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La fatturazione mensile degli operatori spiegata bene

Con il nuovo decreto la tariffazione passa da 28 giorni a base mensile, come in passato. Le cose da sapere e le date da tenere a mente

La necessità di un ripensamento sulla periodicità della tariffazione da parte degli operatori di telefonia e pay tv era apparsa chiara già a settembre. Lo scorso autunno il Garante aveva bocciato le fatture ogni 28 giorni, considerandole lesive del diritto di trasparenza. Il motivo? La bolletta quadrisettimanale ha comportato un aumento da 12 a 13 mensilità, con un rincaro pari all’8,6% del totale annuale.

Mesi di lotta

A seguito di un tira e molla tra associazioni di categoria (Asstel) e consumatori (Codacons), le compagnie che avevano adottato lo schema dei 28 giorni torneranno presto a quello canonico sui 30/31, non senza rivalersi nei confronti dei clienti. Rispondendo infatti a quanto previsto dal nuovo decreto fiscale, la tariffazione sarà sì su base mensile ma mantenendo il medesimo costo sostenuto sugli attuali 13 prelievi.

Chi pagava un canone di 10 euro su 28 giorni, quindi 130 euro in 12 mesi, si ritroverà a restituire la stessa cifra, con un sovrapprezzo di qualche centesimo ad ogni addebito, tale da portare nelle casse degli operatori quel mese perso dopo il via libera della Commissione Bilancio del Senato all’emendamento che prevede la fatturazione mensile (o di multipli del mese) per imprese telefoniche, reti televisive e servizi di comunicazione elettronici.

Cosa cambia

Entro il prossimo aprile, tutti i soggetti interessati dovranno comunicare agli utenti il ritorno all’abbonamento mensile, informando anche su eventuali rincari adattivi. Anzi c’è chi si è portato avanti, come Tim e Vodafone, annunciando un rialzo delle tariffe sostenute dal singolo di circa l’8,6%, che tradotto vuol dire +0,86 centesimi a persona su una media di 10 euro al mese e un incasso maggiore sul totale individuale, che da 130 euro passa a 130,32 euro l’anno. Spiccioli? No, se si moltiplicano per il numero di clienti di ogni azienda.

I rincari sono concreti

Fatta la legge (la 172 del 4 dicembre 2017), c’hanno messo davvero poco le telco a inventarsi un metodo semplice e conveniente con cui accontentare la burocrazia, danneggiando economicamente i destinatari delle offerte. C’è poco da dire: chi manterrà i ricavi odierni dimostrerà di non voler andare incontro ai consumatori, al massimo regalando qualche minuto, sms e giga di internet.

È il caso di Tim, che ha affermato come l’aumento in percentuale sarà adottato anche a favore dei bundle in uso. Così, chi ha 1.000 minuti passerà a 1.086, chi 10 GB a 10,9 GB, chi ha 1.000 SMS a 1.086 messaggi e così via, in percentuale. Solo che nessuno lo ha mai chiesto.

Le date del passaggio alla nuova tariffazione

  • Tim/Mobile: fatturazione mensile dal 5 marzo 2018
  • Tim/Fisso: fatturazione mensile dal 1 aprile 2018
  • Vodafone/Mobile: fatturazione mensile dal 25 marzo 2018
  • Vodafone/Fisso: fatturazione mensile dal 5 aprile 2018
  • Wind/Mobile: fatturazione mensile dal 4 aprile 2018
  • Wind/Fisso: fatturazione mensile dal 5 aprile 2018
  • Tre/Mobile: fatturazione mensile dal 24 marzo 2018

La data certa

Concetto da tenere a mente è quello di data certa. Se con l’introduzione dei 28 giorni non si capiva mai quando fare la ricarica o avvenisse l’addebito sul conto, con la novità più recente si manterrà sempre la stessa periodicità. Dunque chi ha sottoscritto un abbonamento il 15 gennaio pagherà il 15 di ogni mese, anche al netto di giorni persi (come quelli inesistenti a fine febbraio).

Strategie diverse

Bisogna ammettere che qualche compagnia sta tentando di rendere più indolori i rincari con promozioni e vantaggi, come già stabilito da Tim. Ad esempio Wind Tre, per quanto riguarda la connettività casalinga, permetterà ai chi è raggiunto da una rete in fibra di pagare lo stesso prezzo di una Adsl, godendo di una velocità decisamente maggiore in download e upload, peraltro incrementando il traffico dati di una sim Tre (parte dello stesso gruppo) con 15 GB extra rispetto al listino concordato.

Quella dei clienti H3G è una situazione particolare, visto che molte tariffe sono calcolate su base settimanale, con prelievi automatici che vanno di sette in sette, su un arco temporale di 28 giorni. Cosa accadrà dal 24 marzo è da capire ma è probabile che dietro l’angolo ci siano centesimi ulteriori da versare per compensare il cambiamento.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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