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Economia

Aspi, chi può richiedere il sussidio e chi no

Tutti i requisiti per ottenere la nuova indennità di disoccupazione entrata in vigore con la Riforma Fornero

Aspi, mini-Aspi 2013 e mini-Aspi 2012. Sono i termini “tecnici” con cui molti  italiani senza lavoro stanno purtroppo familiarizzando in questi mesi, quando si presentano all'Inps per chiedere l'indennità di disoccupazione. Dall'inizio di quest'anno, è entrata infatti in vigore l'Assicurazione Sociale per l'Impiego, un nuovo sussidio ai disoccupati (l'Aspi, appunto) creato dall'ultima riforma del lavoro che porta la firma di Elsa Fornero . L'importo massimo dell'indennità è di 1.119 euro lordi (circa 1.080 euro netti) ed è comunque pari al 75% della retribuzione (25% per la parte di stipendio che oltrepassa i 1.180 euro).

TUTTO SULLA RIFORMA DEL LAVORO

I NUOVI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Dal gennaio scorso in poi, sono uscite diverse circolari dell'Inps che chiariscono meglio chi, tra i lavoratori italiani rimasti disoccupati, ha diritto o meno all'Aspi.  Ecco una guida per orientarsi.

ASPI ORDINARIA.

Il sussidio più importante spetta ai disoccupati che erano assunti con un contratto stabile (a tempo indeterminato), agli apprendisti, ai soci delle cooperative che operavano anche come dipendenti, ai lavoratori artistici e gli impiegati pubblici assunti a tempo determinato. Per ottenere l'indennità, bisogna aver perso il posto di lavoro dopo l'inizio del 2013, per cause indipendenti dalla volontà del disoccupato. In altre parole, i beneficiari dell'assegno sono i lavoratori che sono stati licenziati per decisione dell'azienda e non hanno presentato spontaneamente le proprie dimissioni, a meno che non lo abbiano fatto ai sensi dell’art. 7 della legge n. 604 del 1966 (cioè dopo aver impugnato il licenziamento e aver raggiunto successivamente un accordo extra-giudiziale con l'impresa). Hanno diritto all'Aspi tutti i lavoratori con almeno almeno 1 anno di contributi versati nei 24 mesi che precedono il periodo perdita del posto. Inoltre, il beneficiario dell'assegno deve avere più di2 anni di anzianità (devono cioè essere trascorsi almeno 24 mesi dal versamento del primo contributo contro la disoccupazione).

Gli assegni verranno erogati inizialmente per un periodo massimo di 8 mesi ai lavoratori che non hanno compiuto ancora i 50 anni. Gli over 50, invece, hanno diritto a percepire il sussidio per 12 mesi. Dal prossimo anno in poi, la durata dell'Aspi verrà innalzata con un percorso graduale: chi perderà il posto nel 2014 e ha già compiuto i 55 anni di età, per esempio, avrà diritto a incassare l'assegno per 14 mesi mentre per i lavoratori più giovani la lunghezza degli ammortizzatori rimarrà invariata. Nel 2015, la durata del sussidio sarà invece ulteriormente accresciuta: 10 mesi per chi ha meno di 50 anni, 12 mesi per chi ha un età tra i 50 e i 54 anni e 16 mesi per gli over 55. Nel 2017, quando la riforma Fornero entrerà a regime, l'Aspi avrà due lunghezze diverse, a seconda delle soglie anagrafiche del lavoratore: fino a 12 mesi per chi ha meno di 55 anni e 18 mesi per chi ha superato questa età. Le domande per ricevere il sussidio vanno presentate all'Inps (o a un Patronato) entro i 60 giorni successivi alla perdita dell'impiego.

MINI-ASPI.

Una indennità contro la disoccupazione spetta anche a chi aveva un contratto di assunzione a tempo determinato, che non è stato rinnovato alla scadenza. Per avere  il sussidio, occorre però aver lavorato per almeno 13 settimane (cioè poco più di 3 mesi). Sono escluse invece altre categorie di precari come i collaboratori a progetto (co.pro.), gli associati in partecipazione, i dottorandi e i titolari di un assegno di ricerca, i venditori porta a porta o i collaboratori occasionali. Anche per la Mini-Aspi, l'assegno viene liquidato soltanto a chi è rimasto disoccupato per motivi involontari, cioè per decisione dell'azienda e non per aver presentato dimissioni spontanee. L'indennità viene invece revocata a chi trova un nuovo impiego.

Il sussidio sarà corrisposto per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate durante l'ultimo anno. Esempio: chi è stato occupato per 4 mesi (16 settimane), riceverà l'indennità per 2 mesi (8 settimane). L'ammontare dell'assegno sarà invece pari a quello previsto per l'Aspi ordinaria.

MINI-ASPI 2012.  

I sussidi saranno liquidati anche ai lavoratori a termine che sono rimasti a casa lo scorso anno. Fino al 2012, infatti, la vecchia indennità disoccupazione con requisiti ridotti (cioè quella per i precari) veniva erogata in un'unica soluzione, all'inizio dell'anno successivo alla perdita del posto di lavoro.

Di conseguenza, i disoccupati del 2012 che aspettano ancora i soldi, avranno diritto alla nuova Mini-Aspi, al posto del vecchio sussidio. Per ottenere l'assegno per il 2012 (che verrà liquidato in un'unica soluzione), bisogna presentare un'apposita domanda all'Inps (o a un Patronato) per via telematica entro il prossimo 2 aprile.

L'ASPI PER I LAVORATORI SOSPESI.

L'assegno per la disoccupazione, con gli stessi importi mensili dell'Aspi ordinaria, spetta anche ai lavoratori che sono stati lasciati a casa temporaneamente in seguito a una crisi aziendale. Per beneficiare del sussidio (che avrà una durata massima di circa 90 giorni in un biennio), bisogna non avere diritto a percepire altri due ammortizzatori sociali: la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, che sono però applicabili soltanto alle imprese di certi settori (industria) o a quelle che superano determinate dimensioni (50 dipendenti nel caso delle aziende del commercio). L'Aspi per i lavoratori sospesi è però in vigore in via sperimentale per il triennio 2013-2015 e verrà erogata soltanto nei limiti delle disponibilità finanziarie del governo, che ha stanziato appena 20 milioni di euro.

LA NUOVA ASPI E I LAVORATORI SOSPESI

LA MINI-ASPI PER I PRECARI

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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