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Musica

Sanremo 2025: abbiamo ascoltato in anteprima le 30 canzoni in gara - VIDEO

Un gradino sopra gli altri Simone Cristicchi, Shablo, Elodie, Lucio Corsi e Brunori SAS. Nell'insieme, poco rap, zero rock e tanta dance...

Ecco le prime impressioni dopo l’ascolto in anteprima dei brani del Festival. I rapper non mancano, quel che invece latita è il rap, così come latita completamente il linguaggio del rock. Parecchi i brani che si affidano alla cassa in quattro, qualche buono spunto melodico e, tutto sommato, nessuno sforzo di originalità.

Francesco Gabbani - Viva la vita

Genere ballad con piano e voce in evidenza. Oggettivamente Gabbani ne ha cantate di migliori: il ritornello è accattivante, ma anche un po’ scontato almeno al primo ascolto, non decolla.

Clara - Febbre

Un po’ di effetti sulla voce, base urban e poi si passa inesorabilmente alla cassa in quattro. Una canzone che passa e va.

Achille Lauro - Incoscienti giovani

Ormai un veterano del Festival. Inizio alla Venditti (“L’amore è come una pioggia sopra Villa Borghese”), melodie facili, nessuna provocazione. Qui si parla di incoscienza giovanile, ma di “incosciente” in questo pezzo non c’è molto.

Brunori Sas - L'albero delle noci

Nascite e rinascite. Difficile non individuare qualche eco degregoriano, ma tra casse in quattro e voci deturpate sentire uno che fa se stesso cantando parole di senso compiuto è comunque ossigeno.

Shablo (feat. Guè, Joshua, Tormento) - La mia parola

Un tocco internazionale in questo pezzo che è un invito al ballo senza se e senza ma. Interessante l’arrangiamento, a fuoco i featuring. Finalmente, vien da dire, un brano che guarda oltre le formulette della musica italiana di questo tempo.

Giorgia - La cura per me

Il piano e una grande voce fanno decollare subito il brano. Che ha un appeal melodico già al primo ascolto. Come Noemi anche Giorgia fa quel che che le viene meglio. Non un pezzo epocale, ma sicuramente una bella canzone.

Emis Killa - Demoni

Ha il suo stile, viene dalla old school del rap e in questo pezzo rivela anche una buona vena melodica. Tra i tanti improvvisatori nel genere resta credibile anche in versione sanremese.

Marcella Bella - Pelle diamante

Anche Marcella si fa perdere dalla tentazione di un pezzo moderno ritmicamente pulsante. L’effetto e quello di una filastrocca straniante e il risultato non è che sia esaltante nonostante una certa orecchiabilità.

Gaia - Chiamo io chiami tu

Certi pezzi sono come una formula in chiave dance che si ripete all’infinito. Ritmo e vocalità in primo piano. Però non si decolla.

Simone Cristicchi - Quando sarai piccola

Storie di vita, di passaggio del tempo e di inversioni di ruolo tra genitori e figli. Un pezzo serio, intenso ed emozionante. Parole di senso e musica pure. Come un marziano al Festival…

Irama - Lentamente

Al primo ascolto non si capiscono le parole, ma questo sarebbe il meno. Il pezzo è in realtà una ballad dell’era autotune che si attorciglia su se stessa. Il che non significa che non possa funzionare

Serena Brancale - Anema e core

Martella eccome questo pezzo, un po’ dance, un po’ etnico. Il risultato finale è abbastanza confusionario, ma l’interpretazione è buona.

Olly - Balorda nostalgia

Una ballad insipida, che l’interpretazione non aiuta e prendere quota.

Elodie - Dimenticarsi alle sette

Un pezzo classico nel senso della tradizione più classica della melodia italiana con un adeguato supporto ritmico contemporaneo. Non basta un ascolto per capire se sarà la via d’accesso per vincere il Festival. In ogni caso, non male.

Massimo Ranieri - Tra le mani un cuore

Qui la voce c’è, e si sente. Una canzone d’amore in cui Ranieri è perfettamente a suo agio. Bello l’arrangiamento che porta al Festival quel po’ di raffinatezza che ormai è un fatto desueto. Rispetto alla quasi totalità dei brani, è un’altra era della musica.

Tony Effe - Damme 'na mano

Quest’anno all’Ariston vanno forte le suggestioni latine… Il resto è un pezzo neoromantico che celebra Roma con qualche sprazzo di rap e tanto parlato. Anche no.

Sarah Toscano - Amarcord

Un assalto ritmico in quattro quarti che soffoca tutto tranne qualche vocalizzo che ogni tanto emerge. Passa e va…

Rocco Hunt - Mille vote ancora

La strada, il bambino che sogna, le atmosfere latine e un po’ di martellamento percussivo. “Siamo anime buone in un mondo cattivo” canta Rocco in uno dei pezzi migliori del suo repertorio.

Lucio Corsi - Volevo essere un duro

Una discreta vena cantautorale per dire quanto è duro il mondo per chi duro non è. Una ballad molto orecchiabile, tutto sommato abbastanza tradizionale, e che nel finale ha pure un assolo di chitarra (merce rara nei Festival degli ultimi tempi).

Noemi - Se t'innamori muori

Noemi fa Noemi e le viene bene. Piano, archi e voci si fondono efficacemente e la linea melodica gira bene. Notti, nostalgia e consapevolezza del tempo passato. Un bel pezzo. Perfettamente sanremese.

Bresh - La tana del granchio

Ancora una ballad che gira su se stessa, abbastanza impersonale e poco originale.

Rose Villain - Fuorilegge

Tutto quel che serve per sbancare ancor una volta lo streaming. Partenza per voce e tastiere e poi ritmo, strofe sincopate, sensualità e melodia che acchiappa. È lo stile-Villain.

Willie Peyote - Grazie ma no grazie

Cita i Jalisse e gioca con il mood brasileiro. Nella media, il testo è decisamente più alto e con una discreta dose d’ironia. Ha un tocco di originalità e tutto quel che serve per diventare una hit.

Modà - Non ti dimentico

Una band che si colloca nello spazio musicale che si è ritagliata fin dall’inizio con una ballad a tinte pop rock che sfoggia un po’ d’intensità nel finale.

Fedez - Battito

Cupo, ipnotico, poco sanremese fin dalle prime battute, Un pezzo che parla di depressione, di serotonina. Alla fine, resta un senso di incompiutezza.

Francesca Michielin - Fango in paradiso

E va bene, va bene così… Una canzone d’amore senza infamia e senza lode, ben interpretata, che potrebbe sorprendere sul palco dell’Ariston

Rkomi - Il ritmo delle cose

Un potenziale hit martellante anche se capire esattamente le parole del testo è un’impresa.

Coma Cose - Cuoricini

Un viaggio negli dance anni Ottanta. In questo caso il motore ritmico è al servizio di una melodia piacevole e abbastanza originale. Un guizzo di vitalità.

Joan Thiele - Eco

Finalmente una canzone pop che non cede alla irresistibile tentazione di diventare un pezzo dance in corso d’opera. Voce perfettamente a fuoco. Se vi piaceva Goodnight Moon di Shivaree, questo pezzo fa per voi.

The Kolors - Tu con chi fai l'amore

Un’inizio alla Supertramp, poi il ritmo prende il sopravvento e si va dritto su un beat che martella inesorabilmente dall’inizio alla fine. Formula che vince non si cambia. Tira aria di tormentone.

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Gianni Poglio