Chanty
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Musica

Chanty: il mio disco dopo Sanremo 2015

Dopo "Ritornerai" all'Ariston, la cantautrice italo-tanzaniana presenta i suoi progetti. Un album, la passione per la moda e l'impegno sociale - Intervista

Si è fatta conoscere a Sanremo nella categoria Nuove Proposte con Ritornerai, brano scritto inizialmente da lei stessa in inglese e poi riadattato in italiano insieme ad Andrea Bonomo e Manuela Speroni. Chanty (all'anagrafe Chantal Saroldi) ha ventidue anni ma ha già le idee chiare sulla sua vita: vuole fare la cantante. Ed è pronta a dimostrarlo nei fatti. 

È da poco uscito per Carosello Records il suo EP Chanty, che contiene quattro inediti (tra i quali, appunto, Ritornerai). 

Sono passati alcuni giorni dall'esperienza sanremese, come è andata?

"Sono profondamente felice di averlo fatto. Al di là del risultato credo che la canzone sia stata apprezzata. La classica fobia di un cantautore è quella che non sia capita la canzone dal pubblico. Poi, ho conosciuto un sacco di autori: è stata un'esperienza davvero stimolante".

Di cosa vai maggiormente fiera? E cosa, invece, avrebbe potuto andare meglio?

"La cosa più bella di tutti quei giorni è stato il momento dell’esibizione. Avevo un'adrenalina pazzesca, e poi cantare con un'orchestra del genere è oggettivamente fantastico. È sempre molto emozionante: era tutto quello che sognavo fin da piccola. Lo dico con un filino d'orgoglio, ma credo veramente di aver dato il massimo. Anzi, pensavo che l’emozione mi bloccasse di più. In realtà mi sentivo di appartenere a quel palco. Mi sentivo a casa".


Sei nata in Tanzania, hai vissuto a Taiwan e infine a Savona. Come hai trasferito in musica questo background così particolare?

"Il mio background emerge sicuramente. Sono convinta che l’esperienza entri per forza nell'arte di una persona. Tutti i viaggi che ho fatto mi hanno insegnato a capire che la contaminazione per me è una chiave importante. Tutto questo me lo sono portato dietro nella musica. In ogni caso, nell'esibizione e ora nella produzione del disco, ho messo veramente tutto il mio mondo". 

A proposito, come sta andando la produzione del disco? 

"Con nuovi autori nascono per forza cose che non mi sarebbero venute senza questo input esterno. Sto cercando di unire tutto quello che sono con suoni più moderni, ma senza snaturarmi. Più che cercare di voler porre chissà quale sconvolgimento nel panorama musicale, voglio creare qualcosa di nuovo per me. Innanzitutto per me. Sicuramente non mi sento un’innovatrice d’impatto nella società".

Stai partecipando in questi giorni ad alcune sfilate della settimana della moda milanese. Come mai? 

"Amo da sempre la moda, ma queste sono le prime sfilate a cui assisto. Infatti, grazie a sanremo ho potuto collaborare con alcuni stilisti che, in questi giorni, mi stanno invitando alle loro sfilate. Mia sorella abita a Parigi e spesso vado nei negozietti vintage con lei. Secondo me, se la moda è intesa come espressione di sé (e non come semplice "trend") allora diventa una cosa bellissima".

Ti hanno chiesto di essere la madrina di una manifestazione per la prevenzione del tumore al seno. Credi sia importante un impegno sociale?

"Lo scorso anno mia zia ha scoperto di avere un nodulo al seno e l’hanno operata. Quest’anno ha subìto un'operazione di ricostruzione al seno. Il ciclo di chemioterapia che ha dovuto affrontare è stato per fortuna breve perché l’ha scoperto relativamente presto ma è un’esperienza difficile da sopportare. Non solo per i malati, ma anche per le persone che decidono di stargli accanto. Per questo motivo, ho deciso di partecipare a questa importantissima iniziativa (l’evento è organizzato da mondodisabile.it e si tratta di una mostra fotografica dal titolo “Da quanto non lo fai?”  che si terrà il 6, 7 e 8 marzo a Villa Venino di Novate Milanese, ndr). Non potevo non farlo".

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Giovanni Ferrari