1992-2001: gli avvenimenti che hanno segnato l’ultimo decennio del XX secolo
1992-2001: gli avvenimenti che hanno segnato l’ultimo decennio del XX secolo
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1992-2001: gli avvenimenti che hanno segnato l’ultimo decennio del XX secolo

Speciale 60 anni di Panorama - quarta puntata

Leggere le pagine di Panorama degli ultimi 6o anni è una lezione di storia in pillole. Antonella Matarrese, collega incaricata di scavare insieme a Luca Bulli nell’archivio di Panorama per ritrovare i migliori articoli della nostra storia, ogni tanto entra nella mia stanza con lo sguardo del gatto che ha appena acchiappato il sorcio. Invece di un ratto Antonella stringe tra le mani una vecchia edizione del nostro settimanale con un servizio esclusivo, di cui però nessuno ricordava più l’esistenza. A volte si tratta del testamento di Martin Luther King prima di essere ammazzato a Memphis, nel profondo Sud dell’America. Altre volte di un’inchiesta sull’lslam, che a metà anni Sessanta già anticipava tutto ciò che poi avremmo visto, ovvero la trasformazione di una fede in una concezione integrale della vita. Oppure di un’intervista a Giorgio Armani, che per Panorama si improvvisa modello da passerella, indossando per la nostra rivista i capi da lui stesso disegnati. Sì, a forza di scavare nella miniera di oltre tremila numeri da collezione, Matarrese mi porta ogni volta una pepita d’oro e un pezzo di storia. Dalle bobine segrete registrate da Nikita Krusciov, l’uomo che succedette a Iosif Stalin nella guida dell’Unione sovietica, al colloquio con Mikhail Gorbaciov, l’uomo a cui 35 anni dopo toccherà il compito di liquidare l’Urss.

Sì, le raccolte di Panorama sono straordinarie e sfogliandole anno dopo anno si vede scorrere davanti ai propri occhi le vicende e i protagonisti che hanno segnato il mondo. Da Golda Meir, la premier israeliana che inseguì i terroristi che cinquant’anni fa fecero strage tra gli atleti di Tel Aviv a Monaco, a Fidel Castro, colui che per mezzo secolo ha rappresentato la spina comunista nel fianco degli Stati Uniti. Da Padre Pio alla crisi del pudore (con una Jane Fonda nuda in copertina). Dalla pillola anticoncezionale agli allegri miliardi del calcio. Cronaca e costume, politica e vita moderna: come nessun altro giornale Panorama ha rappresentato l’evoluzione della società, da quella italiana a quella internazionale. Sfogliando le vecchie edizioni del passato che mi porge Antonella vedo anticipati giudizi che poi si dimostreranno azzeccati e lungimiranti, come ad esempio quello contenuto 22 anni fa in un servizio sulla Russia. Vladimir Putin vi appare molto più giovane. Un’immagine scialba che lo fa sembrare insignificante, ma il titolo spiega tutto quel che verrà: «Zar Vladimir e il governo del mondo». Dal conflitto nell’ex Jugoslavia al primo emirato arabo di Al Qaida, si capisce che troppe volte abbiamo sottovalutato dei fenomeni e spesso poi ne siamo stati travolti. Leggere le pagine che abbiamo raccolto è quasi una lezione di storia in pillole. Del resto, questa è la missione di un grande giornale come Panorama: spiegare i fatti senza inseguire la cronaca giorno per giorno, ma fornendo una chiave di lettura di ciò che sta accadendo.

Una missione cui continuiamo ad attenerci anche sessant’anni dopo il primo numero. Buona lettura, dunque.


Conad, da 60 anni pensa alle persone

Il Consorzio Nazionale Dettaglianti compie 60 anni, una storia fatta di relazioni con le comunità delle varie città, di progetti per il raggiungimento di un rapporto tra qualità e prezzo che non teme confronti sul mercato, ma «soprattutto di attenzione alla sostenibilità e quindi alla salute e al benessere del cliente», come racconta l’amministratore delegato.

di Loredana Tango

Con un progetto di business legato alla comunità, nel 1962 alcuni commercianti fondano Conad, per riunire sotto un unico nome un gruppo di piccoli dettaglianti, desiderosi di emanciparsi dal potere dei grossisti e dell’industria di marca: nasce così il 13 maggio di quello stesso anno il Consorzio Nazionale Dettaglianti, conosciuto con l’acronimo di Conad.

Al nome del marchio nel 1971 viene affiancata la Margherita, un simbolo semplice e gentile, fortemente riconoscibile da Trieste a Palermo, sinonimo di qualità dell’offerta e di convenienza nella spesa. Da quella data sono passati 60 anni e Conad è diventata l’insegna leader della distribuzione italiana che a oggi può vantare 3.839 punti vendita, inclusi concept store e aree di somministrazione, raggiungendo una quota di mercato del 15,07 per cento del totale Italia e del 23,47 nel canale dei supermercati (fonte: GNLC, II semestre 2021). «Un risultato che evidenzia quanto il Sistema Conad sia un punto di riferimento importante per gli 11,4 milioni di famiglie che ogni settimana scelgono la nostra insegna per fare la spesa» sottolinea Francesco Pugliese, a.d. di Conad.

Può evidenziare le peculiarità progettuali di tale successo?

