Fabrizio Bosso: «Amo la spontaneità del jazz»
Intervista al trombettista
Si chiama Fabrizio Bosso ed è il migliore trombettista jazz italiano. Suona da sempre, si è diplomato al conservatorio a soli 15 anni e ha fatto del jazz la sua chiave espressiva. Ha appena festeggiato 40 anni con un grande concerto in suo onore, è uscito ora un nuovo disco per l'etichetta Verve e sta girando l'Italia in tour. Ma soprattutto, ha attraversato (quasi) tutti i generi musicali, dalla classica al pop. Purché li senta propri, adatti a trasmettere passione.
«Preferisco essere considerato musicista piuttosto che jazzista. Anche se è vero che ho scelto il jazz, poi mi sono avvicinato anche all'elettronica e al pop: era un modo per portare il mio linguaggio in altri ambiti. Non sono nemmeno per le contaminazioni troppo estreme, però...».
Ha suonato anche a diverse edizioni del Festival di San Remo, per esempio con Cammariere prima e Nina Zilli poi.
«Dopo il Festival, i fan di Cammariere hanno cominciato a venire anche ai miei concerti. Aiuta ad avvicinare il pubblico più giovane: fino a poco tempo fa, a sentire quel tipo di musica erano solo 45-50enni. Ora ci sono molti ragazzi che lo scoprono».
In passato, invece ha suonato con Charlie Haden e la Liberation Orchestra: un impatto decisamente diverso...
«Quell'esperienza mi ha fatto maturare molto: ho capito che si può comunicare con espressività e grande intensità suonando brani pianissimo. Erano cose che non conoscevo e le ho scoperte grazie all'approccio quasi cameristico che ha la Liberation Orchestra».
Poi è stata la volta della musica latina.
«Altra scuola di vita: improvvisamente mi sono accorto di essere troppo serio. Suonavo con Irio De Paula al Festival di Ciampino quando ho incontrato Javier Girotto. Ci siamo piaciuti subito, la sera stessa abbiamo messo su un gruppo, in sette giorni abbiammo composto i pezzi e un mese dopo li suonavamo al festival di Monza. Splendido. Soprattutto per quella capacità di divertirsi e di giocare. Da quel momento ho provato a fare mio quello spirito».
In che modo?
«Se si crea la giusta sinergia tra i musicisti sul palco, allora la gente va via con qualcosa da portare a casa: magari il pubblico non è tanto competente dal punto di vista musicale, ma se non suoni con il cuore, se ne accorge subito. Insomma, la gente ha pagato e vuole condividere emozioni, dalla gioia alla sofferenza. Ecco, qualche volta mi è capitato che qualcuno mi dicesse "Ho pianto e ho riso". Per me, è la cosa più bella».
il suo esordio?
«In famiglia ci sono diversi musicisti, compreso mio padre. Mia madre ascoltava un sacco di musica in casa, soprattutto di cantautori italiani e stranieri. Io ho cominciato a imporvvisare sulle canzoni di Mina e Fabio Concato. Sentivo che era qualcosa di grosso: avevo una cosa forte dentro. Che si chiama passione».
Parliamo del disco in uscita ora.
«Si tratta del scondo disco fatto insieme ai musicisti torinesi Alberto Marsico e Alessandro Minetto. Suonavamo insieme da piccoli, poi io ho lasciato Torino per alcuni anni e ora ci siamo ritrovati. Dopo un primo lavoro, Spiritual, che ha funzionato benissimo in Italia e all'estero, abbiamo deciso di registrare in studio nove brani. Che mi sembravano belli, importanti, al punto da proporli a una major. Ho avuto ragione: usciamo marchiati Verve, che richiede l'approvazione diretta della casa americana (e dunque anche l'uscita in Usa). Si intitola Purple: 9 tracce, di cui due originali e gli altri sono brani gospel tradizionali ma rivisti alla nostra maniera, dalla preghiera al brano in tre quarti per andare fino quasi all'inferno con una tromba che impazzisce. Ma il tutto lo abbiamo registrato, con gli archi dei Solisti Aquilani e il Sunshine Gospel Choir, in un giorno e due ore: rappresenta l'idea del jazz che deve essere il più possibile spontaneo. Ed è la cosa che amo di più».
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In dicembre sono molti i concerti in calendario.
Prossimo appuntamento, a Milano l'8 dicembre al Blue Note e a fine mese sarà a Orvieto per Umbria Jazz Winter. Qui tutte le date e le tappe
Purple è nei negozi di musica per etichetta Verve - Universal Music.