasticava su improbabili flirt con donne più giovani ma veniva rimesso sempre al suo posto prima che il sogno si potesse concretizzare. La coppia, nonostante le schermaglie quotidiane e i piccoli contrasti, non è mai messa in discussione: il punzecchiarsi rinfacciandosi i difetti reciproci fa parte dell’affetto, i malintesi sono destinati a sciogliersi, le urla e gli scontri alla fine di ogni puntata si sciolgono nella coda con il doppio tormentone dei piedi sbattuti e dell’insoddisfatto "Che barba, che noia, che noia, che barba!" mentre Raimondo legge rassegnato la Gazzetta dello Sport.
Molto più di una sit-com intramontabile, ma uno spaccato di vita coniugale e reale, della coppia italiana per antonomasia.
Un successo senza tempo
Con i suoi 338 episodi suddivisi in 16 stagioni, Casa Vianello è stata una delle sitcom Made in Italy più longeve della storia della televisione, seconda solo a Camera Café. La serie, andata in onda dal 1988 al 2007, ha visto la partecipazione di numerosi ospiti e personaggi secondari.
I coniugi Vianello furono infatti affiancati per tutte le stagioni dall’attrice Giorgia Trasselli con il ruolo della tata. Numerosi, poi, gli ospiti intervenuti durante gli anni. Tra questi anche Gianmarco, il figlio dei coniugi Magsino, adottato da Sandra e Raimondo. La sua presenza, come molti altri elementi introdotti nel corso delle stagioni, dimostrava sempre di più l’annullamento della distanza tra vita privata e televisiva, realtà e finzione.
E di fatto, è stato proprio questo che ha portato al successo Casa Vianello. Non solo la presenza della coppia di comici, ma anche quella realtà che, seppur esasperata, raccontava in maniera dissacrante la quotidianità di una famiglia all’italiana. La stessa nella quale tutti, anche solo per pochi minuti al giorno, potevano ritrovarsi.
Il successo dello show non si limitò al nostro Paese. La sit-com fu venduta anche in Canada, in Australia, in Libano e a Israele. Le ultime stagioni furono doppiate in lingua spagnola e trasmesse su Veo Televisión. Il progetto, inoltre, si allargò con la nascita di due mini serie televisive - Cascina Vianello e I Misteri di Cascina Vianello, rispettivamente nel 1996 e nel 1997 - e di un film, Crociera Vianello (2008), l’ultimo lascito televisivo di Sandra e Raimondo, scomparsi poi due anni dopo.
Oggi, a distanza di anni dalla loro scomparsa, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello continuano a vivere nella memoria collettiva degli italiani. Casa Vianello non è stata solo una sitcom, ma una finestra aperta su una dimensione familiare fatta di ironia, affetto e quotidianità. Ogni battuta, ogni sorriso e ogni “Che barba, che noia!” sono un lascito prezioso di una coppia che ha saputo trasformare la vita di tutti i giorni in un capolavoro.