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Economia

Cartelle Equitalia, a chi conviene la rottamazione

In attesa del via libera definitivo al decreto fiscale, bisognerà valutare l’opportunità di saldare i debiti arretrati in sole 4 rate

Entra nel vivo la procedura di rottamazione delle cartelle Equitalia. In queste ore infatti l’ente di riscossione ha reso materialmente disponibile il modello, denominato DA1, con cui effettuare praticamente appunto la richiesta di rottamazione di eventuali debiti arretrati. È il caso di ricordare che questa procedura agevolata, che secondo i più critici assomiglia a un vero e proprio condono, permette di saldare i propri conti con il fisco evitando di pagare interessi di mora e sanzioni, con un risparmio che in alcuni casi può arrivare anche fino al 50%. L’unico elemento di incertezza è rappresentato dall’approvazione definitiva del decreto fiscale che contiene la rottamazione, che dovrà avvenire in Parlamento nei prossimi giorni. Con il voto finale infatti potrebbero essere introdotte ulteriori novità, soprattutto per quanto concerne le modalità di rateazione degli arretrati. Conviene dunque aspettare oppure no, a fare domanda? Dipende dai casi: vediamoli nel dettaglio.

Come si paga una cartella rottamata

Un’influenza decisiva sulla opportunità di effettuare subito o meno la domanda di rottamazione è giocata dalle modalità con cui è possibile pagare questi debiti arretrati in maniera agevolata. Attualmente la procedura prevede infatti che il saldo di una cartella rottamata avvenga in quattro rate: la prima e la seconda pari a un terzo del totale, e le altre due di un sesto ciascuna, con l’ultima da saldare entro il 15 marzo 2018. In Parlamento si ventila però l’ipotesi che, in fase di approvazione definitiva del decreto, il numero di rate possa essere aumentato.

A chi conviene aspettare

Per il contribuente che intende usufruire della rottamazione e non ha particolari motivi per accelerare i tempi di richiesta, potrebbe essere utile attendere l’evolversi della situazione in Parlamento. Come accennato infatti, il numero di rate con cui saldare la cartella “agevolata” potrebbero aumentare con enormi benefici. Affrettare i tempi, potrebbe invece portare all’avvio di una procedura con pagamento in quattro rate, che chissà se e in che modo, potrebbe poi adeguarsi ad una nuova normativa che prevedesse invece il saldo in più rate. Dunque, il consiglio è certamente di attendere.

A chi conviene invece accelerare

Potrebbero esserci invece contribuenti interessati in ogni caso ad effettuare subito la domanda di rottamazione, nonostante, come detto, il Parlamento possa decidere comunque dei cambiamenti dell’ultima ora. Stiamo parlando di quei cittadini che, a causa di ritardi e inadempienze accumulatesi nel tempo, rischiano azioni esecutive da parte del fisco, ossia pignoramenti, iscrizioni di ipoteche o fermi amministrativi. Ebbene, l’avvio della procedura di rottamazione delle cartelle, tra le altre cose, comporta anche il blocco immediato di qualsiasi azione esecutiva da parte del fisco: da qui l’urgenza di qualcuno, di avviare comunque e subito la procedura di rottamazione, indipendentemente da quello che potrà decidere il Parlamento nei prossimi giorni.

A chi non conviene del tutto rottamare

C’è poi una terza categoria di contribuenti, ai quali potrebbe in ogni caso non convenire del tutto usufruire della rottamazione. Pensiamo infatti al caso di un cittadino che abbia accumulato un grosso debito con Equitalia e che abbia però ottenuto una rateazione del dovuto, in 60 o anche 72 rate. Ebbene, se adottasse la rottamazione, è vero che otterrebbe uno sconto, ma è anche vero che dovrebbe pagare il tutto in quattro rate. E anche se queste dovessero aumentare, in ogni caso, si tratterà di effettuare un esborso in tempi molto , ma molto, più ristretti di quelli pattuiti in precedenza. Dunque, nel caso di cifre molto elevate, probabilmente la via della rottamazione, soprattutto in presenza di una procedura di rateazione lunga già conclamata, potrebbe essere una scorciatoia da evitare.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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