Steven Seagal pensa di candidarsi come Governatore dell’Arizona.
Vero? Non vero?
Non importa.
Quello che conta è che l’annuncio dell’attore, durante la presentazione di un reality, sia verosimile.
E che, nel prossimo futuro, potremmo ritrovarci Governatore il protagonista di alcuni tra i più popolari film d’azione degli anni ’90 (Duro da uccidere, Programmato per uccidere, Trappola in alto mare, Trappola sulle Montagne Rocciose), al diciassettesimo posto, con 146 uccisioni, nella classifica degli attori con più morti cinematografiche sulla coscienza (il primo è Schwarzenegger con 369 uccisioni, di cui Seagal segue la scia).
Proprio The Governator, ancora in carica come Governatore della California, partecipò con un cameo al primo capitolo della saga I mercenari, riuscitissimo progetto ideato e diretto da Sylvester Stallone nel quale, dopo aver rinunciato a una missione perché troppo impegnato, alla domanda di Bruce Willis “Come mai è così occupato?”, Stallone rispondeva “Vuole diventare Presidente”.
Una delle scene più belle della storia del cinema.
Non era la prima volta che i due giocavano con la realtà e la finzione, tra omaggi e citazioni incrociate.
Era successo in Last Action Hero – L’ultimo grande eroe, interpretato da Schwarzenegger. In una scena ambientata in una videoteca c’è un poster di Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Protagonista, al posto di Schwarzenegger, Sylvester Stallone. Ed era successo nel profetico Demolition man, in cui il personaggio di Stallone si trova davanti alla Biblioteca Presidenziale Schwarzenegger il quale, nonostante sia nato in Austria, nella finzione distopica era riuscito a far abrogare la legge che impone il Presidente degli USA sia nato su suolo americano.
Schwarzenegger, Seagal… la fede politica non c’entra niente. Il tifo viene tutto dal piacere di vedere gli action hero a capo del mondo reale.
Sono le foto, i filmati, a rendere la prospettiva esaltante.
Paragonati ai vip prestati alla politica italiana poi, viene la depressione.
Vogliamo parlare di Flavia Vento? Di Marrazzo? Di Iva Zanicchi? Di Ilona Staller (che, con un nome del genere, non ho mai capito perché abbia cambiato il nome in Cicciolina per fare la pornostar) Santoro o Cecchi Paone?
L’unica luce nel buio fu Bud Spencer, che ai tempi della sua candidatura si proponeva di depenalizzare le risse.
In tempi cupi come questi, per liberarci dal pantano (e dalla noia volgare) della politica italiana, ci vorrebbe l’intera squadra dei mercenari.
O, almeno, magari facendo leva sulle sue origini italiane, si potrebbe pensare a una candidatura di Stallone.
Gi slogan ci sarebbero già: “Disboschiamo la giungla della politica, vota Rambo Presidente”, “Mandiamo a casa questi somari, vota il vero Stallone italiano”.
E via così.
