Pensionati da tartassare, ancora
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Economia

Pensionati da tartassare, ancora

Le prime mosse del Governo conte bis non sembrano favorire il taglio del cuneo fiscale per i pensionati

Nei 29 punti del programma del governo Conte bis nato il 5 settembre le parole pensioni e pensionati non compaiono mai. Neanche una volta. Nisba. Eppure si tratta di 16 milioni di persone. Ed elettori. Tutti già spremuti a dovere dai precedenti governi. Ci voleva l’incontro del 18 settembre con i sindacati per ricordare al premier Giuseppe Conte che in Italia ci sono pure loro. E che quando si parla di dare più potere d’acquisto ai lavoratori, riducendo il cuneo fiscale, ancora una volta ci si dimentica dei pensionati che da questa misura non beccherebbero un euro. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha proposto che il taglio al cuneo fiscale venga applicato anche agli assegni previdenziali. E Gigi Bonfanti, leader della Fnp Cisl, rincara: «Hanno usato i pensionati come bancomat per anni, ora il governo deve alleggerire il carico fiscale sulle pensioni». Nel frattempo i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato una manifestazione nazionale per metà novembre a Roma.

Ridurre il carico fiscale sugli assegni previdenziali è necessario anche perché i pensionati subiscono una tassazione più pesante rispetto ai lavoratori: è l’effetto paradossale di una detrazione da lavoro dipendente più bassa per chi ha smesso di lavorare: un pensionato da 15 mila euro lordi all’anno paga 270 euro in più di tasse. I sindacati infatti ne chiedono l’equiparazione.

Ma visti i precedenti di Conte, e l’affannosa ricerca di soldi per disinnescare l’aumento delle aliquote Iva, la prudenza è d’obbligo. È stato infatti il governo gialloverde presieduto dallo stesso premier, il Conte 1, a modificare per il triennio 2019-2021 il sistema di adeguamento degli assegni all’inflazione per le pensioni superiori a 3 volte il minimo. Un meccanismo dall’impatto trascurabile per i trattamenti più bassi, ma con conseguenze sensibili quando l’assegno è più pesante. Per esempio, chi prende 2.300 euro lordi al mese perderà 496 euro nel triennio e altri 283 euro in ogni anno successivo. «È dal 2011 che vengono introdotti meccanismi che frenano la crescita delle pensioni» protestano alla Uil. Complessivamente l’intervento del precedente governo vale 3,6 miliardi in tre anni, soldi tolti dalle tasche di 5,6 milioni di pensionati.

Non solo. Come ricordato più volte da Panorama, i pensionati italiani sono tra i più tassati in Europa: a fronte per esempio di una pensione annua di 20.007 euro lordi (tre volte il minimo) in Italia si pagano 4 mila euro di Irpef (il 20 per cento), mentre in Francia se ne versano mille (il 5) e in Germania appena 39 euro (lo 0,2). La media in Europa è del 13 per cento. Il governo Conte 2 rimedierà?

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