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ANSA/ANGELO CARCONI
Economia

Liberi professionisti: come funzionerà l'equo compenso

Per circa 4,5 milioni di lavoratori autonomi stop a prestazioni al massimo ribasso o a pagamenti sotto il minimo. Ma l'Antitrust per ora dice no

Brusca battutta d'arresto per la riforma sull'equo compenso messa in cantiere in Commissione Bilancio del Senato, nell’ambito della discussione sul Decreto fiscale.

L'Antitrust infatti ha bocciato senza appello le nuove norme. In una segnalazione ai presidenti delle Camere ed al premier, il Garante sottolinea infatti che l'equo compenso "in quanto idoneo a reintrodurre un sistema di tariffe minime, peraltro esteso all'intero settore dei servizi professionali, non risponde ai principi di proporzionalità concorrenziale" e si pone "in stridente controtendenza con i processi di liberalizzazione" che hanno riguardato anche "il settore delle professioni regolamentate".

Insomma, con le nuove regole, secondo l'Antitrust, concorrenza e liberalizzazione andrebbero a farsi benedire, e dunque bisogna fare marcia indietro. Ora vedremo come interverrà il Parlamento nei vari passaggi che ancora attendono la legge di strabilità.

Ma vediamo, almeno per il momento, cosa prevede il provvedimento che, comunque a tutti gli effetti, risulta ancora in discussione in Senato, e poi, se sarà approvato, anche alla Camera. Si tratta di una legge che pone fuorilegge qualsiasi accordo tra liberi professionisti e clienti che non presupponga il pagamento di una parcella che sia adeguata e commisurata alla prestazione eseguita, ossia proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

Si tratta di una misura che riguarderà circa 4,5 milioni di lavoratori autonomi, e che in effetti intende mettere un freno a quella che è stata definita una sorta di caporalato intellettuale. Nuove regole che in realtà in origine erano state pensate solo per gli avvocati, come forma di tutela in contenziosi con parti forti, ossia banche, assicurazioni e grandi imprese, ma il cui raggio d'azione è stato poi esteso, come detto, a tutti gli autonomi.

Categorie tutelate

La platea di professionisti che sarà interessata dalla nuova norma sull’equo compenso è, come accennato, molto ampia. Ci sono innanzitutto i soggetti che sono raggruppati in un Ordine professionale, come possono essere appunto gli avvocati, ma anche gli architetti o gli ingegneri.

Poi, ad essere tutelati saranno anche quei professionisti che vengono riconosciuti nella categoria d’insieme del Collegio, come possono essere ad esempio i geometri. Infine, le nuove misure interesseranno anche quei lavoratori, come ad esempio gli infermieri, che invece si ritrovano riuniti in una semplice associazione.

Tariffe minime

Per stabilire i criteri con cui dovranno essere definiti i compensi minimi da riconoscere ai vari professionisti, si seguiranno strade diverse.

Per i professionisti che fanno capo a un Ordine professionale, ad esempio, la norma prenderà come punto di riferimento, per definire soglie di remunerazione al di sotto delle quali non è possibile scendere, i parametri giudiziari emessi dai ministeri vigilanti degli Ordini e usati dai magistrati per dirimere le controversie.

Per tutte le altre categorie occorrerà attendere invece i decreti attuativi della norma, che andranno a individuare specifiche modalità di determinazione dei compensi, magari anche sulla base di un confronto tra le varie parti in causa.

Per chi vale la nuova disciplina

Un elemento fondamentale delle nuove norme sull’equo compenso, è dato dal fatto che le regole così stabilite, varranno tanto per clienti privati, che per committenti pubblici.

In questo senso dunque, anche e soprattutto l’amministrazione pubblica, dovrà essere garante di questo nuovo regime di tutele, abolendo per il futuro forme di contrattazione molto controverse, come potevano essere quelle che prevedevano il massimo ribasso oppure, peggio ancora, incarichi messi a bando per la cifra simbolica di un euro.

Certo, c’è chi ritiene che in ogni caso, soprattutto in ambito privato, potranno continuare ad esserci accordi taciti e specifici in deroga alle nuove leggi, ma di sicuro, le nuove norme saranno di tutela nel caso in cui qualcuno decidesse di denunciare comportamenti illeciti. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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