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ANSA/FABRIZIO PEPINO
Economia

Cioccolato Ferrero, da Alba al resto del mondo

L’acquisizione di Fannie May è solo l’ultima tappa di un processo di espansione internazionale iniziato negli Anni Cinquanta

La Ferrero continua a fare shopping nel mondo e con l’ultima operazione di rilievo ha acquisito per circa 115 milioni di dollari Fannie May, produttore americano di cioccolato con 80 negozi e alcuni siti produttivi. Una mossa che irrobustisce ulteriormente un Gruppo che attualmente rappresenta già il terzo produttore mondiale di cioccolato confezionato, presente in 160 Paesi, con un fatturato annuale che si aggira intorno ai 10 miliardi di euro e circa 34mila dipendenti a livello globale che lavorano in più di 50 Paesi diversi. E proprio il processo di globalizzazione di questo colosso dolciario nato negli Anni Quaranta ad Alba in provincia di Cuneo, rappresenta certamente una delle storie industriali più avvincenti da ripercorrere.

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Anni Cinquanta, inizia l’avventura all’estero

È il 1956 quando da Alba si comincia a guardare lontano, all’Europa, alla Germania. A Stadtallendorf, nell’Assia, a 150 km da Francoforte, nascono la Ferrero GmbH e il primo stabilimento estero. All’inizio i dipendenti sono cinque, ma sei mesi dopo sono già 60, fra italiani e tedeschi. Tra l’altro l’utilizzo dello spazio dello stabilimento, prima legato all’industria militare, è un esempio importante di conversione dell’industria bellica in industria di pace.

Anni Sessanta, alla conquista dell’Europa…

Mentre alla guida della società il testimone passa prima dal fondatore Pietro Ferrero al fratello Giovanni, e poi da quest’ultimo, nel 1957, al nipote Michele, l’azienda comincia a guardare con sempre maggiore decisione ai mercati esteri. La Germania è infatti soltanto la prima tappa di un cammino alla conquista degli altri paesi europei. Nel 1960 la Francia diventa la seconda sede fuori dai confini italiani. Si chiamerà prima “Dulcea” e poi “Ferrero France”; lo stabilimento si trova a Villers Ecalles, a 25 km da Rouen. Dopo la Francia, è la volta di Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Svizzera e Gran Bretagna, dove Ferrero afferma la propria presenza. A Londra, nel centralissimo Piccadilly Circus, tra le varie insegne luminose spicca anche Mon Chéri, sostituito anni dopo da Tic Tac e Ferrero Rocher. Alla fine degli anni Sessanta le società Ferrero in Europa saranno otto.

…ma anche dell’America

Dopo aver diffuso in Europa il proprio marchio, Ferrero si decide ad attraversare l’Oceano e arriva negli Stati Uniti nel 1969 aprendo un ufficio a New York. Si presenta sul mercato americano non con le praline o con la Nutella (nata nel 1964), ma con gli astucci di Tic Tac. Il successo è notevole e presto anche in territorio americano sorgerà un nuovo stabilimento Ferrero.

Anni Settanta, l’espansione continua

Negli anni Settanta continua lo sviluppo all’estero del Gruppo; dopo le tappe europee in Austria e in Irlanda, dove ha sede anche uno stabilimento, vengono aperte società Ferrero a Portorico e in Ecuador dove vengono installati due siti produttivi. Espansione anche in Asia con Hong Kong e Giappone, e in Australia, dove si apre una nuova fabbrica.

Anni Ottanta, una forza da consolidare

A oltre trent’anni dalla sua nascita, Ferrero è leader nel proprio segmento di mercato, e non solo in Italia. In una realtà che sta diventando sempre più internazionale e più complessa, è necessario allora creare una capogruppo che controlli dal punto di vista azionario e coordini operativamente tutte le società: nasce così Ferrero International. Nel 1988 poi vengono messe a segno altre due importanti conquiste sul territorio europeo: vengono aperte Ferrero Ardennes in Belgio, Paese in cui ha sede lo stabilimento di Arlon, e Ferrero Iberica in Spagna, che gestisce anche il mercato portoghese.

Anni Novanta: il nuovo vento dell’Est e non solo

Dopo la caduta del Muro di Berlino, inizia l’espansione verso i paesi dell’Est Europa con l’apertura delle sedi commerciali in Ungheria, Russia, nella Repubblica Ceca e in Polonia. In questo paese viene anche inaugurato un nuovo stabilimento, a Belsk, con l’obiettivo di garantire ai consumatori la freschezza dei prodotti Ferrero sui punti vendita di questi mercati. Ma sono anche gli anni in cui vengono aperte le sedi in Messico, Argentina e Brasile.

Anni Duemila, nuove sfide

Nel 2013 viene inaugurato il nuovo impianto produttivo presso il parco industriale Parque Opcon a S. Jose Iturbide nello Stato di Guanajuato in Messico. Il nuovo stabilimento produce prodotti Kinder e Nutella destinati al mercato locale e all’export nel continente americano. Poi, nel settembre dello stesso anno viene ufficialmente inaugurato il nuovo stabilimento produttivo di Manisa in Turchia destinato alla produzione di Nutella e dei prodotti semifreddi Kinder. Il tempo di dire addio a Michele Ferrero, che muore a 90 anni il 14 febbraio del 2015, che nell’agosto dello stesso anno il Gruppo formalizza l'acquisizione di Thorntons, azienda dolciaria britannica, fondata nel 1911, con all'attivo 3.500 dipendenti e un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. Si tratta della prima acquisizione nella storia dell'azienda, che fino a quel momento aveva affidato il suo sviluppo alla crescita organica per linee interne. Una prima volta a cui ora ha fatto seguito anche l’operazione Fannie May.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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