Heysel, tre letture rare sulla tragedia
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Heysel, tre letture rare sulla tragedia

Ecco alcune delle uscite editoriali meno note per non dimenticare quel 29 maggio 1985

30 anni e decine di libri

Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, un’ora prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, l’assalto dei tifosi inglesi al settore Z provocò 39 vittime, di cui 32 fra i tifosi juventini, e oltre 600 feriti. In occasione del trentennale di questa tragedia sono molte le uscite di libri che raccontano quella serata malaedetta, quasi a voler scacciare la coltre di silenzio calata sulla tragedia negli anni immediatamente successivi. Noi ne abbiamo scelti tre: sono proposte in arrivo da piccoli editori e che hanno scelto punti di vista molto particolari, ma non per questo meno interessanti. Anzi.

Heysel: le verità di una strage annunciata

Pubblicato per la prima volta nel 2003, riproposto oggi in edizione aggiornata e disponibile anche in lingua inglese, Heysel: le verità di una strage annunciata (Bradipo libri, 220 pagine, 12,75 euro) è l'unica opera riconosciuta dall'associazione dei familiari delle vittime. Nel libro, il giornalista juventino Francesco Caremani ricostruisce quanto successo in quelle drammatiche ore di 30 anni fa, ma soprattutto quello che accadde dopo, nei lunghi anni del processo che ha portato alla condanna di una dozzina di hooligans del Liverpool, per pene dai 4 ai 5 anni di reclusione. Ma anche all'accertamento delle responsabilità indirette di Uefa e polizia belga, delle quali in Italia si è scritto poco o nulla. Dura come un pugno nello stomaco ma sempre rispettosa nei confronti delle storie personali di ciascuno dei morti italiani, è una lettura che non può mancare sugli scaffali di un tifoso doc, sia esso bianconero o meno.

La partita del Diavolo

La strana coppia formata da Roberto Renga, giornalista sportivo di lungo corso, e Chiara Bottini, blogger all’esordio narrativo, firma il contributo forse migliore, di sicuro il meno convenzionale, sui fatti di Bruxelles. La partita del diavolo (Absolutely Free, 184 pagine, 13 euro) è un romanzo noir cupo, adrenalinico e molto verosimile, che partendo dai fatti dell’Heysel arriva a disegnare un universo fatto di amore e rabbia, all’interno del quale si muovono, come in un action movie, scommettitori, gangster e picchiatori di professione. Il Diavolo è nei dettagli di un caos organizzato a tavolino, ma il Diavolo è anche una persona in carne e ossa, ispirata alla figura della tigre serba Arkan, coprotagonista e antagonista del duo tossico che si muove fuori e dentro lo stadio maledetto. E che alla fine sarà costretto a fare i conti con se stesso, per salvarsi o soccombere. Il libro è dedicato a Roberto Loretini: Lorentini era un medico e, nonostante si fosse salvato dopo la prima carica degli inglesi, ritornò indietro per soccorrere un bambino ferito, morendo travolto dalla seconda ondata.

L'ultima curva

«Mi ricordo ancora tutto: spesso le immagini di quella sera mi tornano in mente all' improvviso. Rivedo i morti. La faccia pallida del signor Gianfranco, che avevo conosciuto sul pullman. Sento ancora fisicamente quella sensazione orribile di sete, di membra schiacciate, immobilizzate, senza respiro». Nereo Ferlat adesso ha 63 anni, ed è un pensionato e nonno torinese dopo una tranquilla vita da impiegato di banca. Ma era in curva Z la notte del 29 maggio 1985: è un sopravvissuto. Fra i sommersi, fu il primo salvato. «Non riuscivo più a respirare, ho capito che sarei morto. Con i pensieri ho salutato mia moglie e mia figlia, che allora aveva sette anni. Poi ho pregato padre Pio». L'ultima curva (NovAntico, 150 pagine, 16 euro) è il suo personale diario di quello che accadde dall’inizio, gioioso e naif, di quella trasferta alla lotta per non dimenticare, dopo. Una lezione di umanità e di dignità da tenere viva, affinché lo sport possa tornare a essere una festa di vita, il luogo dove ancora possono correre i nostri sogni di eterni adolescenti.

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Gianluca Ferraris

Giornalista, ha iniziato a scrivere di calcio e scommesse per lenire la frustrazione accumulata su entrambi i fronti. Non ha più smesso

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