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Fisco: perché i commercialisti attaccano l'Agenzia delle entrate

Insieme ai consulenti del lavoro protestano per le troppe circolari e per gli ingorghi dovuti alle tante scadenze

È un vero e proprio grido di protesta quello che si alza dai professionisti del fisco, commercialisti e consulenti del lavoro, contro l’Agenzia delle entrate. Oggetto del contendere, neanche a dirlo, è la sempre più intricata burocrazia fiscale che si infarcisce ogni giorno che passa di nuove circolari e di scadenze che si vanno ad aggiungere in maniera incoerente alle tante, troppe già esistenti. Si tratta dunque di un richiamo forte alla presa di coscienza della necessità impellente di una forte riorganizzazione e razionalizzazione di quello che è l’attuale impianto normativo del sistema tributario del nostro Paese.

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Circolari: troppe e all’ultimo momento
Il primo terreno di confronto, o meglio sarebbe dire di scontro, è quello delle circolari. Su questo fronte sono i commercialisti ad essere più agguerriti. Denunciano infatti il vero e proprio stillicidio
di comunicazioni e modifiche, che tra l’altro giungono sempre all’ultimo momento, causando, se possibile, ulteriori rallentamenti nel lavoro degli studi, già oberati di scadenze e pressati dalla mole delle pratiche. Ultimo caso emblematico, quello della circolare sugli studi di settore pubblicata dall’Agenzia delle entrate venerdì 14 luglio 2017.

Si tratta di un documento, come denunciano con forza i sindacati dei commercialisti, di ben trentotto pagine che, di fatto, è arrivato sulle scrivanie dei professionisti del fisco, già pressati dalla mole di lavoro delle dichiarazioni, soltanto ieri, dunque con tempi strettissimi affinché possa essere letto, studiato e applicato correttamente. I commercialisti chiedono dunque che vengano introdotte regole certe e definite per legge, che stabiliscano una volta per tutte un tempo congruo tra l'inserimento di un aggiornamento o di una modifica operativa da parte dell'Agenzia, e la sua applicazione.

Scadenze e ingorghi fiscali
Sulla stessa lunghezza d’onda, come accennato, i consulenti del lavoro, che se la prendono invece con l’accumularsi di scadenze fiscali che spesso vanno a cadere tutte in uno stesso periodo. Nel caso specifico, in vista delle ferie di agosto, puntuale si accende il dibattito sull'ingorgo fiscale della fine di luglio, con annesse proroghe dell'ultimo minuto, come quella che ha riguardato in queste ore il Modello 770. I consulenti del lavoro auspicano dunque la definizione di un calendario fiscale condiviso. Il problema infatti, non sarebbe tanto quello di ottenere delle proroghe che tra l’altro puntualmente, e inevitabilmente verrebbe da dire, arrivano. Esempi classici, come appena accennato sono il caso dei Modelli 770 e delle dichiarazioni fiscali fatte slittare al 16 ottobre. Piuttosto, urge la necessità, sempre secondo i consulenti del lavoro, di risolvere alla radice una questione definita “di sistema", attraverso un confronto preventivo con proprio l’amministrazione fiscale.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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