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Marte e l’uomo. Mito e miti del pianeta rosso

Marte e l’uomo. Mito e miti del pianeta rosso

Nemico e amico, abitato o deserto. Come ha segnato la storia dell’uomo tra fantasia e progresso scientifico

Marte e l’uomo. Mito e miti del pianeta rosso
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1953: foto di scena dal film americano “Invaders from Mars”

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Mission to Mars, film del 2000 di Brian de Palma

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“Robinson Crusoe on Mars”, pellicola del 1964

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Mars attacks (1996), regia di Tim Burton

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La superficie di Marte fotografata nell’agosto 1976 dalla sonda Viking 2

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Illustrazione di Keplero delle orbite ellittiche del pianeta Marte (1609)

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1896: Disegno di Marte con i “canali” e le aree in ombra dell’astromomo americano Percival Lowell, che tra i primi teorizzò l’ipotesi della civilizzazione del pianeta rosso.

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Il Viking 1 fotografò nel 1976 i canyon di Marte.

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La sonda americana Mariner 4 che per prima nel 1965 inviò immagini ravvicinate della superficie di Marte

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Locandina dell’opera musicale “A signal from Mars”

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27 agosto 2003: quel giorno Marte si trovò nel punto più vicino alla Terra da 60.000 anni

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Ritratto dell astronomo e scrittore americano Carl Sagan

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David Bowie nei panni di Ziggy Stardust, leader degli “Spiders from Mars”. Agosto 1973

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H.G. Wells, lo scrittore britannico autore della “Guerra dei Mondi” (1898)

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La regione vulcanica dell’Elysium vista dalla Sonda Mariner 9

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L’astronomo e matematico olandese Christiaan Huygens, uno dei più importanti studiosi di Marte.

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Il rover Soujourner fotografa il suo compagno di esplorazioni sulla superficie di Marte, il Pathfinder

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Sojourner lascia la rampa del modulo iniziando l’avventura sul pianeta rosso.

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La regione di Marte chiamata Echus Chasma, dove è stata rilevata nel 2005 la presenza di acqua.

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Mappa di Marte in un disegno del 600.

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Matt Damon in “The Martian” del 2015.

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Dante, Paradiso canto XIV. Il cielo di Marte rappresenta la Passione di Cristo. Illustrazione di Gustave Doré.

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Marte e i suoi canali in una mappa inglese dell’800.

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Copertina sul “Pianeta rosso Marte”, protagonista del filone fantascientifico tra gli anni ’50 e ’60.

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Schermata del videogioco “Mars” dei primi anni ’80.

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Library of Congress

Dettaglio dei crateri marziani fotografati dalla MAriner 4 nel 1965.

Per forgiare il mito di Marte, l’uomo non ha atteso il 15 luglio 1965 quando la sonda spaziale americana Mariner 4 inviò sulla Terra le prime immagini ravvicinate della sua superficie. Il rosso e ferroso pianeta nostro vicino nel sistema solare ha solcato i secoli nella storia delle civiltà, delle scienze, dell’arte. Conosciuto (e spesso temuto) sin dall’antichità, fu dio della guerra nella Roma classica, astro rosso foriero di presagi bellici. Quando alla mitologia si affiancò la scienza, studiosi come Aristotele cominciarono a calcolarne la distanza dal nostro pianeta nel momento in cui Marte passava dietro al disco della Luna.

Nel XVII secolo lo sviluppo degli strumenti ottici permise di osservare il pianeta rosso in modo molto più dettagliato. Anche Galileo osservò Marte, ma il primo a disegnare una mappa della superficie fu l’olandese Christiaan Huygens. Nel 1666 l’italiano Giandomenico Cassini fu il primo a registrarne la rivoluzione attorno al proprio asse (di 24 ore come la Terra).

Nell’800, grazie alla rivoluzione tecnologica che permise a Giovanni Schiaparelli di osservare striature scure che chiamò “canali”, si alimentò il mito della possibilità dell’esistenza su Marte di forme di vita. Negli anni dei viaggi fantastici di Jules Verne, il pianeta rosso diventa protagonista e spesso antagonista dei racconti fantascientifici della fine del secolo XIX: l’opera più rappresentativa è riconosciuta nell’opera dello scrittore britannico Herbert G. Wells “La guerra dei mondi”, primo e paradigmatico esempio di invasione aliena della Terra da parte degli abitanti del pianeta rosso. L’idea di Wells sarà ripresa nel 1938 da Orson Welles che simulò una invasione marziana nel New Jersey interrompendo le trasmissioni radiofoniche, colpo di scena per presentare la serie “War of The worlds“.   Durante il secolo successivo l’epoca d’oro di Marte nella letteratura fantastica prosegue con le “Martian Tales” di Edward R. Burroughs e soprattutto con “Le Cronache Marziane” di Ray Bradbury, 28 racconti brevi sulla conquista del pianeta da parte di un equipaggio terrestre. L’opera, del 1950, inaugura i due decenni più fertili della storia della fantascienza nel cinema e nella letteratura. Marte colonizza o è colonizzato da terrestri, entra a far parte del mondo del fumetto e delle serie televisive. Appare nei primi videogiochi, sui pannelli dei flipper, nei cartoni animati dei Looney Tunes (con Marvin il Marziano). All’inizio degli anni 70 se i Pink Floyd citano la Luna, scelgono Marte David Bowie nel 1971 (“Life on Mars?”) ed Elton John nel 1972 (“Rocket Man”).

Il filone cinematografico prosegue e includerà parodie intelligenti come Mars Attacks! di Tim Burton (1996) summa ironica della fantascienza degli anni ’50-60.  All’inizio del nuovo millennio due rover della Nasa raggiungono la superficie di Marte: sono Opportunity e Curiosity. Il 20 settembre 2015 proprio quest’ultima invia alla Terra immagini rivoluzionarie, che indicano la presenza di acqua salata sul pianeta rosso. Proprio mentre Ridley Scott presentava a Toronto “The Martian“, con Matt Damon che riprende i temi sci-fi di mezzo secolo prima. Il mito del pianeta rosso e dei suoi fantastici abitanti continua. 

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