Google Street View da oggi si tuffa negli oceani
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Google Street View da oggi si tuffa negli oceani

Da oggi, in alcune località di Australia, Filippine e Hawaii, la funzionalità Street View consente di immergersi ed esplorare alcuni fondali oceanici. Lo scarto con le mappe di Apple si fa sempre più drammatico

C’è un modo di dire, che gli americani usano in situazioni di questo tipo: “Beat him when he’s down”. Letteralmente significa “colpiscilo mentre è a terra” ed è una sorta di incarnazione meschina del nostro “batti il ferro finché è caldo”. È un po’ quello che sta facendo in queste ore Google con Apple. A soli sette giorni dal disastroso debutto delle nuove mappe di Cupertino, prima ha Eric Schmidt ha sventolato l’indice redarguendo Apple per aver scelto di sbarazzarsi di Google Maps, poi, in queste ore, Google ha dimostrato di aver imparato anche a mappare i litorali oceanici .

Da oggi, in alcune selezionate località, sarà possibile spingere l’omino giallo di Street View fin dentro l’acqua e per qualche centinaio di metri in navigazione subacqua sui fondali oceanici. In Australia, puoi osservare una tartaruga che nuota in mezzo a un branco di pesci, ma anche prenderti un minuto per scrutare il tramonto in semi-immersione , accoppiando la vista della barriera corallina a quella dell’isola al crepuscolo. Sull’isola di Apo, nelle Filippine, invece puoi osservare coralli antichi , mentre alle Hawaii puoi avere un assaggio dell’oceano pacifico nel suo splendore.

Per rendere possibile ciò, il team di Google Maps ha collaborato con la Catlin Seaview Survey (CSS ), un’organizzazione che si occupa dello studio delle barriere coralline. Per ottenere le prime panoramiche marine, la CSS ha messo a disposizione un rivoluzionario macchinario chiamato SVII che assomiglia a un cannone subacqueo e consente di catturare immagini a 360 gradi a ritmo continuo. SVII è dotato di 3 fotocamere ed è primo macchinario fotografico subacqueo comandato tramite tablet (un Samsung Galaxy tab), ne esistono solo due esemplari in tutto il mondo. Negli ultimi sei mesi i sub della CSS hanno dovuto percorrere più volte i tratti interessati, spostandosi a una velocità di 1,6 chilometri all’ora e scattando immagini panoramiche ogni 3 secondi.

Il risultato sono immagini effettivamente spettacolari che, tuttavia, non hanno come unico scopo quello di sollazzare gli utenti Google (e magari convincerli una volta di più che non ci si improvvisa cartografi), il progetto ha anche una finalità educativa. Come spiega il Project Director di CSS Richard Vever: “Il più grande problema con l’oceano è che lontano dagli occhi e quindi dal cuore per la maggior parte di noi. Il 99% delle persone non ci hanno mai fatto un tuffo e mai lo faranno. Uno delle più grandi problematiche riguardanti la preservazione degli oceani è come coinvolgere la gente, questo è un formidabile modo per farlo.”

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Fabio Deotto