Psicopatico è bello
A sostenerlo è uno psicologo inglese, secondo cui non è sempre vero che i "buoni" siano meglio dei "cattivi"
Non tutti gli psicopatici finiscono a crocifiggere prostitute dopo averle violentate.
Alcuni possono incanalare le loro “doti” in qualcosa di buono.
Non è il plot di una serie tv in stile Dexter, lo psicopatico/giustiziere della notte più amato dagli amanti delle serie televisive, ma la tesi di uno psicologo di Oxford, Kevin Dutton, che sul tema ha scritto un libro, The Good Psychopath’s Guide to Success, insieme all’ex soldato-scrittore Andy McNab, potenziale psicopatico e uomo di successo.
Questo “Elogio dello psicopatico” ha molti tratti ironici, naturalmente, ma di base suggerisce un nuovo approccio alla nostra visione delle cose.
Ci piace pensare (o ci viene ripetuto allo sfinimento che dovremmo pensare) che i buoni siano meglio dei cattivi.
La realtà è che “buoni” e “cattivi” sono solo modi per decodificare i comportamenti umani in una chiave di pace sociale, di status quo, utili ai potenti e ai furbi, intrisi di significato da tradizioni e abitudini consolidate, ma che nella sostanza non vogliono dire assolutamente niente.
Quali sono i valori per cui bisogna vivere?
Dipende dalla società in cui viviamo.
La nostra, estremamente e ipocritamente crudele, propaganda valori di sottomissione ma, a emergere, spesso e volentieri, sono le persone spietate.
Non avere pietà, paure, rimorsi, non avere il vincolo dell’empatia, credersi migliori degli altri e agire con determinazione par affermare se stessi, sono valori che funzionano molto meglio della misericordia e dell’altruismo.
Caratteristiche che, se sfruttate in qualcosa di meno sciocco e autolesionistico del diventare serial killer (in fin dei conti, si tratta di vite miserabili, emarginate, irrilevanti) e messe al servizio del potere e del dominio su cose e persone, possono fare la differenza.
Coltivare ossessioni non rende necessariamente maniaci. Può rendere grandi medici, grandi fisici, grandi scrittori, politici, condottieri, etc, etc. Molti Grandi della storia, se analizzati (ma i migliori di loro difficilmente si sarebbero lasciati usare come cavie da laboratorio da qualche psicologo da strapazzo), sarebbero probabilmente risultati degli psicopatici agli occhi degli studiosi e del mondo.
Il libro di Dutton farà discutere, dato che è costruito appositamente.
Chissà se, tra una polemica e l’altra, riuscirà ad insinuare il dubbio che, tra i valori religiosi, scolastici e familiari da trasmettere alle nuove generazioni, anche la psicopatia potrebbe occupare un posto di rilievo.
Forse il mondo non diventerebbe migliore.
Ma sarebbe di certo più divertente.