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«Nella mia scuola di Codogno mancano metà degli insegnanti»

«Nella mia scuola di Codogno mancano metà degli insegnanti»

Tra una settimana gli studenti d’Italia torneranno a scuola dopo 7 mesi di assenza e purtroppo con il 50 per cento del personale docente in meno. La pandemia ha messo a dura prova il sistema scolastico nazionale evidenziando ulteriormente le diseguaglianze sociali, gli assenteismi e la criticità delle strutture. Antonello Risoli preside dell’istituto agrario Tosi di Codogno, città simbolo del Covid, ci racconta delle gravi difficoltà avute in questi mesi per la riapertura in sicurezza della scuola. Difficoltà che permangono, ancora tutte.


Preside Risoli cosa è stato fatto in questi mesi per il rientro in sicurezza degli studenti?

«Se parliamo del Tosi come struttura, noi siamo privilegiati perché abbiamo ampi spazi in grado di garantire il distanziamento. Siamo pronti per ospitare tutti gli studenti in presenza, contrariamente ad altri istituti che dovranno alternare la didattica digitale integrata con metà classe in presenza e metà a distanza. Purtroppo dove mancano gli spazi non è possibile fare altrimenti. Resta il problema dei trasporti pubblici che potrebbero non essere in sicurezza per tutti e non so come potranno essere monitorati. I nostri studenti provengono da Pavia, Cremona, Lodi e Milano. Ad oggi non sappiamo ancora se i ragazzi potranno fruire del trasporto pubblico. Molte famiglie infatti si stanno organizzando con il trasporto privato».

Qual è invece la situazione legata agli insegnanti?

«In questo momento manca un buon 50 per del corpo docente come nel resto d’Italia, siamo in attesa. Il discorso delle nomine è una grandissimo problema. La criticità maggiore in tutte le scuole è la carenza degli insegnanti di sostegno, noi ne abbiamo solo 3 per 47 studenti. Fortunatamente è stato integrato il personale ATA. I bidelli per il discorso della sanificazione sono fondamentali. È stato difficile gestire l’emergenza, da febbraio il Cts ha cambiato più volte posizione e noi abbiamo dovuto improvvisare. Non tutti i docenti sono pronti per gestire contemporaneamente metà classe in presenza e metà a distanza. C’è stata una buona risposta degli insegnanti ai test per il Covid e fortunatamente al momento in Lombardia nessun docente è risultato positivo».

Quali sono le sue preoccupazioni e lo stato d’animo di genitori e ragazzi?

«La preoccupazione dei genitori è quella di avere informazioni al più presto e che vengano assicurate tutte le presenze. Come le dicevo resta l’incognita dei trasporti che non dipendono da noi ed il timore che i contagi aumentino. La prima settimana ci sarà un orario ridotto, nella seconda l’orario sarà completo. Confidiamo che una settimana in più ci possa dare una mano. Riaprire il 21 settembre invece che il 14, sarebbe stata una boccata di ossigeno per tutti. Noi comunque incontreremo i genitori a cui illustreremo le modalità di rientro, quali mascherine, igienizzazione, misura della febbre e accessi separati. La preoccupazione c’è perché non vorremmo che tutto il lavoro di questi mesi fosse vanificato da casi sospetti, studenti che non rientrino o docenti che non hanno capito. Ognuno deve fare la sua parte. È da metà giugno che siamo attivi ininterrottamente per un rientro in sicurezza. Gli studenti invece che sono già venuti a scuola per i corsi di recupero erano gasati e ottimisti».

Che protocolli verrano adottati in caso di contagio di uno studente o di un docente?

«In caso di un docente sospetto, l’insegnante dovrà recarsi subito presso il proprio domicilio. In caso di studente con sintomi quali temperatura alta e tosse, abbiamo predisposto un locale Covid come previsto in tutte le strutture scolastiche dove sarà isolato dal resto della scuola. In caso di positività sarà il servizio sanitario a decidere quali protocolli di sicurezza adottare nell’istituto».

Cosa è previsto a livello disciplinare per chi non rispetta le linee guida anti-Covid del Ministero della Salute?

«Mercoledì cambieremo il regolamento scolastico. Chi non indossa mascherine e non rispetta il distanziamento andando contro l’interesse collettivo della comunità sarà sospeso. Queste sono regole a tutela della salute pubblica, chi dimostra di non saperle rispettare può stare a casa. Confido che gli studenti abbiano un atteggiamento responsabile. Lo stesso vale per i docenti, quelli di loro che avranno un atteggiamento scorretto saranno soggetti a contestazioni di addebito disciplinare, con eventuale sospensione dal servizio».

Qual è il suo augurio per il nuovo anno scolastico?

«Auguro un buon anno scolastico a tutti, sperando che si possa trarre dalla tragedia che abbiamo vissuto fatta anche di lutti personali e persone che il Covid lo hanno vissuto sulla propria pelle, uno spunto per rientrare nella normalità senza dimenticare il passato. Il dramma ci ha unito e come qualcuno ha scritto: “Codogno ritrova il suo istituto simbolo”, ecco dobbiamo essere il simbolo di una ripresa corretta e completa, cercando di riappropriarci del contatto umano, il grande assente di questi mesi».

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