Led Zeppelin: 42 anni fa usciva il capolavoro "Physical Graffiti"
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Led Zeppelin: 42 anni fa usciva il capolavoro "Physical Graffiti"

Il sesto album degli Zep, è una summa, in quindici tappe , della storia artistica del gruppo tra hard rock,blues e suoni orientali

Il doppio album è stato accostato,nei pregi e nei difetti, al White Album dei Beatles

Il 24 febbraio 1975 venne pubblicato in tutto il mondo Physical Graffiti, sesto e ultimo capolavoro dei Led Zeppelin, per la nuova etichetta fondata dal gruppo, la Swan Song Records, affiliata alla Atlantic. Un doppio album che alcuni critici hanno accostato, sia nei pregi che nei difetti, al White Album dei Beatles: capolavori assoluti che si alternavano a brani di riempitivo, i cosiddeti “fillers”; eccessiva lunghezza che si faceva ampiamente perdonare da alcune canzoni di abbacinante bellezza. Nel 2015 la Atlantic/Swan Song Records ha ripubblicato l’album, curato come le cinque precedenti uscite da Jimmy Page, proposto in cinque diversi formati fisici: Doppio CD, Deluxe Edition con l’album rimasterizzato in due cd più un terzo disco di inediti, Doppio LP, Deluxe Edition Vinile in 3LP con il disco di inediti su vinile da 180 grammi e la monumentale Super Deluxe Boxed Set.

Vediamo insieme alcune curiosità su Physical Graffiti, l'ultimo capolavoro del più grande gruppo hard rock di sempre. [Cliccare su Avanti]

Le canzoni

Oltre alle nuove registrazioni, in Physical Graffiti sono presenti sette canzoni mai inserite nei loro precedenti lavori, tra i quali la title track del precedente album Houses of the Holy. Per questo il disco rappresenta una summa, in quindici tappe , della storia artistica del gruppo, che spazia dall’hard rock al blues del Delta, dalle ballate acustiche alle sperimentazioni con i suoni orientali. Alcuni brani sono degli autentici capolavori: In My Time Of Dying, Kashmir, Custard Pie, The rover, Trampled Underfoot, In The Light e Ten Years Gone. Meno riusciti Night Flight, Boogie with Stu e Black Country Woman.

La copertina

La cover di Physical Graffiti è una delle più famose(e costose) della storia del rock. La versione in vinile raffigura un palazzo urbano sulla 96 St. Mark's Street di New York. Spostando i contenitori dei due dischi interni, gli spazi vuoti si riempiono di varie immagini: personaggi noti, quadri famosi, foto del gruppo in atteggiamento rilassato e le lettere che compongono il titolo del disco.

Il periodo

Il periodo che va dal 1973 al 1975 non è stato semplice per la band del Dirigibile. Il tour successivo a Houses of the Holy fu trionfale e massacrante al tempo stesso, culminato nei  tre sold out consecutivi al Madison Square Garden di New York. Robert Plant fu costretto a sottoporsi alla rimozione di alcuni noduli alle corde vocali che abbassarono la sua incredibile estensione vocale, mentre gli altri componenti erano fiaccati dall’abuso di alcool e droghe compiuti durante il tour. Si rincorrevano, inoltre,  le voci dell'abbandono del bassista John Paul Jones, tentato dall’offerta cattedrale di Winchester per un posto da direttore del coro, sicuramente meno stressante della vita on the road. Fu provvidenziale l’intervento del manager Peter Grant per la tenuta del gruppo, che trovò l'ispirazione per un grande album.

L'accoglienza del pubblico e della critica

Certificato 16 volte disco di platino negli USA, l’album ha raggiunto la prima posizione nella Billboard 200 per sei settimane, nel Regno Unito ed in Canada, la seconda in Austria, Australia, Spagna e Francia, la terza in Nuova Zelanda, la quarta in Norvegia e la settima nei Paesi Bassi. Il successo commerciale di Physical Graffiti fu eguagliato dall’accoglienza della critica, che lo considera uno dei migliori album doppi di sempre. Rolling Stone lo ha classificato al numero 70 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi, Q al 28 e VH1 al 71.

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Gabriele Antonucci