Khaby Lame
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Khaby Lame: «Vorrei fare un film con Checco Zalone»

E' l'italiano più seguito al mondo su TikTok e ha più seguaci di Chiara Ferragni su Instagram. Il re dei social, senegalese di origine, residente a Chivasso, racconta a Panorama sogni, amori e vita dura di quartiere. Il suo segreto? «Uso la mimica che è una lingua universale».

Buster Keaton, il grande divo del cinema muto americano, disse: «Il silenzio è per gli dei, solo le scimmie chiacchierano». Khaby Lame, il tiktoker italiano più seguito al mondo, deve avere imparato questa lezione. Anche se alla domanda se si fosse ispirato a Keaton per i suoi video sembra un po' perso. Ma non ha poi così importanza. Senegalese di nascita, 21 anni, venuto in Italia da piccolo e cresciuto nelle case popolari di Chivasso, un paesone a 20 chilometri da Torino, finora famoso per i suoi «nocciolini» venduti in pacchettini dalla carta rosata. Il ragazzo dalle lunghe mani sottili ha sfondato mettendo in scena cose lapalissiane: come sbucciare una banana, un cetriolo, come togliere il gambo di una ciliegia. I video muti, molti girati nella sua cameretta spoglia, un po' Marcel Duchamp, un po' Che te lo dico a fa', sono stati proiettati sui grattacieli di Tokyo. Altro che i «15 minuti di fama» cui pensava Andy Warhol, qui abbiamo più di 89,6 milioni di follower sul social cinese TikTok e quasi 30 milioni su Instagram, con tanto di sorpasso della Queen Chiara Ferragni. I giornali di tutto il mondo hanno parlato «dell'italian tiktoker», anche se italiano ancora non lo è. A vederlo a Milano in maglietta bianca e calzoncini kaki, una collanina sottile al collo, sembra uno come tanti, che parla, poi si distrae, guarda il cellulare. Un ragazzino sicuramente geniale e con i piedi saldamente ancorati a terra. «Perché se sei cresciuto in un certo modo è una cosa naturale».

E lei come è diventato così?

Sono nato in Senegal, ho vissuto a Chivasso, frequentato lì le scuole e preso la qualifica superiore come meccanico. Ho iniziato come controllore numerico in una fabbrica di filtri ad aria. Ma ho fatto tanti lavoretti fin dai 17 anni: cameriere, muratore, lavavetri, lavapiatti.

Quando ha iniziato con i video?

Lo facevo da sempre, ma durante il primo lockdown, dopo essere stato licenziato, mi ci sono dedicato a tempo pieno. In fondo è stato un periodo felice: a casa con la mia famiglia a fare quello che mi divertiva.

Il debutto sul web?

È stato sui gel disinfettanti, quando i prezzi sono saliti alle stelle. Mi piace fare ridere, è una cosa mia, che ho da sempre. Mi viene naturale.

Mai subìto razzismo?

Mai, tra noi delle case popolari ci difendevamo sempre. E anche fuori dal nostro giro non ho avuto problemi. Lì stavo bene, nonostante molti lo considerino un luogo non bello.

Li vede ancora gli amici del cortile?

Molto meno, sono spesso a Milano, vedo poco la famiglia, la mia ragazza. È una cosa che succede, un sacrificio che si deve fare.

Quanta saggezza.

Sono sempre stato saggio. Più che altro è la strada che ti insegna a vivere, ti fa capire la fratellanza.

Per arrivare al successo è necessario passare dalla strada?

No, ci vuole passione. Se pensi di ottenere fama e soldi non funziona. Solo la tenacia e la costanza ti ripagano. A volte succede che tutto quest'impegno non dia frutto, ma almeno ci hai provato. Ho una mentalità da sportivo. A 17 anni facevo atletica, cento metri, e se molli non arrivi da nessuna parte.

Lei è arrivato dove voleva?

