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Kenzo Tribouillard/Afp
Economia

Recovery fund: ecco come funziona

82 mld a fondo perso, 90 di prestiti. Nessuno in europa con così tanti fondi a disposizione. Come verranno usati?

Un piano da 750 miliardi di euro di cui 500 a fondo perduto e 250 sotto forma di prestiti di lungo periodo per cercare di trainare fuori dalla crisi i paesi e i settori economici e industriali più colpiti dalla pandemia. Ecco la proposta approvata dalla Commissione Europea dopo due mesi di dura trattativa. Un progetto di intervento temporaneo (durata fino al 2022), agganciato ai fondi del bilancio UE che va fino al 2027 e finanziato attraverso l'emissione di bond da parte della stessa Commissione.

Di questa grande torta da 750 miliardi la fetta più consistente è destinata all'Italia: 172,7 miliardi di euro di cui 81,8 di trasferimenti e 90,9 di prestiti. Nessun altro stato potrà godere della stessa quantità di denaro europeo per cercare di risollevare la propria economia dopo il Covid-19. Il piano si chiama "Next Generations EU" e prova a mettere insieme le due anime dell'Europa, quella del pronto intervento varato da Germania e Francia e le richieste di massimo rigore che vengono soprattutto dai paesi del Nord come Olanda, Austria, Danimarca e Svezia.

La proposta della Commissione sarà sottoposta ora al vaglio dei paesi membri. Il punto d'arrivo è il Consiglio del 19 giugno (o anche più tardi se servirà un ulteriore approfondimento) per arrivare a un testo definitivo che dovrà essere approvato anche dal Parlamento Europeo.

CHI INCASSA I SOLDI DEL RECOVERY FUND

L'Italia si prende, come detto, la fetta più grande della torta europea con 172,7 miliardi di euro di cui 90,9 sotto forma di prestiti. Segue la Spagna con 140,4 (77,3 di trasferimenti in aiuto e il resto prestiti), Poi la Polonia con 63,8 /37,7 a fondo perduto), la Francia con 38,3, la Grecia con 32 (22,6 trasferimenti), la Germania con 28, il Portogallo con 26,5 (15,6), la Repubblica Ceca con 19,4 (8,6) e l'Ungheria con 15,1 (8,1).

COME SI FINANZIA IL RECOVERY FUND

La Commissione emetterà dei bond per 750 miliardi di euro che saranno rimborsati ai sottoscrittori tra il 2028 e il 2058. Del bazooka messo a disposizione dei paesi per uscire dalla crisi, la parte in prestito (250 miliardi) dovrà poi essere restituita a lungo termine dai governi che ne beneficeranno mentre la quota a fondo perduto (500 miliardi) verrà alimentata da nuovi balzelli europei allo studio in questi mesi, dalla Web Tax alla Plastic Tax con spazio anche per i contributi richiesti a chi importa prodotti inquinanti.

I soldi saranno raccolti e quindi distribuiti a partire dal gennaio 2021 perché è quello il momento in cui la Commissione potrà andare sul mercato a finanziarsi. Essendoci, però, la necessità di intervenire il prima possibile è allo studio un primo finanziamento in autunno utilizzando quanto resta nel bilancio UE del quinquennio dal 2014 al 2019.

QUALI SONO I VINCOLI

La concessione dei prestiti e dei finanziamenti a fondo perduto è vincolata alla presentazione da parte dei paesi di piani per la ripresa che dovranno superare l'esame di Bruxelles. L'Unione Europea fornirà raccomandazioni ai singoli stati perché i soldi siano utilizzati per i settori che necessitano maggiormente di interventi. Nel caso dell'Italia si tratta della sanità e dell'ammodernamento della Pubblica amministrazione e della giustizia, che da sempre rappresentano un freno allo sviluppo economico.

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Giovanni Capuano