Invece del tram prendo la cabinovia Leitner
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Invece del tram prendo la cabinovia Leitner

Non solo impianti sciistici: la società altoatesina progetta sempre di più cabinovie per le metropoli. Come Berlino, Città del Messico e, forse, Roma.

La sindaca Virginia Raggi non intende rinunciarci. Nonostante polemiche e ironie, il Comune di Roma va avanti nel progetto della funivia Casalotti-Battistini che dovrebbe servire a decongestionare il traffico. E mentre l'Agenzia per la mobilità ha avviato un confronto con i cittadini ed è stato presentato un ipotetico tracciato, c'è già chi in Italia si fa avanti per realizzare l'opera perché da anni costruisce impianti di questo genere in tutto il mondo.
Si tratta della Leitner, azienda altoatesina di fama internazionale che oltre ad essere nota per gli impianti sciistici, ha costruito le più importanti funivie urbane.

Come quella di Berlino, (un progetto del valore complessivo di 14 milioni di euro), realizzata in occasione della prima edizione dell’Esposizione internazionale dei Giardini (Iga), che sarà inaugurata il 13 aprile 2017, il più grande evento dedicato al mondo del garden in Germania, per la quale sono attesi oltre due milioni di visitatori provenienti da tutta Europa. O come quella a Città del Messico, presentata in pompa magna con l'intervento del presidente Enrique Pena Nieto. Una commessa importante per la Leitner del valore di 30 milioni di euro, che serve non solo a decongestionare il traffico nel popoloso quartiere di Ecatepec de Morelos ma anche a risolvere il problema della criminalità in quell'area dove spesso gli spostamenti si trasformano in agguati della malavita.


Due opere che potrebbero fare da modello per Roma. A Berlino la funivia ricompare dopo cinquant'anni e nelle intenzioni vuole diventare anche un'attrazione turistica. Consentirà infatti di ammirare dall’alto lo speciale scenario paesaggistico offerto dai Giardini del Mondo e dal nuovo Kienbergpark. La cabinovia, lunga 1,5 chilometri, sarà in grado di trasportare fino a 3 mila visitatori l'ora, e avrà una connessione con la metropolitana.
Più estesa la funivia a Città del Messico, quasi 5 chilometri. In questa metropoli che ha il più alto tasso di crescita al mondo ma che è anche caratterizzata da una violenza diffusa, la struttura ha rappresentato una soluzione importante su cui si è speso personalmente perfino il presidente. Oltre 3 mila persone l'ora hanno un modo alternativo per spostarsi evitando di restare intrappolate nel traffico e sentendosi più sicure. Anche qui come a Berlino, si è voluto trasformare l'impianto in una attrazione turistica. Un gruppo di artisti internazionali ha decorato le stazioni con coloratissimi murales che ripropongono scene del quartiere.  

Il punto di forza di questi impianti è l'eco-sostenibilità. Sono dotati di una tecnologia all'avanguardia che consente di ridurre le emissioni inquinanti nell’ambiente e garantisce massima silenziosità. Le cabine al loro interno hanno un sistema di ventilazione naturale.
"La funivia sta diventando un'alternativa interessante al sistema di trasporto urbano. Non costa più di una linea di tram e di sicuro meno di una metropolitana e ha anche il vantaggio di essere ecologica perchè non inquina e non è rumorosa. Li definirei impianti ecosociali" spiega il presidente e amministratore delegato di Leitner Anton Seeber. "Le funivie sono in grado di trasportare fino a 4 mila persone l'ora e hanno bisogno di personale solo nella stazione di controllo. Di sicuro un bel risparmio per amministrazioni sempre alle prese con i conti da far quadrare. L'unico punto debole è che non possono arrivare a una estensione di 15 chilometri. Ma si può coprire una distanza fino a 6-7 chilometri come è stato fatto per le città dove è stato scelto questo tipo di trasporto magari collegandolo al sistema delle metropolitane". E cita alcune metropoli che hanno impianti Leitner, da New York (la Roosvelt tramway) a Rio de Janeiro, da Barcellona a Ankara, in Colombia fino ad alcune città in Oriente ( Hong kong) in Vietnam e in Cina. "Ben venga quindi anche a Roma" incalza Seeber. "Seguiamo con interesse il dibattito che si è sviluppato attorno al piano del sindaco Raggi anche se non abbiamo fatto alcuno studio di fattibilità. Troppe volte in passato si è parlato di questo progetto e non se ne è fatto nulla. E soprattutto sarebbe bene che fosse made in Italy. D'altronde siamo in due al mondo ad avere una tecnologia all'avanguardia, noi e l'austriaca Doppelmayr".


Il gruppo Leitner ha nel suo curriculum opere uniche nel loro genere in tutto il mondo. Porta la sua firma la British Airways i360, l'innovativa torre d'osservazione alta 160 metri, realizzata a Brighton, in Inghilterra, con una vista da capogiro del canale della Manica. Sigma Composite, società della Leitner, ha fornito la capsula sulla torre e il sistema di azionamento, inclusa la cabina di osservazione panoramica, una sorta di funivia in verticale. Ci sono poi le due cabinovie che sorvolano il Parco della Natura di Cabárceno (nella regione della Cantabria, nel nord della Spagna) e consentono di osservare dall'alto una natura mozzafiato e 1.200 animali provenienti da tutto il mondo. Il pavimento in vetro dà una sensazione di sospensione nel vuoto. Per costruire l'impianto sono stati utilizzati addirittura dei droni in modo da non spaventare gli animali.

Fiore all'occhiello anche le cabine per la più grande ruota panoramica del mondo realizzata a Las Vegas negli Usa (alta 168 metri). Quasi completamente a vetri, hanno la forma di piccole navicelle spaziali. Sono dotate di aria condizionata e possono portare fino a 40 persone.

Fondata nel 1888 a Vipiteno, da azienda specializzata negli impianti di risalita sciistici, nel tempo ha diversificato l’offerta, fino a definire un modello di business che le ha permesso di varcare i confini nazionali, diventando un gruppo a livello mondiale, con 9 stabilimenti (Italia, Francia, Austria, Germania, Canada, Stati Uniti, Cina, India e Slovacchia) oltre tremila dipendenti e un fatturato consolidato 2015 di 726 milioni di euro che stima di far salire a chiusura 2016 a 750 milioni. Una curiosità: in Cina era nata un'azienda che aveva copiato  non solo il suo prodotto ma anche il suo marchio

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Laura Della Pasqua