Francesco Abate, 'Mia madre e altre catastrofi'
disegno di Leandro Agostini
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Francesco Abate, 'Mia madre e altre catastrofi'

Un memoriale sotto forma di fulminei peanuts, un romanzo biografico che funziona da antidepressivo

Originale e irriverente, caustico e malinconico, divertente e a tratti commovente, Mia madre e altre catastrofi è un romanzo costituito da lunghe strisce di folgoranti botta e risposta tra madre e figlio. Il successo decretato dalla rete ha sospinto il progetto di Francesco Abate, nato come una serie social a episodi, a incarnarsi nella forma-libro. Einaudi lo promuove su You Tube con una miniserie diretta dal regista Peter Marcias: sullo sfondo del mare della Sardegna la signora Mariella, interpretata da Piera degli Esposti, presenta se stessa e il suo "gran figlio di buona donna". Non gli ho mai fatto sconti, dice. "Neppure sui diritti d'autore di questo libro".

Classe 1937, "mamma ha amato pazzamente mio padre e il mare", racconta lo scrittore cagliaritano. Una donna dalla gran tempra abituata a fare il bagno anche in dicembre, moglie, madre, eccentrica credente devota a certi valori tradizionali (compreso il battipanni usato in funzione "educativa") ma nel contempo donna emancipata anzi allevata con le tigri, che frequentava il collettivo femminista dichiarandosi maoista. Ex insegnante di scuola media, ancora oggi insegna a lavoratori immigrati o collaboratrici domestiche a cui "serve almeno la terza media".

Da La mangiatrice di tigri a Terra Santa, passando per La 500 color crema e Mamma in redazione, Mia madre e altre catastrofi è diviso in capitoli tematici secondo una scansione temporale che va dall'infanzia al presente dello scrittore. Particolarmente divertente è la sezione intitolata Nelle patrie corsie, dove madre e figlio raccontano 50 anni di ricoveri in un esilarante botta e risposta. Qualche anno fa Francesco Abate ha dedicato alla sua odissea di "trapiantato di fegato" (l'organo era compromesso per un'epatite degenerativa ereditaria) un libro straordinario come Chiedo scusa, scritto a quattro mani con Valerio Mastandrea.

Anche qui pulsa la stessa vitalità contagiosa per il miracolo e la bellezza di trasgredire al proprio destino, cioè di essere vivi. Senza filtri ma senza mai cedere alla trappola dell'autocompiacimento o del vittimismo. Francesco Abate ha quel raro talento di mettere il lettore a proprio agio - mescolando leggerezza e profondità, poesia e ironia - di fronte alle avversità. La signora Mariella appare come il motore di questa attitudine, incrollabile perfino quando faceva la spola tra l'oncologico dove era ricoverato suo marito e l'ospedale dove il figlio aspettava il trapianto: "Che fai, Ma', piangi? - Non sto piangendo! Sono gli spruzzi delle onde! E ora muoviti, facciamoci questa benedetta passeggiata in spiaggia!"

Si ride salato sulle avventure dei coprotagonisti agli stabilimenti del Poetto -i primi approcci di Checco con una ragazzina che faceva sculture di sabbia di uomini nudi "con un pisello lungo così", l'improbabile coming out del professor Pasqualino nell'universo drag queen. Si ride per le telefonate in redazione di aspiranti scrittori che fanno stalking telefonici per veder pubblicate le recensioni ai propri libri... Insomma funziona benissimo anche come terapia antidepressiva Mia madre e altre catastrofi, perennemente sospesa fra il "lo so io" e il "lo so già", i due assiomi sui quali i figli imperniano la loro fede in coloro che sanno vedere oltre il noto e l'ignoto, oltre la capacità visiva: le madri.

Francesco Abate
Mia madre e altre catastrofi
Einaudi
160 pp., 16 euro

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Michele Lauro