Recordman tanto sul parquet che dietro la scrivania: dopo essere stato il più giovane giocatore a debuttare 15enne nella Russian Superleague, a soli 34 anni e a pochi mesi dal ritiro con la maglia del Cska Mosca, Andrej Kirilenko è stato eletto a capo della Federazione russa di basket.
Soprannominato “AK-47” (giocando con le sue iniziali e il numero di maglia per ammiccare al Kalashnikov), dopo essere esploso nella madre patria prima con lo Spartak San Pietroburgo e poi con il Cska (con cui ha vinto tre titoli nel 1999, 2000 e 2012), Andrej Kirilenko è volato oltreoceano per una lunga militanza nell’Nba: dal 2001 al 2011 con gli Utah Jazz, quindi – dopo una stagione vincente a Mosca – con i Minnesota Timberwolves nel 2012-2013 e con i Brooklyn Nets nel 2013-2014, prima di una stagione senza presenze con i Philadelphia 76ers e il successivo rientro al Cska per il definitivo addio al basket giocato.
Appena nominato n°1 della pallacanestro russa, Kirilenko ha subito dovuto affrontare il problema della sua seconda cittadinanza americana, spazzando via ogni dubbio con la determinazione con cui era solito “pulire” i tabelloni: ”Non capisco che danno possa portare la mia seconda cittadinanza”, ha affermato alla Tass. “Sono stato per tutta la mia vita un cittadino russo, resto russo e morirò russo”. Ora lo attende l’impegnativo compito di riorganizzare una Federazione in crisi dopo essere stata sospesa dalla Fiba per una serie di contrasti e battaglie legali che avevano portato all’annullamento delle ultime elezioni interne.