Don't worry darling, Harry Styles a Venezia in una distopia barcollante
Da destra: Nick Kroll, Florence Pugh, Chris Pine, Olivia Wilde, Sydney Chandler, Harry Styles e Gemma Chan sul red carpet per la prima di "Don't worry darling" (Foto Ansa/Claudio Onorati)
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Don't worry darling, Harry Styles a Venezia in una distopia barcollante

Film fuori concorso, riflette su ordine e caos su basi esili. Olivia Wilde e Florence Pugh sul red carpet del Lido, nonostante le polemiche. La regista attrice: «C’è stato gran rumore: internet si basa su questo»

Ambiziosa, Olivia Wilde, che si brucia le ali di cera. Don’t worry darling è un nuovo illuminante specchio deformante delle follie e presunzioni umane o una «corazzata Kotiomkin» di fantozziana memoria? Probabilmente questo è lo stesso dubbio che ha percorso la stampa alla prima proiezione in sala Darsena, che ha accolto il film distopico con un applauso timido e perplesso (da alcuni anni sembra venuto meno in sala il dissenso con fischi e «buu»).
Presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, edizione 79, Don’t worry darling è l’opera seconda da regista dell’attrice dagli occhi di ghiaccio, che ha anche un ruolo come interprete. Era molto atteso, sia per l’eco di polemiche da cui è stato preceduto, sia perché l’esordio alla regia di Olivia Wilde con La rivincita delle sfigate era piaciuto. E anche perché, diciamolo, Harry Styles nel cast porta con sé una scia di fan deliranti, da ieri assiepata al Lido pronta a levare urla di estasi.

La distopia secondo Olivia Wilde

Ordine o caos? «C’è bellezza nel controllo. C’è grazia nella simmetria. Ci muoviamo all’unisono»: questo è il mantra ripetuto in Don’t worry darling nell’apparentemente idilliaca società di Victory, dove il caos è stato annullato, costruita nel deserto dal suo bel santone Frank, interpretato da Chris Pine.

In villette con giardino contornate da palme vivono coppiette felici e sorridenti da America anni ’50: lei accudisce la casa, prepara cenette deliziose, si intrattiene con le vicine a bere cocktail e fare shopping; lui fa colazione con lei, sempre toast con burro, bacon e uova, quindi sulla sua auto scintillante si reca a lavoro dove si occupa di un progetto top secret, per far ritorno la sera e cenare con l’adorata mogliettina. In un trionfo di moda di metà secolo.
La coppia protagonista: Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles), tanto amore, tanta felicità, tanto sesso e lusso. L’unica regola da seguire: l’accesso al quartier generale del Victory Project è bandito alle donne e gli uomini devono serbare silenzio sul loro impegno nello «sviluppo di materiali innovativi». Con allusioni al Progetto Manhattan, ovvero il programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale.
Fin quando non balena una crepa nel presunto sistema paradisiaco, dove le donne sono solo madri e casalinghe à la page.

Olivia Wilde nel film "Don't worry darling" (Foto: Merrick Morton)


Sono diverse, invece, le crepe che palesa la distopia a colori pastello di Don’t worry darling, tra flashback raffazzonati e architetture societarie alquanto labili. A ogni tizio in tuta rossa che sbuca goffamente per celare e soffocare, i dubbi sulla plausibilità e sul senso del tutto si levano in modo ancora più carminio.
Un po’ The Truman show, un po’ La donna perfetta, Don’t worry darling sa tanto di già visto. E il castello distopico montato su basi davvero esili crolla così facilmente.

«Sono sempre stata interessata allo stile anni ’50 e ’60 americano, è un’epoca molto seduttiva. Il paradosso di Victory è che tutto ciò che è bello è sinistro», ha detto Wilde a Venezia. «È un mondo che si basa su progetti reali, penso al Progetto Manhattan. Con donne che non potevano fare domande. È un’iconografia fascista, in cui il caos è distruttivo e il controllo è la perfezione. Noi diciamo invece che il caos è una cosa organica e controllare la natura umana non è mai cosa buona».

La sceneggiatura è firmata Katie Silberman.

Le polemiche stemperate da Wilde

Don’t worry darling è stato preceduto da una bufera di polemiche. Per il ruolo di Jack, il protagonista maschile, precedentemente era stato scelto Shia LaBeouf, decisione criticata perché l’attore – tra l’altro a Venezia come Padre Pio di Abel Ferrara – è assediato da accuse di comportamento violento. Al suo posto è sopraggiunto Harry Styles, la popstar ex One Direction. Sul set, tra l’altro, è scoppiato l’amore tra Harry Styles e Olivia Wilde, che si è separata da Jason Sudeikis, padre dei suoi due figli. Voci dicono che la protagonista femminile Florence Pugh non abbia gradito e che ci siano stati dissapori durante le riprese tra lei e Wilde. Tant’è che alla conferenza stampa Pugh, impegnata sul set di Dune 2 di Denis Villeneuve, non si è presentata.

Le spiegazioni di Olivia Wilde al Lido? «Florence è una forza. Sono grata che riesca a esserci questa sera anche se ha una produzione in corso; sono grata a lei e a Villeneuve», quindi red carpet garantito. «Per il rumore che c’è stato, internet si basa su questo».

Don't worry darling, Harry Styles a Venezia in una distopia barcollante Da sinistra: gli attori Harry Styles, Gemma Chan, Chris Pine e Olivia Wilde al photocall di "Dont worry darling", 5 settembre 2022 (Foto Ansa/Claudio Onorati)

Harry Styles dal tour mondiale a Venezia

Con tripudio di anelli, canotta e giacca, foulard e smalto celesti, direttamente dalla sua tournée “Love on Tour”, Harry Styles è sbarcato al Lido di Venezia tra un’orda di ammiratrici, contendendo lo scettro di divo più ambito a Timothée Chalamet. Il cantautore britannico aveva già provato la strada del cinema nel 2017 con una piccola parte in Dunkirk (2017). In Don’t worry darling è il grande passo da co-protagonista (sarà anche in My Policeman di Michael Grandage).

Ha ragione Olivia Wilde, Florence Pugh è una forza. Come lo era stata in Piccole donne, si conferma ora. Ed Harry Styles? Non fa male come maritino devoto che poi così devoto non è. «Mi sento fortunato perché come lavoro faccio una cosa che mi piace ed ora esplorare la recitazione mi ha consentito di fare due cose che amo», ha detto il musicista attore. «È divertente vivere entrambi i mondi e vedere come interagiscono».

Due mondi però molto diversi. «Credo che siano degli opposti», prosegue Styles. «Fare il musicista è molto personale. Alcuni aspetti dell’attore fanno pensare a cose personali ma comunque si interpreta qualcun altro. Quando vediamo il mondo attraverso lenti diverse può comunque aiutare la creatività. La parte divertente sia del musicista che dell’attore è che né l’uno né l’altro sa dove stiamo andando. Io non so dove sto andando», e sorride.

Don't worry darling sarà solo al cinema dal 22 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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