Google si compra i satelliti di Skybox Imaging. Per le mappe, ma non solo
Dietro l’ennesima acquisizione di una società specializzata in soluzioni ad alta quota c’è soprattutto la volontà di fornire connettività Internet nelle zone non cablate. Con un occhio di riguardo verso il cloud
Mezzo miliardo di dollari possono essere spiccioli se provengono dal conto di Google. Tanto più se si tratta di soldi sborsati per aggiungere un altro tassello in quell’enorme planisfero digitale che risponde al nome di Google Maps.
Nel carrello di Mountain View c’è finita questa volta Skybox Imaging, una società che di mestiere fa rilevazioni via satellite. Sembrerebbe una delle tante acquisizioni effettuate da Larry Page e soci sul fronte della cartografia digitale ma in realtà si tratta di un’operazione dai contorni molto più ampi. Skybox Imaging potrebbe infatti diventare una delle leve fondamentali che avranno il compito di alimentare il grande sogno di Google: la conquista dello spazio.
È la stessa società californiana ad ammetterlo nel breve comunicato con il quale ha commentato la notizia: "I satelliti ci aiuteranno a mantenere le nostre mappe accurate con immagini aggiornate; nel corso del tempo, speriamo anche che il team e la tecnologia di Skybox saranno in grado di contribuire a migliorare l'accesso a Internet, anche in caso di calamità”.
L’obiettivo finale, dunque, è la diffusione della banda larga via satellite. Non una novità assoluta, trattandosi di Google. Negli ultimi 12 mesi la grande G ha già staccato più volte i piedi da terra, dapprima per lanciare in aria una serie di palloni aerostatici , poi per mettersi alla guida dei droni . Che sia la bassa stratosfera o l’orbita terrestre non fa differenza. Ciò che conta è presidiare prima di tutti lo spazio "interplanetario" per essere pronti - in una seconda fase - a gestire la connettività dal cielo.
Intendiamoci, l’Internet via satellite è già una tecnologia ben consolidata. In tutto il mondo (Italia compresa) sono già attivi servizi che sfruttano le trasmissioni via satellite per offrire connettività nelle aree non raggiunte da rete fissa o mobile. L’approccio scelto da Skybox è però piuttosto unico nel settore. Anziché lanciare in orbita giganteschi e costosissimi moduli extraterrestri, la società neoacquisita da Google ha scelto di puntare su una pletora di satelliti più piccoli ed economici. L’idea di fondo, insomma, è quella di offrire una completa copertura del Pianeta attraverso un esercito di piccoli ma agguerritissimi satelliti in grado di "indicizzare la Terra nel modo in cui Google indicizza Internet" (le parole sono di Ching-Yu Hu, cofondatore di Skybox).
In questo senso, l’acquisizione della società potrebbe tornare utile anche per un secondo scopo: la costruzione di un’infrastruttura cloud in grado di competere in modo più aggressivo con la tecnologia di Amazon (oggi semi-monopolista di tutti i principali data center virtuali delle aziende). In fin dei conti l’imperativo di Google è da sempre quello di “organizzare l’infomazione mondiale”. E cosa meglio di un nuvola spaziale può sostenere ambizioni che fino a poco tempo fa parevano campate in aria?
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