Facebook e la rivoluzione Internet.org: servizi gratis in Zambia
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Facebook e la rivoluzione Internet.org: servizi gratis in Zambia

Zuckerberg lancia un’app che permette di accedere con lo smartphone a tanti contenuti senza alcun addebito sul traffico dati. È il primo passo contro il digital divide

Facebook ha lanciato da qualche ora un’app per smartphone che faciliterà l’accesso alla rete da parte delle popolazioni più svantaggiate. Con l’applicazione per Android “Internet.org ”, stesso nome del progetto che vede Facebook lavorare con Samsung, Ericsson, MediaTek, Nokia, Opera Software e Qualcomm per portare l’accesso al web a più persone possibili, il social network permetterà agli utenti mobili in Zambia di leggere notizie, chattare, cercare lavoro senza spendere nulla in traffico dati.

Tutto ciò è reso possibile da una partnership con l’operatore Airtel che consentirà a chiunque in Zambia di utilizzare una dozzina di servizi, tra cui AccuWeather, Wikipedia e Go Zambia Jobs, gratuitamente, non tariffando i dati utilizzati per il download delle informazioni. Sia l’operatore che le piattaforme hanno deciso di aiutare il re dei social network nella missione di abbattere il digital divide, non tanto partendo dalle infrastrutture ma lavorando sull’accesso ai servizi in mobilità.

Guy Rosen, direttore dei product manager di Facebook, ha spiegato che il sito non pagherà Airtel per la connessione offerta agli abitanti dello Zambia. Il vantaggio per l’operatore arriverà dalla possibilità che gli utenti possano decidere di sottoscrivere un abbonamento per usufruire dei servizi normalmente a pagamento, oltre a quelli gratuiti inseriti su Internet.org. Il motivo è alquanto semplice: l’accesso alle informazioni contenute all’interno dell’app è libero e non soggetto a tariffazione ma ogni link presente, che rimanda a siti esterni, inevitabilmente comporterà un addebito per il traffico dati o, nel caso sia disattivato, l’impossibilità di proseguire nella navigazione.

Introducing the Internet.org App from Facebook on Vimeo.

 

Non si tratta di un punto a sfavore del progetto ma di un “compromesso” necessario per compiere un primo, fondamentale, passo verso l’adozione di internet nei paesi più poveri. L’obiettivo di Zuckerberg e soci non è per nulla semplice: connettere 5 miliardi di persone, molti di cui vivono in Africa e India, non è una sfida da poter compiere nel giro di qualche mese; probabilmente servirà qualche anno ma la prima mattonella è stata posta.

Attualmente, l’85% della Terra è coperto per l’accesso ad internet (non direttamente ma attraverso ripetitori e antenne) ma solo il 39% delle persone naviga in rete. Il motivo non è solo il prezzo di smartphone e tablet (il nostro low-cost è pur sempre una cifra spropositata in molte zone del pianeta), ma anche il costo da sostenere per poter viaggiare sul web, un servizio che non tutti considerano fondamentale quando nel proprio paese c’è carenza di cibo, acqua e altri beni di prima necessità.

Permettere anche solo di controllare il meteo o gli annunci di lavoro senza dover pagare un sovraprezzo, oltre a quello del cellulare, è davvero una rivoluzione, molto più culturale che tecnica. Se si considera che alla fine del 2013 la popolazione mondiale era di 7,1 miliardi di persone, raggiungerne anche solo la metà vorrebbe dire tagliare un traguardo di assoluto valore. Andare oltre non è impossibile e Internet.org vuole dimostrarlo.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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