
Mao Tse-tung (1893-1976)

Novembre 1944: durante un comizio con i guerriglieri comunisti

Mao Zedong (1893 – 1976, a sinistra) nel 1930.

Pechino, 1967. il manifesto ritrae Mao padre della “rivoluzione culturale”

Studenti universitari della “Guardia Rossa” sventolano il libretto rosso. (1966)

Il famoso bagno di Mao nel fiume Yangtze, il 16 luglio 1966.

Jiang Qing, la terza moglie di Mao durante un discorso del marito nel 1973

Il corpo di MAo Tse Tung omaggiato dai cinesi il 10 settembre 1976

Memorabilia del “Grande timoniere” in una collezione esposta a Londra nel 2010

Mao Tse Tung in chiave pop art nell’opera di Andy Warhol

Piazza Tienanmen nel 2014

Chengdu: l’esposizione di un collezionista di oggetti e immagini di Mao

Nel 1961 con Francois Mitterrand

La “battaglia del grano” in salsa cinese.

Con la figlia Li-na nel 1945

Con il Presidente Usa Nixon nello storico incontro del 1972

Con il premier indiano Jawaharalal Nehru.
Venerdì 9 settembre la Cina ricorda i 40 anni dalla morte di Mao Zedong, il fondatore della Cina moderna e comunista.
Il presidente Xi Jinping, non ne ha menzionato il nome, per la verità, nella sua uscita pubblica in una scuola che ha visitato, ci dice il New York Times di oggi.
E in effetti, Mao è ancora una figura considerata in modo ambivalente in Cina.
Lo si trova in migliaia di piazze, sotto forma di monumenti; lo si ha per le mani, raffigurato sulle banconote. Il suo corpo imbalsamato riceve ogni giorno la visita di migliaia cinesi e di turisti.
Eppure il partito non ha mancato negli anni di riconoscere gli “errori” compiuti, anche se non si è avuta una revisione completa della retorica ufficiale per riconoscere il caos e i milioni di morti causati dal “Grande balzo in avanti” fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60: si stima che la grande carestia succeduta allo sforzo sconsiderato di “modernizzazione” abbia provocato fra i 30 e i 45 milioni di decessi. Né i terribili crimini commessi durante la Rivoluzione culturale alla fine degli anni ’60, una vera e propria guerra di classe.
In questa gallery ripercorriamo brevemente la parabola del “Grande Timoniere” alla guida del paese più popoloso del pianeta.
Il “Grande Timoniere” si era arreso all’ultimo nemico: il morbo di Parkinson. Era il 9 settembre 1976.
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