Il compagno Mussolini
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Il compagno Mussolini

In un libro di G. Mazzuca e N. Farrell le radici dell'anima politica e non solo del Duce; un percorso lungo complesso, anche travagliato. Cambiamenti di allora e trasformismi di oggi

Il papà socialista, la mamma cattolica, il maestro rivoluzionario. È nascosta proprio nelle prime radici della sua vita l’anima più profonda di Benito Mussolini, l’anima rinnegata e tradita, quindi ritrovata ambiguamente nell’ultima parte della sua esistenza: quella di un socialista rivoluzionario. 

Il direttore del Giorno Giancarlo Mazzuca (forlivese di nascita) e il giornalista inglese (ma romagnolo d’adozione) Nicholas Farrell sono andati alla ricerca di quel Mussolini poco studiato con il loro saggio Il compagno Mussolini (Rubettino editore, 350 pagine, 19 euro). Hanno scovato carte e storie, aneddoti e discorsi che descrivono con curiosità di cronisti il punto di partenza del Ventennio: dove e come accade che un giovane socialista internazionalista si trasforma prima in nazionalista favorevole all’intervento nella Prima guerra mondiale e alla guerra «ostetrica della Rivoluzione», poi si convince che il parlamentarismo sia un danno («Il suffragio universale serve esclusivamente a tenere a bada il proletariato»), quindi si tramuta nel capo del fascismo e nel Duce, il dittatore che dà vita a un regime totalitario e trascina l’Italia nella Seconda guerra mondiale. 

Un libro interessante, utile, ben scritto. E a suo modo istruttivo anche per il nostro oggi: dove la politica viene attraversata da idee confuse e da personaggi ambigui, capaci di trasformazioni e trasformismi a dir poco rischiosi.

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