È in arrivo con due film: La donna alla finestra, un thriller in stile Hitchcock e il dramma generazionale Elegia americana diretto da Ron Howard in cui recita insieme a Glenn Close, sua madre. Negli ultimi 14 anni ha avuto sei nomination all’Oscar senza ottenerlo. Sarà la volta buona? «Mia mamma è stata candidata sette volte. Se non l’ha vinto lei… posso anche avere pazienza».
Esistono due me, l’attrice e la mamma (ma anche moglie e casalinga) e non potrebbero essere più diverse. Quella sullo schermo mi somiglia fisicamente, ma non caratterialmente, tanto che spesso sorprende perfino l’altra, la spettatrice».
Silenzio, per favore, Amy Lou Adams è in vena di confessioni. Continui la prego.
L’attrice non ha paura quasi di niente, la mamma-moglie-casalinga-spettatrice quasi di tutto.
Ci può fare un esempio?
Quando nel film Notte al museo 2 ho interpretato la grande aviatrice Amelia Earhart mi veniva da ridere: nella vita reale l’aereo è uno dei luoghi in cui mi sento meno a mio agio, ne sono terrorizzata…
Amy Adams ha 46 anni, quarta di sette figli, è nata in Italia, nella base aeronautica Nato di Aviano, vicino a Pordenone, dove suo padre faceva il servizio militare. Proprio per questo una sua figlia si chiama Aviana (il padre è l’artista Darren Le Gallo). Amy sarebbe bionda, ma quando si è trasferita a Hollywood ha visto che lo erano tutte, e si è fatta rossa. Negli ultimi 14 anni è stata candidata all’Oscar sei volte, una media simile a quella della divina Meryl Streep. È per questo che a ogni suo nuovo film attesa e scommesse crescono. Quest’anno la possibilità è addirittura doppia. Amy Adams è protagonista del dramma generazionale Elegia americana e del thriller La donna alla finestra. Il primo, Elegia americana (su Netflix dal 24 novembre) è diretto da Ron Howard, due Oscar per A beautiful mind. La sceneggiatrice è Vanessa Taylor, candidata all’Oscar per La forma dell’acqua, insieme a Guillermo Del Toro. Il film, tratto dall’autobiografia di J.D. Vance (87 settimane nella lista dei best seller del New York Times) racconta una visione moderna del sogno americano, fra povertà e incomprensioni familiari. Netflix ha acquistato i diritti all’asta per la cifra record di 45 milioni di dollari. Il secondo, La donna alla finestra, è diretto dall’inglese Joe Wright. Un thriller alla Hitchcock. Amy è una psicologa che soffre di claustrofobia e attacchi di panico, non riesce più a uscire dal suo appartamento e passa il tempo a spiare i vicini. Finchè un giorno crede di aver visto un omicidio…
Questa volta ce la farà a vincere l’Oscar?
Scelgo i film che mi segnano emotivamente, sperando di trasmettere sullo schermo quello che mi aveva colpito sul copione. Certo, vincere l’Oscar sarebbe un bel riconoscimento, ma avere avuto sei nomination per parti diversissime mi fa sentire una vincente, non una perdente. Quest’anno però sono molto tranquilla, in Elegia americana c’è Glenn Close, mia mamma.
E lei è stata candidata già sette volte. Se non l’ha vinto un’attrice come lei, posso sicuramente avere pazienza io, no?
Lei ha cominciato la sua carriera con film più leggeri, ma ormai da anni sembra esplorare sempre più il lato oscuro della vita.
È un caso o una scelta?
Non è necessario che i personaggi mi somiglino, anzi. Mi sento fortunata a non avere la necessità di difendere un’immagine preconfezionata di me stessa. Però ho un alto senso etico, vorrei che le storie che interpreto avessero una morale e aiutassero gli spettatori a riconoscere non me, ma se stessi.
In Elegia americana, la sua Beverly, detta Bev, è una mamma molto distratta, sposata cinque volte, sempre impasticcata, spesso irresponsabile. È stato difficile?
Meno di quello che può sembrare. Avevo una bella sceneggiatura, molto umana, l’autobiografia del figlio, e il tempo di frequentare tutti i personaggi della famiglia. La vera Bev mi ha praticamente dato il suo benestare, dicendomi «quando è uscito il libro mi ha fatto molto male perché per la prima volta ho capito in che abisso fossi caduta. Ma mi ha fatto anche bene, perché sono riuscita a uscirne e ora sono orgogliosa di essere da sei anni completamente sobria».
Pensa di girare di nuovo una commedia?
Dopo quasi un anno di Covid-19 aiuterebbe il morale, ma ho anche un’altra voglia irresistibile: un bel musical. Da anni si parla di Disenchanted, il sequel del film Disney Come d’incanto. Io mi sento pronta a vestire i panni della principessa Giselle. Aspetto solo una chiamata.
Come ha combattuto l’ansia da lockdown?
Tanto yoga.
E qual è il suo film preferito di Hitchcock?
La donna che visse due volte.
