Il caso Roger Waters
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Il caso Roger Waters

C'è chi lo supporta e chi non lo sopporta. Non per la musica, ma per le sue opinioni divisive su politica, diritti ed economia. L'ultima accesissima polemica scatenata dall'ex Pink Floyd riguarda la sua lettura del conflitto tra Russia e Ucraina.

Un genio della musica, l'uomo da cui è scaturita la scintilla creativa di molte delle canzoni e degli album che sono la quintessenza dei Pink Floyd. Cantante, bassista e compositore, Waters è un artista che ha unito più generazioni con la sua musica e le sue intuizioni sonore. Con i Pink Floyd (il cui intero catalogo è in vendita per 500 milioni di dollari), ma anche attraverso gli album ispiratissimi di una carriera solista straordinaria.

Waters è però anche un artista che sulla vita, sulle dinamiche del mondo e della politica non ha mai avuto paura di essere divisivo. C'è chi lo sostiene per il suo pacifismo intransigente, chi in parte o del tutto non condivide le sua visione politica, chi invece lo adora come artista, ma proprio non sopporta e non supporta la sua visione del mondo.

Waters non è mai stato un personaggio semplice o accondiscendente. Fin dal lontano 1977 quando allo stadio di Montreal sputò in faccia a un fan che stava cercando di salire sul palco. Ricorda Roger Waters: "Uno di quegli istanti in cui tutto cambia. Capii in quel momento quanto ormai fossi una rockstar alienata" Da qui nacque l'idea che sottende l'album The Wall, ovvero di un concerto con un muro a separare artista e pubblico.

Oggi Waters è nelle headline news di tutto il mondo per un altro motivo: il tema è un'intervista rilasciata al giornalista investigativo James Ball per Rolling Stone. Waters, che nel corso del colloquio ha liquidato come "bugie" le atrocità commesse dall'esercito russo in questi mesi di invasione dell'Ucraina, ha anche aggiunto "Sono su una kill list supportata dal governo ucraino. Sono su quella fottuta lista e di recente hanno ucciso delle persone" ha dichiarato.

La sua posizione sul conflitto in corso è riassunta nella risposta ad una lettera inviatogli da un ragazza ucraina di 19 anni, Alina: "Sono disgustato dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, secondo me è uno sbaglio criminale, l’atto di un gangster, ci deve essere un cessate il fuoco immediato. Mi rammarico del fatto che i governi dell'Occidente stiano alimentando il fuoco che devasterà il vostro paese inviando armi in Ucraina, invece di impegnarsi nella diplomazia che sarebbe necessaria per fermare il massacro... Ero disgustato dai gangster Bush e Blair quando hanno attaccato l’Iraq nel 2003, ero e sono ancora disgustato dal governo gangster dell’invasione israeliana della Palestina nel 1967 e dalla sua successiva occupazione che dura ormai da oltre cinquanta anni. Ero disgustato dai gangster Obama e Clinton che ordinavano i bombardamenti illegali della NATO sia in Libia che in Serbia".

Non solo: Waters ha anche scritto una lettera aperta Olena Zelenska, la moglie del Presidente ucraino invitandola a convincere il marito a firmare un accordo di pace con la Russia. Dalle sua dichiarazioni trapela poi una convinzione: per lui i principali responsabili di quel che sta avvenendo sarebbero i nazionalisti ucraini, l'Occidente e la Nato.

Parole e opinioni che gli sono valse il bando da Cracovia in Polonia dove avrebbe dovuto esibirsi il 21 e 22 aprile 2023. Pare però che il Comune della città abbia deciso di inserire l'ex Pink Floyd in una lista di persone non gradite sul proprio territorio. Ecco perché Waters ha aggiunto una nuova data all'Unipol Arena di Bologna il 21 aprile (dove si esibirà anche il 28 e 29). Quattro invece i concerti previsti a Milano, il 27 28, 31 marzo e il primo aprile. Superfluo aggiungere che saranno tutti sold out.

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Gianni Poglio