Chi ce la fa è perché non ha ascoltato nessuno. Se ti fai influenzare dagli altri, da chi pretende di importi i suoi limiti, ti fermi. Invece solo tu puoi decidere quando scendere dalla giostra. So che un giorno i limiti arriveranno, ma sarò io a scegliere.

Guadagna?

Su TikTok c'è una monetizzazione basata su video, like, commenti. È complicato. Ancora non posso comprare casa alla mia famiglia. Ma se si parte per arricchirsi non si arriva a nulla.

È divertente come prende in giro le challenge più assurde. Cosa pensa dei social?

Non mi sento di giudicare chi ci passa molto tempo. C'è chi ha solo quelli a rallegrarlo. Penso che usarli di continuo, come ogni abuso, faccia male.

Non ha mai abusato di nulla?

Nessuna droga, alcol o sigarette.

Cosa ha provato quando li ha visti proiettati sui grattacieli di Tokyo?

Il Giappone è il mio sogno da sempre, vorrei visitarlo. Sono un grande appassionato di anime, che guardo anche in giapponese. Adoro la loro cultura, i samurai, le katane.

Quanto tempo dedica alle sue creazioni?

C'è la presentazione, la ricerca dei video cui fare la reazione, è un lavoro quotidiano. Ne posto uno al giorno e ci lavoro almeno per quattro ore.

Il successo cosa ha cambiato?

Sono tranquillo come sempre, solo sento di avere più responsabilità. Cerco di non offendere nessuno, creo contenuti che non disturbino alcuna fascia d'età, sesso, religione. Alla fine basta saper scegliere e rispettare tutti.

Controlla se i follower aumentano o diminuiscono?

Non mi interessa, continuerei anche se a guardarmi fosse solo la mia famiglia.

Com'è la sua famiglia?

Ho quattro fratelli uno più grande, tre più piccoli, mio padre lavorava in fabbrica, ora è a casa in cassa integrazione. Sono l'unico che ha un'occupazione. Mia madre non lavora. Lei è una dea, la mamma è tutto.

Ha una fidanzata?

Zaira, una ragazza siciliana, ci siamo conosciuti un anno fa a Chivasso e sono felice che sia successo prima di tutto questo. Perché quando arriva la fama allora non sai più se incontri l'amore vero o solo la convenienza. Mi ritengo molto fortunato. E innamorato.

Continuerà a restare muto?

Non lo so, vi lascio nel dubbio. Senza parole sono stato capito da tutto il mondo. Mi seguono in Brasile, Stati Uniti, India, Russia, e anche in Iran. Così ho potuto portare la mia allegria ovunque.

In Senegal è considerato un eroe nazionale.

Gli eroi sono i pompieri e i medici, non certo io.

Lei non ha ancora ottenuto la nazionalità italiana, le pesa?

No, assolutamente. Io mi sento sia italiano sia senegalese.

Chi sono i suoi miti?

Eddie Murphy, Omar Sy, Will Smith, Checco Zalone. La più grande emozione che ho provato è quando Smith mi ha risposto a un commento su Instagram. Lo seguo fin da piccolo, per me è una leggenda.

Il suo sogno?

Mi piacerebbe entrare nel mondo del cinema, fare l'attore. Magari proprio con Checco.

Il momento più felice?

Quando ho incontrato Alessandro Del Piero. Sono un tifoso juventino. Una sera il mio agente ci ha fatto incontrare in un ristorante di Milano. È stata una sorpresa, sono rimasto pietrificato. È un uomo molto generoso, abbiamo fatto un video insieme. Anche lui ha i piedi per terra.

La sua genialità è aver mostrato come la vita può essere assai più semplice.

No, la vita non si può definire semplice. Io cerco di far capire come una cosa che appare difficile possa essere semplificata. Ma dire che la vita è facile, quello no. Ognuno ha i suoi inferni.

La sua come è stata?

Non è stata semplice, ma non mi sono mai buttato giù. Ho continuato per la mia strada vivendo i limiti e cercando di superarli.

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Terry Marocco