Dedicato a noi è uno dei migliori album di Ligabue
Paolo De Francesco
Musica

Dedicato a noi è uno dei migliori album di Ligabue

Un disco ispirato, potente, fatto di belle canzoni e testi che si intrecciano con la vita. Del Liga e di noi tutti. Tra presente e memoria...

Ha il piglio e l'approccio di un album vero Dedicato a noi, una sequenza di canzoni che messe insieme fanno un disco. Un album potente, uno dei migliori di Ligabue, sospeso tra presente e memoria nel tentativo (riuscito) di ridare un senso al "noi"in un tempo popolato da troppi "io".

Così come sei richiama l'era di Salviamoci la pelle, anzi riprende proprio, sostenuta da un beat incalzante, il concept di quel pezzo tratto da Lambrusco coltelli, rose e popcorn. Solo trent'anni dopo, tre decenni in cui i protagonisti hanno vissuto, sono cambiati, ma non hanno preso il gusto di vivere e di amarsi. Con i segni del tempo, sempre in sella alla vecchia Guzzi.

Meno uptempo, ma altrettanto efficace La parola "amore" un viaggio nella memoria e nei ricordi che si manifesta nel momento di un reincontro importante: "Arrivi tu ed il nastro riparte da dove si era spezzato il film perfetto, fin troppo avvincente e non l’abbiamo finito".

C'è un modo di raccontare le relazioni che fa dei brani dei cantautori, quelli bravi, dei gioielli preziosi. Come nel caso di La metà della mela, che ha i numeri per diventare un classico, non foss'altro perché certe parole arrivano a tutti, perché sono vita vissuta, sensazioni reali, pelle e brividi. Dedicato a noi è il pezzo manifesto dell'album, con quel noi che si ripete e abbraccia in senso lato tutti quelli che l'autore sente stare dalla stessa parte: il pubblico, gli amici, gli affetti.

In Musica e parole scorre una potente vena ironica espressa a suon di rock, uno sguardo divertito e allibito rispetto allo spirito dei tempi: "tirami fuori tu da questo angolo di merda dove gli schizzi arrivano a tutti e la memoria è sempre più corta".

Al di là dei pezzi, tra i migliori della sua storia, Dedicato a noi è un album dal suono solido, compatto, caldo e avvolgente. Un disco ispirato che è bello ascoltare tutto di seguito e che in Quel tanto che basta, la traccia 7 (un numero speciale e un po' magico per il Liga), composta a Parigi durante il lockdown in albergo per il Covid, trova uno dei suoi momenti più alti.

Un altro mondo sonoro si affaccia nell'attacco folk martellante di Niente piano B, uno squarcio di southern rock che anticipa lo splendido suono del piano elettrico di Chissà se Dio si sente solo, una poetica umanizzazione della figura divina, oltre che una carrellata di paure in cui non è difficile riconoscersi.

Sono giovani e diciottenni i protagonisti di Stanotte più che mai, un altra faccia dell'età dell'amore che si ricollega al film di Così come sei. Solo trent'anni prima. La chiusura del disco è affidata a Riderai, una canzone che profuma di speranza , un invito a guardare indietro e a ridere dei muri che ciascuno si costruisce intorno, per non vedere "là fuori com'è'".

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Gianni Poglio