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MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images
Economia

Tutti gli affari del Qatar in Italia

I tentacoli dell'emirato arrivano dappertutto: metano, alberghi, ospedali, alimentare, moda, compagnie aeree e grattacieli

Il Qatar è un investitore di peso in Europa, dove ha saputo tessere negli ultimi anni una fitta tela di relazioni economiche.

E senza dubbio ha una passione per il made in Italy o, se non altro, vede in alcuni settori della nostra economia delle potenzialità sul lungo termine.

Nel nostro paese l'emiro ha comprato un po' di tutto: moda, alimentare, compagnie aeree, grattacieli, hotel di lusso e anche ospedali.

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Il metano

Tutto parte dal gas naturale. Dal Qatar compriamo metano: è il quarto fornitore dell’Italia (circa il 10% sul totale delle importazioni, stando ai dati del Ministero dello Sviluppo Economico) dietro a Libia, Algeria e Russia, che arriva via nave sottoforma di gas naturale liquefatto (GNL).

E non a caso la Qatar Terminal Company controlla il 22% del rigassificatore di Rovigo.

E proprio il metano sarebbe dietro il legame tra il Qatar e il terrorismo: l'emirato è il maggiore tra gli indiziati per il sostegno del Califfato del Terrore, a detta degli altri paesi del Golfo.

Meridiana e la Sardegna

Ma Qatar non è solo gas. In Italia sta per "comprarsi la Sardegna": dopo aver messo le mani cinque anni fa sulla Costa Smeralda, quest'anno Qatar Airways  è riuscits ad aggiudicarsi dopo quasi due anni di trattative il 49% di Meridiana.

Non è finita: l'emiro ora vuole metanizzare l'isola (unica regione non raggiunta dai tubi) e ha investito 1,2 miliardi di euro per terminare entro il 2018 un grande ospedale a Olbia.

Il fondo sovrano

Il braccio economico con cui Doha si muove lungo la Penisola (e non solo) è il Qatar Investment Authority (o Qia), il fondo di investimento sovrano da 338 miliardi di dollari creato per gestire le immense rendite petrolifere.

Grazie al Qia, e alle singole società che fanno capo all’emiro o a esponenti del governo, i tentacoli degli emiri arrivano dappertutto.

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Dalla moda alla carne in scatola

Nel 2012, ad esempio, un "primario investitore del Qatar", attraverso la società Mayhoola for Investments, si è aggiudicata per 700 milioni di euro la maison Valentino.

Due anni dopo, gli emiri hanno messo le mani sulla carne in scatola Montana: assieme al Fondo strategico italiano nel 2013 hanno creato una joint venture (IQ Made in Italy Investment Company) per investire nei settori peculiari del made in Italy.

La prima operazione è stata appunto l'acquisizione del 30% di Inalca, la società controllata dalla Cremonini e specializzata nella produzione di carne bovina e trasformati.

La passione per il mattone

Ma la vera passione dell'emiro in Italia è il mattone. Il Qatar ha messo la bandierina su Porta Nuova, il nuovo quartiere sorto attorno a Porta Garibaldi che ha un valore di circa 2 miliardi di euro.

E lo ha fatto grazie a Manfredi Catella, fondatore di Coima Res, società quotata in Borsa italiana, che gestisce un patrimonio immobiliare di oltre 5 miliardi di euro per conto di facoltosi investitori e di cui gli emiri sono azionisti sponsor con il 40,1% delle quote.

Gli hotel di lusso

Oltre che nell’immobiliare, il Qatar è anche un investitore di punta nel settore del turismo di fascia alta.

In Italia gli emiri si sono impossessati negli ultimi anni del prestigioso Hotel Gallia e del Westin Excelsior a Roma, due gioielli che si aggiungono ad altri due hotel a cinque stelle nella Capitale (Intercontinental de la Ville e Saint Regis), al Four Season di Firenze e al Gritti Palace di Venezia.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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