Dal 2013 Conad ha adottato lo slogan «Persone Oltre le Cose», una frase ricca di senso che rappresenta il nostro modo di fare impresa. In 60 anni di storia abbiamo registrato una crescita significativa, fino a conquistare la leadership di mercato in Italia grazie al nostro essere Movimento e Sistema, coniugando impegno sociale e crescita economica, e realizzando una visione ambiziosa: essere un’organizzazione di imprenditori dettaglianti indipendenti che soddisfa al meglio le aspettative dei clienti e che ha un primario ruolo economico e sociale nelle Comunità in cui opera. La parola chiave alla base della crescita è «insieme», sette lettere che racchiudono il valore imprescindibile dell’operato quotidiano del Consorzio, delle cooperative, degli oltre 2.200 soci e 72 mila collaboratori.

Come sono organizzati i canali distributivi di Conad?

Conad è l’unica realtà della distribuzione moderna con un’offerta che copre tutti i canali distributivi. Un sistema di insegne che punta, dal format di prossimità all’ipermercato su scala maggiore, a rispondere alle esigenze del consumatore, sia per quanto riguarda qualità dell’offerta che per convenienza e assortimento. Questo sistema multicanale è costruito su un’offerta ampia e diversificata, capace di rispondere ai bisogni e alle richieste sia delle famiglie tradizionali che dei clienti con nuovi stili di vita e diverse abitudini di spesa. È la stessa missione che si pongono i concept Conad. Distributori di benzina, dal 2005, le parafarmacie, dal 2006, gli ottici, dal 2010, i pet store, dal 2015.

Forti di questi 60 anni, quali i vostri progetti e strategie per il futuro?

Abbiamo in programma un piano di investimenti triennale, fino al 2024, da 2,08 miliardi di euro destinati allo sviluppo di quattro pilastri strategici: quello della rete multicanale di cui abbiamo appena parlato; quello della digitalizzazione con una piattaforma per la gestione dell’e-commerce e per lo sviluppo di un’ampia gamma di servizi per alimentazione, persona, famiglia e casa; il pilastro della sostenibilità, insita da sempre nel modo di fare business di Conad che si concretizza con il progetto «Sosteniamo il Futuro», la cui strategia è stata ulteriormente amplificata dalla costituzione di Fondazione Conad ETS, per mettere a fattor comune le iniziative di sostenibilità sociale e ambientale sostenute dalle Cooperative e dai soci sui loro territori di riferimento, valorizzandole e sviluppandone di nuove con un respiro nazionale; infine, abbiamo il pilastro dei prodotti a marchio. Protagonisti di un’eccezionale performance negli ultimi 10 anni, con un fatturato più che raddoppiato: da 2,2 a 4,8 miliardi.

Dal momento che avete la possibilità di monitorare il Paese reale, come vede la situazione attuale?

Ci stiamo addentrando in una stagione che sarà critica e paradossale, in cui la salsa di pomodoro costerà meno della bottiglia che la contiene e della capsula che la chiude. Sono tante e diverse le filiere in difficoltà, molte delle quali sono le cosiddette industrie energivore, a cui in questo momento non conviene lavorare. Non è un caso che la cassa integrazione sia aumentata del 45 per cento ad agosto. Anche la distribuzione è un’industria energivora, ma è un settore che non si può permettere di chiudere, e in Italia è fatto da migliaia di Pmi a bassa capitalizzazione che rischiano di non sopravvivere a questo stress. Servono interventi a sostegno immediati, perché il commercio da solo vale i due terzi del nostro Pil.

Che cosa suggerirebbe?

Non si può scaricare sui consumatori tutti gli aumenti, causerebbe nuova inflazione, diminuendo i volumi di vendita. Una prima boccata di ossigeno potrebbe derivare da un credito di imposta per almeno il 50 per cento e generalizzato, unito alla proroga della rateazione delle bollette. Un provvedimento che avrebbe come copertura l’extra gettito Iva determinato dall’aumento dei prezzi al consumo, cui si aggiunge la tassa sugli extraprofitti del settore energetico.

Ma voi cosa fate di concreto per aiutare i vostri clienti, le famiglie che non arrivano alla fine del mese?

Conad assorbe parte dell’aumento dei costi per supportare i clienti e dare loro la garanzia di una spesa completa, conveniente e sicura. Lo fa con «Bassi e Fissi», un’iniziativa concreta che portiamo avanti dal 2013, offrendo nei punti vendita un paniere di prodotti indispensabili per le famiglie a prezzi ribassati con una qualità che non teme confronti. Nel 2021 sono oltre 700 i prodotti del paniere, di circa 140 categorie merceologiche, che hanno garantito un risparmio alle famiglie. L’iniziativa per noi rappresenta un piano strutturale a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, che rinnoviamo in un periodo in cui l’inflazione sta condizionando i consumi degli italiani.

Che cosa si aspetta dal nuovo governo?

Ritengo che sia arrivato il momento di dare una direzione all’Italia in tema politiche energetiche. Per esempio, facendo ancora di più sulle rinnovabili, su cui siamo già tra i migliori, e lavorando per l’efficientamento energetico del Paese, risparmiando energia e allo stesso tempo trovando nuove vie di approvvigionamento per il gas. E separando il suo prezzo da quello dell’energia. Nel Paese delle rinnovabili questa connessione è infatti un controsenso.

dcd

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