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LOIC VENANCE/AFP/Getty Images

Jim Jarmusch, una lettera d'amore al rock

Con "Gimme Danger" il regista porta a Cannes Iggy Pop nel documentario sui suoi esordi

Poesia e rock per Jim Jarmusch: il regista di Coffee and Cigarettes ha portato al Festival di Cannes due film e un amico-outsider della scena musicale. Gimme Danger, fuori concorso, è un documentario sugli esordi di Iggy Pop e degli Stooges, il gruppo che alla fine degli anni 60 ha anticipato il punk e il rock alternativo. Ed è con il suo amico rocker quasi omonimo (il vero nome di Iggy Pop è James Newell Osterberg Jr) che Jarmusch si è ripresentato sulla Croisette, dopo aver già conquistato gli applausi dei critici e un posto nel toto-palma con il suo titolo in competizione: "Paterson", presentato in concorso, racconta la settimana di un bus driver poeta (Adam Driver) e della sua inventiva fidanzata, creatrice di arredi e dolcetti in colori optical (l'attrice iraniana Golshifteh Farahani).


 Lettera d'amore al rock

"Gimme Danger è una lettera d'amore alla più grande band - o quasi - della storia rock" ha detto il regista parlando del documentario, intitolato come la canzone che meglio racconta il pericoloso tuffo di Iggy Pop in acidi, droghe e Lsd della band in quegli anni. "E un omaggio a Iggy Pop che per me è una figura tra Harpo Marx e Arthur Rimbaud, Bruce Lee e il ballerino Nižinskij. Insieme agli MC5 e ai Velvet Underground, gli Stooges sono il gruppo che da teenager mi ha dato forza, la musica che ha accompagnato i miei ideali e i pianti di quando guardavo, sullo schermo di una tv in bianco e nero, i ragazzi che protestavano contro la guerra in Vietnam. Alcuni gruppi non erano schierati politicamente, ma erano rivoluzionari nella musica". 

 Sopravvissuto

Da rocker doc, Iggy Pop è arrivato al Festival di Cannes con il suo bagaglio di gesti e abiti irriverenti: conferenza stampa in t-shirt bianca, chiodo nero e ciabatte (firmate però), tappeto rosso a torso nudo e giacca blu (stavolta con le scarpe). A 69 anni non ha perso la verve, ma ha fatto dietro front sulla droga: "Non so neppure come sono sopravvissuto a tutto quello che ho ingerito" racconta. "Sono rinato imparando a prendere la vita in modo più easy: oggi bevo solo del buon vino e, concerti a parte, vado a letto presto.  Nessuno dovrebbe prendere droghe, neppure l'erba che a volte porta a scelte più pesanti".

Questo è il suo terzo film con l'amico Jim Jarmusch, dopo Dead Man (1995) e Coffee and Cigarettes (2003), e presto dovrebbe girare anche il nuovo horror di Dario Argento (The Sandman). Il documentario di Jarmusch ha richiesto quattro anni di lavorazione per recuperare filmati inediti. "Io sono uno che non butta via niente, ma so che altra gente lo fa, perciò ho aiutato Jim a ritrovare pezzi della storia mia e degli Stooges. Ho rintracciato fan, spacciatori di droga  e alcol. Che cosa ho provato vedendo il risultato finale? Mi sono sentito un prodotto degli anni 60, acidi compresi. Il tempo è volato da allora".

Il secondo film di Jarmusch 

L'altro titolo di Jarmusch, in concorso, è tra quelli considerati in odor di premio. Paterson è il nome di una cittadina del New Jersey e anche del protagonista del film, che ci abita e di mestiere guida gli autobus municipali. Ma è anche il titolo di un poema di Williams Carlos Williams, citato nel film perché, guardacaso, il bus driver è anche un poeta e la poesia scandisce momenti e dettagli della sua vita quotidiana fatta di piccole cose, di passeggiate con un piccolo e buffo cane, della routine di coppia con la sua amata Laura, citazione vivente dei sonetti del Petrarca. Molti i poeti citati nel film, dal nostro Dante a Ron Padgett, autore delle liriche scritte dal protagonista. "È il mio omaggio a tutti quelli che vivono in modo creativo, che anche nella normalità non rinunciano ai sogni" ha detto il regista. "Molti poeti avevano un altro mestiere: Williams Carlos Williams era un pediatra (fra l'altro medico di Allen Ginsberg da piccolo). Charles Bukowski lavorava all'ufficio postale, Kafka era impiegato. Quanto a Ron Padgett, che ha scritto le poesie del protagonista del film, negli anni 70 era per me un idolo, una rockstar. Siamo diventati amici".

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Valeria Vignale