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Fairbike: ecco il bike sharing etico (gestito come un bitcoin)

Bici a noleggio? Sì ma autogestite, proprio come una blockchain. L'alternativa responsabile al bike sharing cinese arriva dall'Olanda

Dove può arrivare il bike sharing? In alcuni Paesi (vedi la Cina), le bici a noleggio hanno già rivoluzionato il concetto di mobilità, e anche i primi esperimenti italiani - si guardi ad esempio il caso di Milano con l’affermazione di Mobike e Ofo - sembrano piuttosto incoraggianti.

Tuttavia ci sono ancora molti problemi da risolvere. L’attuale modello di bike sharing - basato sull’utilizzo di app che permettono di prelevare e lasciare i mezzi in qualisasi punto della città (il cosiddetto free floating) - oltre agli innegabili vantaggi si porta dietro tutta una serie di problematiche: il vandalismo, ad esempio, o l’utilizzo un po’ selvaggio delle biciclette, spesso abbandonate in punti sconvenienti (o invisibili) della città.

Una flotta di bici gestita come una blockchain: ecco l'alternativa olandese al bike sharing cinese

Secondo Marcel Schouwenaar,  un designer olandese con la passione delle mobilità sostenibile, la soluzione a tutti i problemi potrebbe arrivare dagli stessi modelli che oggi regolano il trattamento delle criptovalute.

Se le biciclette non venissero trattate come mezzi di proprietà appartenenti a persone, comuni o aziende, bensì come vere e proprie unità indipendenti di una blockchain, spiega lo stesso Schouwenaar in un’intervista rilasciata all’Economist, verrebbero risolti tutti i problemi relativi a furto e manutenzione: le biciclette non verrebbero infatti noleggiate in senso stretto (i soldi non verrebbero versati a un’organizzazione centrale) ma sarebbero acquisite in modo distribuito da parte degli utenti. Che avrebbero a questo punto poco interesse a danneggiare o rubare un mezzo che è già in parte di loro proprietà.

Un sostegno per le economie locali

I principi di questa nuova forma di governo della mobilità a due ruote sono stati racchiusi all’interno di Fairbike, un servizio che è quasi pronto a fare il suo debutto sperimentale in Olanda. Le biciclette di Fairbike - si legge sul sito che fa da cornice all’iniziativa -si utilizzeranno come tutte le altre bici dei servizi di bike sharing concorrenti, sarà il modello di business a fare la differenza: è come se ogni bicicletta trattenesse i soldi versati dal singolo utente per provvedere in modo autonomo a tutte le operazioni di manutenzione nonché a quelle necessarie per la crescita del servizio (compreso l’acquisto di nuovi mezzi).

Fra i vari aspetti “etici” di Fairbike c’è anche quello che riguarda l’origine delle biciclette. Che non verranno recapitate dalla Cina né da altri Paesi esteri, bensì da produttori locali che si occuperanno anche di tutta la parte di manutenzione. Vogliamo che Fairbike faccia parte della città e sostenga le economie locali, spiegano i responsabili del servizio, che poi precisano: i lavori di riparazione e i nuovi ordini di biciclette verranno assegnati a estrazione ai negozi di biciclette che aderiscono all’iniziativa nella varie città di pertinenza.

Utopia o intuizione geniale? Per capirlo non dovremo aspettare molto. Fairbike farà il suo debutto questa estate sulle strade di Rotterdam.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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