Immanuel Casto
Facebook
Musica

Immanuel Casto: "Sono pronto per Sanremo" - L'intervista

L'icona gay è in tour con Romina Falconi, ex corista di Ramazzotti. Tra i progetti, fumetti, giochi di carte e, forse, la partecipazione al Festival

È conosciuto come "il principe del Porn Groove" e "il Casto Divo". Immanuel Casto si è fatto le ossa sul web, dove è diventato famosissimo pubblicando i suoi brani che hanno un argomento centrale, sempre presente: il sesso. Per intenderci, l'ultimo brano firmato da Immanuel e Romina Falconi si chiama Eyeliner, e racconta la storia di un trans. 

Lo abbiamo incontrato qualche settimana dopo il suo concerto all'Alcatraz di Milano, e abbiamo cercato di comprendere fino in fondo da dove nasce questo (a volte grottesco) personaggio. 

Quando e perché nasce il personaggio Immanuel Casto?

Nasce nel 2004 con l’apertura del sito web. In realtà è dall’adolescenza che scrivo e mi esibisco, ma è con il web che il mio personaggio ha preso corpo. Si è trattato innanzitutto di un progetto di comunicazione. Incentrato sull’ironia e il divertissement.

Perché secondo te hai avuto tutto questo successo soprattutto sul web? 

Perché il web mi ha dato la possibilità di esprimermi, senza filtri. Quando ho cominciato non c’era neppure YouTube. É bastato mettere i miei brani in free download dal sito e la voce si è sparsa. La gente allora cominciava ad essere stanca dei soliti prodotti pre-confezionati. La mia era una voce fuori dal coro: sesso, religione, società. Non mi fermavo davanti a niente ed è ancora così. Con l’avvento dei video, ho poi potuto unire alla goliardia anche una crescente qualità artistica e questa è stata la chiave.

Dici che il tuo stile musicale è “Porn Groove”: cosa significa?

Con Porn Grove si intendevano, negli anni ’70, le colonne sonore dei film porno, con quelle atmosfere languide e sexy. Oggi ci si riferisce ad un genere musicale in cui i testi affrontano tematiche di natura sessuale. In Italia mi fregio di esserne il principale esponente. Come tutte le etichette mi sta un po’ stretta, perché non parlo solo di sesso, ma è anche vero che è diventato il mio brand e lo porto avanti con orgoglio.

Perché il sesso esplicito è il tema più ricorrente nelle tue canzoni? Non vorresti sperimentare nuove tematiche sociali, magari meno grottesche?

L’ho già fatto, nel mio cortometraggio A Wonderful Life o in brani come Killer Star, Zero Carboidrati e Da Quanto Sono Morto. Ma guarda caso nelle interviste non mi chiedono mai di parlare di quelli. Ho molta voglia di sperimentare stili più drammatici, che raccontino un’altra parte di me ma, come ho già detto, il Porn Groove è il mio marchio di fabbrica. Sarebbe come chiedere a Laura Pausini o ad Eros Ramazzotti di smettere di fare canzoni romantiche. O a Dario Argento di smettere di fare film horror.

Dici che il tuo lavoro è per esternare un “messaggio di denuncia sociale”. Contro chi canti? Cosa vuoi denunciare?

Non mi piace molto l’espressione “denuncia”, perché è raro che io dia un giudizio. Io racconto quello che vedo. Soprattutto gli aspetti più contraddittori della nostra società. Ma ognuno è libero di fare le sue scelte, che si tratti di vendere il proprio corpo per assurgere ad un determinato status (Escort 25) o di sposare un facoltoso novantenne (Sognando Cracovia). Ci sono però anche cose che condanno apertamente, come l’omofobia.

Di fronte alle denunce presenti nelle tue canzoni, che soluzione proporresti?

Vi sorprenderò, ma io sono un ottimista. Credo nel risveglio culturale dell’Italia. Lo vedo nelle nuove generazioni. Che si tratti di gusti musicali o di temi più importanti come i diritti per gli omosessuali. Io non sono un politico o un intellettuale, quindi il mio contributo è limitato, ma come intrattenitore faccio il possibile, dando sempre, quando posso, il mio contributo aderendo a manifestazioni nazionali come il Gay Pride. Ho avuto diverse volte l’onore di chiudere queste manifestazioni con un mio show e l’energia che ho sentito è sempre stata stupenda.


Come sta andando il tour con Romina Falconi? Come vi siete conosciuti e perché avete deciso di lavorare insieme?

Il tour si sta rivelando un grande successo e non potrei esserne più felice. Il mio pubblico ama Romina e lo show è molto bello e ricco. Ci siamo conosciuti nel 2011, quando cercavo una voce femminile per il mio brano Crash. Non ero sicuro che Romina avrebbe accettato, con il suo percorso più classico: invece ha dimostrato di possedere una grandissima autoironia. Poi abbiamo ripetuto l’esperimento con altri pezzi ed infine abbiamo deciso di portare sul palco questa collaborazione. Ne è nato uno spettacolo frizzante, coreografato e molto vario dal punto di vista musicale. Inoltre amiamo entrambi la teatralità.

Oltre alla produzione musicale, stai portando avanti altre attività artistiche come giochi di carte e fumetti racchiusi sotto il marchio Squillo®. Perché questa scelta? Non ti sembra di esagerare e di rischiare di essere di cattivo gusto?

Il cattivo gusto può essere uno degli elementi, accuratamente scelti e dosati, all’interno della mia ricetta artistica. Un po’ come le decapitazioni nei film di Tarantino. Al Lucca Comics & Games quest’anno sono venute tantissime persone al nostro stand. Fan che hanno comprato l’ultima versione del gioco “Marchettari sprovveduti” e il fumetto “Squillo-The Comic”, dimostrandomi tantissima stima ed affetto. Mi piace pensare che vedano in me uno schiaffo in faccia all’ipocrisia, qualcuno in grado di parlare degli argomenti più torbidi, ma con grande stile. E lo stile è fondamentale. Hanno provato a fare altri giochi incentrati sul sesso, ma, senza la stessa ironia, eleganza e dedizione, il prodotto non funziona.

Quali altri progetti hai in serbo per il futuro? Abbiamo sentito addirittura parlare di un Sanremo...

Sul fronte musicale abbiamo voluto tentare la strada di Sanremo. È una sfida che abbiamo lanciato a noi stessi, sperimentando uno stile diverso, e che abbiamo lanciato alla commissione. Il pezzo affronta un tema forte: la violenza. Prendendomi in giro, mi sento di dire che sono pronto a condividere la mia musica col pubblico della Rai. 

I più letti

avatar-icon

Giovanni Ferrari